(AGI) - Roma, 3 nov. - Sospensione dalle funzioni e dallostipendio per Silvana Saguto, l'ex presidente della sezionemisure di prevenzione del tribunale di Palermo. Questa ladecisione presa dalla sezione disciplinare del Csm che haaccolto le richieste di misura cautelare disciplinare avanzatedal Pg di Cassazione e dal ministro della Giustizia. Ladecisione della disciplinare e' giunta stamattina, a seguitodell'udienza a porte chiuse di venerdi' scorso, nella qualeSaguto, difesa dall'avvocato Giulia Bongiorno, aveva respintoogni addebito. Questa mattina Saguto e' giunta a palazzo deiMarescialli, dove erano in corso le audizioni della primacommissione che ha avviato la procedura di trasferimentod'ufficio per cinque magistrati nell'ambito della praticaaperta sul 'caso Palermo'. Oltre a Saguto, la commissione haconvocato in audizione anche i giudici Lorenzo Chiaramonte eFabio Licata. Una "perdita di prestigio irrimediabile". E'quella che, secondo la sezione disciplinare del Csm, derivadalle condotte addebitate a Silvana Saguto. La disciplinare diPalazzo dei Marescialli rileva che "si tratta di fatti talmentegravi da essere incompatibili con l'esercizio delle funzionianche perche' - si legge nell'ordinanza depositata oggi - lacredibilita' del magistrato appare menomata al punto dapregiudicare la necessaria fiducia che i cittadini devonoriporre nei suoi confronti. Il Csm, inoltre, parla di un"pericolo che perduri, vieppiu' aggravandosi il pregiudiziogia' cagionato all'immagine della giurisdizione in seguito alrisalto che i fatti ascritti hanno avuto nell'opinionepubblica". Uno "schema operativo", quello di Saguto, osservala disciplinare, che "porta con se' il pericolo di condottedisciplinarmente rilevanti per il giudice, nella misura in cuil'esplicazione della funzione giurisdizionale puo' apparirepiegata al soddisfacimento di interessi privati". Dalleintercettazioni, si legge nell'ordinanza depositata oggi aPalazzo dei Marescialli, "emerge con grande chiarezza che ladottoressa Saguto utilizzava la propria posizione di presidentedella sezione misure di prevenzione per dare lavoro a personedi sua conoscenza o segnalatele da amici e parenti". Traqueste, in particolare, la fidanzata del figlio, inserita nellostudio legale dell'avvocato Walter Virga (figlio dell'exconsigliere del Csm, Tommaso Virga), il quale, pero', "mostrainsofferenza verso le pretese della dottoressa Saguto" el'imposizione della ragazza "non viene mai accettata fino infondo" e alla fine "viene disattesa mediante l'allontanamentodella giovane avvocatessa". Di fronte a cio', si leggenell'ordinanza del 'tribunale delle toghe', "si registra unareazione spropositata da parte della Saguto".Il "danno"connesso alle condotte contestate a Silvana Saguto, expresidente della Sezione misure di prevenzione del tribunale diPalermo, "e' tanto maggiore quanto piu' si consideri chel'abuso della funzione finalizzato a profitto proprio e dellapropria famiglia sia e' verificato in un ufficio storicamenteimpegnato nella lotta alla criminalita' organizzata e proprioper questa ragione considerato nel Paese un simbolo e un puntodi riferimento della legalita'". Lo scrive la sezionedisciplinare del Csm nell'ordinanza con cui ha disposto lasospensione dalle funzioni e dallo stipendio per il giudiceSaguto. "Nel giudizio complessivo - osserva il 'tribunale delletoghe' - confluiscono tutta una serie di episodi, da quelloapparentemente piu' insignificante come il capo diabbigliamento ritirato in tintoria dalla scorta di polizia, aquello certamente piu' grave come la ricezione di somme didenaro, che appaiono unificati dalla strumentalizzazione a finipersonali di una posizione di supremazia riconosciuta al 'munuspublicum' nell'interesse della collettivita'. Se ne ricava indefinitiva - continua la disciplinare - il convincimento che,anche in considerazione della reiterazione delle condotte in unlasso di tempo di ampiezza considerevole, non ci si trovi difronte a singole, ancorche' ricorrenti, violazioni delle regoledeontologiche che presiedono allo svolgimento dell'attivita'giurisdizionale, ma ad un vero e proprio sistema di condotteoffensive unificate dalla consuetudine a vedere nell'eserciziodei pubblici poteri la premessa per il conseguimento diutilita' personali". Quanto all'episodio della scortaincaricata di "passare in lavanderia a ritirare un capo diabbigliamento", la sezione disciplinare osserva che "nelpanorama degli illeciti per cui si procede, si trattaevidentemente di un episodio singolo e di modesta gravita'", ma"dalle indagini svolte - si legge ancora nell'ordinanza -risulta che l'utilizzo della scorta a fini personali eratutt'altro che sporadico e costituiva una radicata abitudine".Il 'tribunale delle toghe' evidenzia quindi la "consuetudine,che si sposa evidentemente con quella di chiedere i favori piu'disparati agli amministratori delle procedure, in una fraintesalettura del proprio ruolo e della propria posizione, utilizzatasistematicamente per conseguire utilita' anche modeste, macomunque non dovute in relazione al rapporto che intercorrevacon i suoi collaboratori di vario livello". La disciplinareaffronta poi la questione della tesi di laurea del figlio diSaguto: "non e' revocabile in dubbio" che il professor CarmeloProvenzano, gia' "incaricato dell'amministrazione giudiziariadi alcuni compendi sequestrati", "abbia scritto la tesi dilaurea" per il figlio dell'ex presidente della sezione misuredi prevenzione del tribunale di Palermo; e' un "dato oggettivo- secondo la disciplinare - che la dottoressa Saguto abbiaottenuto per il figlio quell'indebito vantaggio mediante unastrumentalizzazione del suo ruolo, che nel caso di specieappare del tutto evidente". (AGI)