(AGI) - CdV, 8 set. - Papa Francesco ha rivoluzionato leprocedure per i processi di nullita' matrimoniale affidandodirettamente al vescovo diocesano (del quale si ribadisce cosi'la funzione giurisdizionale) "la trattazione della causa dinullita' del matrimonio per mezzo del processo piu' breve",quando tra le cause che muovono la richiesta di annullamento"si annoverano per esempio quella mancanza di fede che puo'ingenerare la simulazione del consenso o l'errore che determinala volonta', la brevita' della convivenza coniugale, l'abortoprocurato per impedire la procreazione, l'ostinata permanenzain una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in untempo immediatamente successivo, l'occultamento doloso dellasterilita' o di una grave malattia contagiosa o di figli natida una precedente relazione o di una carcerazione, la causa delmatrimonio del tutto estranea alla vita coniugale o consistentenella gravidanza imprevista della donna, la violenza fisica perestorcere il consenso, la mancanza di uso della ragionecomprovata da documenti medici". Con la riforma, anche quando il vescovo stabilira' invece che si faccia un processo ordinario, esso dovra' celebrarsientro un anno al massimo, e la sentenza sara' esecutiva se nonci sara' appello o le motivazioni dell'appello sarannomanifestamente infondate. Non ci sara' piu' bisogno dunque didue sentenze conformi, esigenza che allungava notevolmente itempi. Queste decisioni il Papa le ha prese affinche' allesofferenze che comporta il fallimento di un matrimonio, ovverola presa di coscienza della sua nullita', non si aggiunganopesi ulteriori, come faticosi e costosi viaggi per recarsi altribunale ecclesiastico e le spese giudiziarie che si debbonosostenere per vedere riconosciuto il proprio diritto. Accantoal "ripristino della vicinanza tra il giudice e i fedeli", chesi attua con la restituzione al vescovo della sua funzionegiurisdizionale, con la creazione di tribunali diocesani dovenon ce ne sono (anche recedendo da quelli interdiocesani) e lapossibilita' di istituire un giudice unico dove non siapossibile costituire il tribunale, le nuove norme varate dalPapa prevedono infatti che "salva la giusta e dignitosaretribuzione degli operatori dei tribunali, venga assicurata lagratuita' delle procedure, perche' la Chiesa, mostrandosi aifedeli madre generosa, in una materia cosi' strettamente legataalla salvezza delle anime manifesti l'amore gratuito di Cristodal quale tutti siamo stati salvati". La riforma e' stata decisa da Francesco senza venir menoall'esigenza di una grande serieta' in questo campo. "Non mi e'sfuggito - scrive egli stesso nel motu proprio 'Mitis IudexDominus Iesus' - quanto un giudizio abbreviato possa mettere arischio il principio dell'indissolubilita' del matrimonio"."Appunto per questo - spiega Bergoglio - ho voluto che in taleprocesso sia costituito giudice lo stesso vescovo, che in forzadel suo ufficio pastorale e' con Pietro il maggiore garantedell'unita' cattolica nella fede e nella disciplina". Nel testoil Pontefice cita in proposito quanto emerso nei Sinodi del2005 e 2014 e assicura di aver agito "seguendo le orme dei mieipredecessori, i quali hanno voluto che le cause di nullita'vengano trattate per via giudiziaria e non amministrativa, nonperche' lo imponga la natura della cosa ma piuttosto lo esigala necessita' di tutelare in massimo grado la verita' del sacrovincolo: e cio' e' esattamente assicurato dalle garanziedell'ordine giudiziario". Ai due motu proprio varati dal Papa, uno per il ritolatino, l'altro per quello orientale, ha lavorato con grandeimpegno una Commissione istituita appena l'anno scorso. Appenaeletto Papa, Joseph Ratzinger aveva rivelato pubblicamente cheda cardinale prefetto della Congregazione della Dottrina dellaFede egli stesso aveva formulato analoghe proposte per losnellimento delle cause matrimoniali, in particolare per quantoriguarda il riconoscimento della nullita' per le nozzecelebrate senza fede. (AGI).