(AGI) - Milano, 13 ago. - Otto anni dopo non ci sono ancoracertezze giudiziarie su chi abbia assassinato Chiara Poggi inquella tersa giornata estiva a Garlasco. Il 13 agosto diquest'anno rappresenta comunque una data significativa in unodei piu' intricati casi di cronaca nera perche' e' il primodalla morte della fidanzata che Alberto Stasi trascorre dacondannato. La Corte d'Assise d'Appello di Milano gli hainflitto 16 anni di carcere col rito abbreviato il 17 dicembre2014 dopo che la Cassazione aveva cancellato due precedentiassoluzioni: una pronunciata dal gup di Vigevano StefanoVitelli nel 2009, l'altra dai giudici milanesi di secondo gradonel 2011. L'ex studente bocconiano vive un momento moltodelicato anche perche', nei giorni successivi alla condanna, sie' chiuso il suo rapporto di lavoro con lo studiocommercialista in cui era impiegato. I clienti dell'ufficio nonavrebbero gradito di essere seguiti da un professionistacondannato per omicidio. Disoccupato, dunque, e con scarsepossibilita' di trovare un altro impiego in attesa del processola cui data d'inizio la Suprema Corte deve ancora fissare.Forse in autunno, ma non e' escluso che si arrivi al 2016. Dopola condanna, la Procura Generale non ha preso in considerazionela possibilita' di arrestarlo tenendo conto che il giovane,sempre presente alle udienze, non ha mai manifestato la minimavolonta' di allontanarsi dall'Italia. A Stasi non resta chesperare nel torrenziale ricorso presentato alla Cassazione daisui avvocati, 360 pagine firmate dal professor Angelo Giardaaffiancato dal figlio Fabio e dall'avvocato romano AntonioAlbano, nuova entrata nel collegio difensivo. Un ricorso l'hapresentato anche il sostituto pg Laura Barbaini che chiede ilriconoscimento dell'aggravante della crudelta', esclusa dallaCorte d'Appello, e quindi la condanna a 30 anni di carcere. Perla difesa, si legge nel ricorso, la sentenza di condanna e'"gravemente viziata, oltre che costellata di macroscopicheviolazioni sia dei diritti fondamentali dell'imputato che dellalegge processuale penale". "Emerge un'approssimazione decisoria- scrivono i legali impugnando "tutti i capi e tutti i puntidella sentenza" - che pare il frutto di un convincimento deltutto personalistico, maturato isolatamente nella mente delgiudicante piu' che nel corso del processo di rinvio, che siscontra, pero', irrimediabilmente con le risultanzeprobatorie". Se per Stasi questo e' il 13 agosto peggiore daotto anni a questa parte, i genitori e il fratello di Chiara(cui e' stato riconosciuto un risarcimento di 1 mln),nell'incancellabile dolore, hanno perlomeno il sollievo diavere dato un nome a chi ha distrutto la vita di una ragazza di26 anni e la loro. E quel nome e' l'unico sulla cuicolpevolezza hanno sempre giurato, a parte un primo momento diincertezza all'inizio delle indagini. (AGI)