(AGI) - Roma, 29 lug. - Le mani della criminalita' sul porto dituristico di Roma. E' quanto sospetta la magistraturacapitolina che con l'ausilio dei finanzieri del Comandoprovinciale di Roma questa mattina ha disposto al sequestrodell'area e all'esecuzione di quattro ordinanze di custodiacautelare in carcere, una delle quali riguarda l'imprenditoreMauro Balini, operante nel settore turistico ed immobiliare, epresidente del Porto Turistico di Roma. Gli altri arrestatisono Edoardo Sodano, Sergio Capograssi e Massimo Amicucci,collaboratori dell'imprenditore. Sono finiti sotto sequestro840 posti barca, parcheggi, strutture amministrative,commerciali e aree portuali, all'interno del Porto Turistico diRoma, del valore commerciale complessivo di oltre 400 milionidi euro. "Si puo' presumibilmente ritenere che il Balini sia ilgestore delle attivita' economiche e finanziarie facenti capoad una delle strutture criminali insediate nel territorio diOstia e che costituisca anzi il terminale apparentemente legaledi quegli interessi criminali". Lo scrive il Gip di Roma, MariaGrazia Giammarinaro, nell'ordinanza di 123 pagine con la qualeha disposto l'arresto dell'imprenditore e di 3 suoicollaboratori. Secondo il Gip, questo scenario si desumerebbedai "collegamenti esistenti tra il Balini e Cleto Di Maria,coinvolto nell'operazione 'Nuova alba' nonche' dagli incontriperiodici tra il Balini e la moglie di Roberto Giordani,verosimilmente volti a consegnarle le somme di danaronecessarie al suo sostentamento". I reati contestati vannodall'associazione per delinquere finalizzata alla bancarottafraudolenta patrimoniale documentale, riciclaggio e altrasferimento di valori. Sempre secondo l'accusa Balinidistraendo fondi dal societa' Ati che gestiva il porto di Ostiaprima del fallimento, avrebbe anche acquistato e ristrutturatoun attico in via Bocche di Bonifacio sul litorale romano eacquistato in leasing il catamarano di 20 metri "Ocean Pearl". Il Gip sottolinea nell'ordinanza i rapporti che MauroBalini aveva con i personaggi della politica romana sia con laprecedente amministrazione che con quella attuale. "Il portoturistico di Roma continuera' a funzionare normalmente poiche'il Tribunale ha nominato due amministratori di grandeesperienza che nonostante il sequestro svolgeranno tutte leattivita' e quindi non ci sara' alcun e effetto paralizzante",ha comunque precisato il procuratore aggiunto di Roma, NelloRossi, illustrando l'operazione del nucleo di poliziatributaria della Guardia di finanza del Lazio. L'indagine hapreso il via nel 2013 dopo la denuncia presentata dalla bancatedesca P.B.B. che dopo aver prestato 20 milioni di euro allasocieta' Ati srl, che gestiva il porto turistico di Roma, avevasegnalato una serie di reati fallimentari. Da qui i finanzieri,coordinati dal pubblico ministero Alberto Galanti della procuradi Roma, sono risaliti a una serie di distrazioni di fondi ebeni della societa' Ati che avevano creato un passivo fittiziodi 155 milioni di euro. La somma si riferiva a un debito neiconfronti di creditori della societa' e dell'erario. La Guardiadi finanza, guidata dal colonnello Cosimo Di Gesu', ha scopertoche fin dal 2005 la societa' Ati era stata spogliata di assetper un totale di 220 milioni di euro. "Secondo quanto e' emersodalle indagini - ha specificato Rossi - si e' verificato unosvuotamento della societa' Ati che gestiva il proto turisticodi Roma a favore dell'imprenditore Balini e di una serie disocieta' che sono risultate tutte a lui riconducibili". E anchela nuova concessione per ampliare il porto turistico di Roma aOstia e' finita nell'inchiesta della Procura di Roma. Inparticolare gli inquirenti vogliono chiarire se la concessionedel 2013 sia stata assegnata in maniera regolare alla societa'Porto Turistico di Roma srl, posseduta da Balini. La stessasocieta' nel 2008 aveva ottenuto dal precedente gestore, laAti, la concessione sull'intera infrastruttura portuale. "Un plauso all'attivita' della Guardia di Finanza e dellamagistratura, con l'operazione di oggi cade un'altra tesseraimpunita di un sistema di potere contro cui ci siamo battuticon corresponsabilita' e coraggio. La vicenda del porto diOstia conferma quello emerso nelle altre inchieste. Siamodavanti ad un sistema di collusione e corruzione inquietante,che ha varcato ogni limite e ha rivelato cio' che tutti sannoda tempo: un sistema che ha potuto esistere e consolidarsi solonella commistione tra una parte dell'imprenditoria, dellapolitica e criminalita' organizzata". Cosi' l'associazioneLibera interviene dopo il sequestro del porto turistico diRoma. E il sindaco Marino dichiara "Complimenti al nucleo dipolizia tributaria della Guardia di Finanza del Lazio. Il loroprezioso lavoro dimostra ancora una volta che sul litoraleromano deve continuare lo sforzo per ripristinare la legalita',che abbiamo gia' avviato con Alfonso Sabella". (AGI).