(AGI) - Palermo, 27 mag. - Corruzione elettorale e' il reatocontestato a cinque arrestati (due dei quali sono deputatiregionali) per la presunta compravendita di voti nelle elezionidel 2012 all'Assemblea regionale siciliana e al Consigliocomunale di Palermo. A loro viene riconosciuta la condizione di"pericolosita' sociale", secondo quanto ssotenuto dall'accusa,e il gip di Palermo Ettorina Contino, ha disposto idomiciliari, a fronte delle 28 richieste avanzate dallaprocura. Arresti domiciliari al deputato regionale Udc Nino Dina,presidente della commissione Bilancio dell'Ars, grandecollettore di voti, soprattutto nel mondo della sanita'; alparlamentare dell'Assemblea Roberto Clemente, del Pid-Cantierepopolare; all'ex deputato che ritento' invano l'elezione del2012 Franco Mineo, di Grande Sud; all'altro esponente delPid-Cp Giuseppe Bevilacqua, dipendente di una societa' delComune di Palermo, primo dei non eletti al Consiglio comunale;e, infine, a un finanziere accusato di corruzione. Il piu' illustre tra i destinatari della misurarestrittiva, e' senz'altro il presidente della commissioneBilancio dell'Ars Nino Dina, accusato di corruzione elettorale.Dalle conversazioni captate nel corso delle indagini, sarebbeemerso infatti che l'altro arrestato Giuseppe Bevilacqua, dopol'esito sfavorevole delle elezioni comunali del maggio 2012, siera impegnato ad appoggiare il politico regionale, candidatoalle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea dell'ottobre 2012,ottenendo in cambio la promessa di due incarichi di consulenzapubblica da conferire alla sorella e alla compagna. Bevilacqua avrebbe "posto in essere una pluralita' dicondotte di corruzione elettorale sia nella veste dicorruttore", al fine di ottenere voti in occasione dellapropria candidatura alle elezioni amministrative del maggio2012, sia nella veste di corrotto, al fine di ottenere denaro oaltre utilita' (quali il subentro nella carica di consiglierecomunale al posto di un altro arrestato, l'attuale deputatoregionale Roberto Clemente, il conferimento di incarichipubblici retribuiti in favore della sorella e della compagna,un appalto a favore dell'associazione culturale vicina, incambio della promessa di procacciamento di voti per i candidatialle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea. Avrebbe inoltreottenuto dal pubblico ufficiale Leonardo Gambino, ispettoredella Guardia di Finanza in servizio presso la Stazione Navaledi Palermo, finito in manette per 'corruzione propria',l'impegno ad acquisire e rivelare informazioni riservate circal'esistenza di indagini in corso sul conto dello stessoBevilacqua. Di grave quadro indiziario si parla anche per ildeputato regionale del Pip Roberto Clemente che avrebbeottenuto il sostegno di Bevilacqua e formulato a quest'ultimola promessa che, nel caso in cui fosse stato eletto, si sarebbedimesso dalla carica di consigliere comunale, cosi' daconsentirgli subentro in qualita' di "primo dei non eletti". Lostesso Bevilacqua si era anche impegnato a sostenere l'exdeputato Franco Mineo, non rieletto nel 2012, dal quale avrebbeottenuto la promessa di incarichi presso la Regione el'aggiudicazione di un appalto a favore di un'associazioneculturale. Centrale sarebbe la figura di Bevilacqua. L'inchiesta'Agora' che vede indagate 28 persone per i reati di scambioelettorale, corruzione elettorale, peculato, malversazione aidanni dello stato, usura e corruzione, trae origine, spiega ilNucleo speciale di polizia tributaria della Guardia di finanza,"dall'approfondimento dei legami esistenti tra il politicopalermitano ed esponenti della locale criminalita' organizzata,con particolare riferimento al mandamento mafioso di TommasoNatale", in forza dei quali "il primo per sua stessaammissione, come emerso dalle indagini, gia' nel 2007 avevaottenuto la nomina a consigliere presso la settimaCircoscrizione del Comune di Palermo". L'operazione ha fattoemergere come in occasione delle consultazioni di maggio 2012per il rinnovo del Consiglio Comunale di Palermo, Bevilacqua,candidato nelle file del partito Cantiere Popolare, "in cambiodella promessa di posti di lavoro per familiari ed amici suoisostenitori, fra cui alcuni nomi storici di mafia, facevanuovamente ricorso all'illecito scambio ed appoggioelettorale". Il politico non si sarebbe fatto alcuno scrupolopur di ottenere benefici economici ed elettorali, neanchequando ha fatto ricorso ai prodotti alimentari destinati aibisognosi. L'uomo ha infatti indirizzato presso la propriasegreteria l'attivita' di distribuzione di generi alimentariforniti dalla fondazione Banco delle Opere di Carita', per poiprevalentemente destinarla, dicono gli investigatori, "qualemerce di scambio per ottenere, vantaggi economici personalinonche' consensi elettorali, da parte degli stessi indigentiche avrebbe dovuto aiutare". "Questo e' lo spaccato classico del rapporto che c'e' mafiae certa politica che continua a cercare le cosche per ottenereil loro appoggio elettorale. I politici che cerano i mafiosi,trattano con assassini perche' questi mafiosi non hanno lafaccia diversa da chi mette le bombe e spara: sono gli stessi",ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi,nel corso della conferenza stampa sull'operazione "Agora'".(AGI).