(AGI) - CdV, 2 apr. - "La stanchezza dei sacerdoti! Sapetequante volte penso a questo: alla stanchezza di tutti voi? Cipenso molto e prego di frequente, specialmente quando ad esserestanco sono io". Sono parole di Papa Francesco nell'omeliadella messa crismale celebrata in San Pietro con il clero delladiocesi di Roma. "Prego per voi - ha detto il Pontefice ai'suoi' preti - che lavorate in mezzo al popolo fedele di Dioche vi e' stato affidato, e molti in luoghi assai abbandonati epericolosi". "La nostra stanchezza, cari sacerdoti, e' comel'incenso che sale silenziosamente al Cielo", ha aggiuntoassicurando che "la nostra stanchezza va dritta al cuore delPadre". "Siate sicuri - ha esortato i sacerdoti - che laMadonna si accorge di questa stanchezza e la fa notare subitoal Signore". Papa Francesco ha messo in guardia gliecclesiastici preseni "dalla tentazione di riposare in un modoqualunque, come se il riposo non fosse una cosa di Dio". "Noncadiamo in questa tentazione", ha suggerito. "La nostra faticae' preziosa agli occhi di Gesu', che ci accoglie e ci faalzare: Venite a me quando siete stanchi e oppressi, e io vidaro' ristoro'", ha ricordato sottolinenando che "quando uno e'morto di stanchezza, puo' prostrarsi in adorazione, dire:'Basta per oggi, Signore', e arrendersi davanti al Padre"."Teniamo ben presente - ha scandito il Papa - che una chiavedella fecondita' sacerdotale sta nel come riposiamo e nel comesentiamo che il Signore tratta la nostra stanchezza. Com'e'difficile imparare a riposare! In questo si gioca la nostrafiducia e il nostro ricordare che anche noi siamo pecore". Bergoglio ha anche elencato alcune domande che, haspiegato, "possono aiutarci a questo proposito: so riposarericevendo l'amore, la gratuita' e tutto l'affetto che mi da' ilpopolo fedele di Dio? O dopo il lavoro pastorale cerco riposipiu' raffinati, non quelli dei poveri ma quelli che offre lasocieta' dei consumi? Lo Spirito Santo e' veramente per meriposo nella fatica, o solo Colui che mi fa lavorare? Sochiedere aiuto a qualche sacerdote saggio? So riposare da mestesso, dalla mia auto-esigenza, dal mio auto-compiacimento,dalla mia auto-referenzialita'? So conversare con Gesu', con ilPadre, con la Vergine e san Giuseppe, con i miei Santiprotettori amici?? So riposare dai miei nemici sotto laprotezione del Signore? Vado argomentando e tramando fra me eme, rimuginando piu' volte la mia difesa, o mi affido alloSpirito che mi insegna quello che devo dire in ogni occasione?Mi preoccupo e mi affanno eccessivamente o, come Paolo, trovoriposo dicendo: 'So in chi ho posto la mia fede?'". InfineBergoglio ha indicato la Vergine ocme il rifugio piu' sicuro."Lei - ha concluso il Papa - come Madre, sa capire quando isuoi figli sono stanchi e non pensa a nient'altro. 'Benvenuto!Riposati, figlio mio. Dopo parleremo. Non ci sono qui io, chesono tua Madre?', ci dira' sempre quando ci avviciniamo a Lei.E a suo Figlio dira', come a Cana: 'Non hanno vino'". Per un prete, ma questo probabilmente vale per ogni personaumana, "la stanchezza di se stessi e' forse la piu'pericolosa". Papa Francesco lo ha detto nell'omelia della messacrismale elencando i diversi tipio di stanchezza che possonoaffliggere la vita pastorale, a partire "dalla stanchezza dellagente, delle folle, spossante come dice il Vangelo, ma buona,piena di frutti e di gioia". "Una stanchezza - dunque - buona esana: la stanchezza del sacerdote con l'odore delle pecore, macon sorriso di papa' che contempla i suoi figli o i suoinipotini. Niente a che vedere con quelli che sanno di profumicari e ti guardano da lontano e dall'alto". "Siamo - haosservato Francesco - gli amici dello Sposo, questa e' lanostra gioia". (AGI) .