(AGI) - Roma, 11 feb - Francesco Schettino e' stato condannatoa 16 anni per il naufragio della Costa Concordia all'Isola delGiglio. Una sentenza arrivata a poco piu' di tre anni dal naufragioall'isola del Giglio, considerata la sciagura piu' grave dellastoria italiana del mare degli ultimi 200 anni. Il teatro Moderno di Grosseto, trasformato per l'occasionein un aula di tribunale, ha visto sfilare in 37 mesi centinaiadi testimoni, una trentina di consulenti, oltre 50mila paginetra documenti e ricostruzioni, per una serie infinita diudienze. Le tappe della sciagura iniziano dall'impatto dellanave sugli scogli delle Scole all'Isola del Giglio, alle 21,45del 13 gennaio 2012. Rocce affilate come rasoi procurano unosquarcio di 70 metri nella fiancata sinistra dello scafo.Quella che doveva essere una tranquilla crociera, si trasformain breve in un incubo per gli oltre 3200 passeggeri. Amodificare la rotta e a causare l'incidente, il ritodell'inchino. Un passaggio sotto costa per rendere omaggioall'isola. Ma la manovra ravvicinata si rivela fatale. Lafiancata della nave e' aperta, imbarca acqua e si genera unblack-out. Tra omissioni, sottovalutazioni, un incrocio ditelefonate e tanta paura, iniziano le operazioni dievacuazione. Lo specchio d'acqua antistante il disastro, sitrasforma in un gigantesco andirivieni di aerei, elicotteri,navi. Un soccorso al quale partecipano tutti i mezzidisponibili a poche miglia dall'incidente: militari e civili. Una gigantesca operazione di salvataggio alla qualepartecipano con grande generosita' gli abitanti dell'Isola delGiglio. In poco tempo si rendono conto dell'accaduto e case,negozi, chiese aprono le proprie porte per portare un pizzicodi umanita' in una tragedia immane. Ecco allora arrivarevestiti, cibo e medicine a chi, appena sbarcato, di colpo sitrova a non avere piu' niente. Schettino, nel frattempo, dacomandante gallonato, diventa in quell'anno anche uno degliuomini piu' citati e non solo in Italia. A partire dalla fraseche fece il giro del mondo in poche ore: "Schettino e' unordine, torni a bordo, ca..o!". Era la voce alterata altelefono del capitano di fregata Gregorio De Falco, l'ufficialeche la sera di quel tragico 13 gennaio era al comando dellasala operativa della capitaneria di porto di Livorno. Il seccoe perentorio 'invito', in breve si trasforma nel tormentonepiu' cliccato della rete. Ma lo scambio telefonico quella nottefu ancora piu' drammatico. Quando dalla sala comando dellacapitaneria viene accertato che Schettino non e' piu' a bordo,De Falco gli fa: "Guardi Schettino che lei si e' salvato forsedal mare ma io le faccio passare l'anima dei guai". Unaconversazione il cui epilogo e' altrettanto noto con De Falcoche intima a Schettino: "Vada a bordo, e' un ordine. Lei nondeve fare altre valutazioni, ha dichiarato l'abbandono nave,adesso comando io, lei vada a prua, risalga sulla nave e vada acoordinare i soccorsi. Ci sono gia' dei cadaveri". Eppure ilcomandante aveva accumulato negli anni una grande esperienza.Nato 55 anni fa a Castellammare di Stabia, Schettino ha dasubito deciso che la sua vita sarebbe stata per mare. Frequental'istituto nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento, la stessascuola che ha diplomato armatori del calibro di Achille Lauro eGianluigi Aponte. Poi consegue il diploma di capitano di lungo corso. Unalunga trafila che lo porta da allievo ufficiale a comandante,passando negli anni in molte compagnie. Tuttavia, poche oredopo il disastro, il comandante Schettino viene arrestato conl'accusa di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono dinave. Inizialmente detenuto nel carcere di Grosseto, il 17gennaio del 2012 viene posto agli arresti domiciliari nella suacasa di Meta di Sorrento, in provincia di Napoli. Il 10 apriledello stesso anno, il 2012, la Cassazione decide di lasciareFrancesco Schettino agli arresti domiciliari. La detenzionedomiciliare viene revocata il 5 luglio: a seguito di taleprovvedimento, Schettino dovra' osservare l'obbligo di dimora aMeta di Sorrento. Trentasette mesi e 32 morti dopo, gliinquirenti hanno lavorato a ranghi serrati facendosi largo traomissioni, polemiche, analisi dei tracciati radar e dellescatole nere. Migliaia di documenti, intorno ai quali hannolavorato magistrati, difese, accuse, periti. La nave, rimastanel frattempo spiaggiata, e' passata attraverso l'impresatitanica del rigalleggiamento. Al Giglio 500 persone di 26nazioni hanno lavorato per mesi per il progetto 'parbuckling',che ha consentito la rotazione della Concordia di 65 gradi, alfine di poterla trasportare verso il porto di Genova per losmantellamento. Anche questa volta con i riflettori del mondopuntati sull'Italia, il raddrizzamento del colosso di oltre 114mila tonnellate di stazza lorda, 290 metri di lunghezza e 36 dilarghezza, 70 metri di altezza, 13 ponti, e il successivotraino via mare ha conosciuto un grande successo. Ora igiudici, attraverso la sentenza, hanno messo la parola fine:Schettino condannato a 16 anni e un mese di reclusione. (AGI).