(AGI) - Milano, 5 feb. - Tenevano le ragaze segregate nellebaracche di un campo rom, la sera le facevano prostituire nellazona sud di Milano e, in base alla 'redditivita'', lerivendevano a cifre tra i tre e i settemila euro. Diciannovepersone che facevano parte di un'organizzazione che gestriva laprostituzione tra viale Ortles, via De Angeli, via Bazzi, vialeBrenta, viale Toscana, viale Tibaldi sono state arrestate altermine di un'indagine condotta dagli agenti del commissariatoScalo Romana di Milano. Un gruppo criminale "molto spietato eaggressivo, che nel corso degli anni era riuscito a esercitareun controllo quasi militare sullo sfruttamento dellaprostituzione". I capi indiscussi erano i fratelli Ionut eLaurentiu Calin, rispettivamente 28 e 24 anni, cittadini romenidi etnia rom, che alla guida di una banda di cugini e parentiavevano messo in piedi una vera e propria tratta di esseriumani tra la Romania e l'Italia, e nello stesso tempocontrollavano la loro zona con un pugno talmente ferreo daincassare denaro anche solo dall'affitto delle postazioni diprostituzione ad altri criminali meno strutturati. I fratelliCalin, racconta il dirigente del commissariato Scalo RomanaAngelo De Simone, attiravano le ragazze romene intessendo conloro una relazione sentimentale, ma una volta arrivate inItalia le vittime venivano segregate in un campo rom einstradate alla prostituzione. In almeno cinque casi al momentodell'arrivo in Italia le giovani erano minorenni e le piu'recalcitranti venivano costrette sulla strada a suon di botte oaddirittura con stupri di gruppo. I due sfruttatori e icomplici trattavano le vittime come animali di loro proprieta',tanto che in piu' di un'intercettazione definiscono "capre" leragazze. Ogni prostituta poteva essere acquistata o rivendutaad altri gruppi. In un caso gli investigatori hanno dovutoprendere atto del fatto che una ragazza era finita nelle manidella gang perche' venduta dalla madre agli aguzzini all'eta'di 14 anni. I fratelli Calin sono riusciti a mettere in piediun'organizzazione cosi' potente anche grazie all'applicazionespietata di una serie di regole interne della comunita' rom,riviste e adattate al contesto dello sfruttamento dellaprostituzione: l'indagine, non a caso, e' stata battezzatadagli investigatori "Judicata", dal nome del 'concilio deglianziani' che nella cultura rom e' incaricato di applicare leleggi e che nel caso specifico gli sfruttatori avevano adottatocome sistema per risolvere le controversie, dal prezzo di unaragazza al costo del noleggio di una zona ad altri gruppicriminali, fino a eventuali dissidi da dirimere all'internodell'organizzazione. Quando la "Judicata" non riusciva arisolvere i contrasti, scattava la violenza, specialmenterivolta a gruppi rivali: gli investigatori hanno scopertograzie a confronti, testimonianze e intercettazioni che unarissa scoppiata in piazza Bonomelli nell'ottobre 2011nascondeva in realta' una spedizione punitiva ai danni di BacaiZef, uno sfruttatore albanese che aveva incrociato piu' voltela strada dei due fratelli romeni. Zef, sfuggito all'agguatograzie a una soffiata, si era vendicato alcuni giorni dopo conuna spedizione a Piazzale Cuoco, dove aveva accoltellatodiverse volte Laurentiu Calin, detto "Gaman", o "Il Pazzo",noto per la sua ferocia. Le indagini sono partite nel 2011 inseguito a quattro lettere anonime recapitate agli agenti delcommissariato Scalo Romana. Queste lettere, lungi dall'esseresemplici denunce, erano molto circostanziate, ricche di nomi,luoghi, date e numeri di telefono e descrivevanol'organizzazione con precisione. Gli inquirenti sostengonotuttora di non conoscerne l'autore, che potrebbe essere uncliente innamorato di una prostituta e deciso a strapparla agliaguzzini, ma anche un religioso o un'organizzazione divolontari. La gang dei fratelli Calin, attiva almeno dal 2007,guadagnava ogni settimana decine di migliaia di euro, chesecondo gli inquirenti sono stati tutti trasferiti in Romaniaper l'acquisto di diverse proprieta'. I due, in Italia,risultavano invece nullatenenti e nel corso degli anni si sonospostati in tre diversi campi Rom, da quello di via Sacile -incendiato due volte, forse proprio dai rivali dei Calin - finoal campo di Muggiano, dove i criminali sono stati arrestatialle prime ore di stamani. Quando i poliziotti hanno fattoirruzione nella baracca del campo di Muggiano in cui vivevano,si sono stupiti dell'assenza delle ragazze. Era solo l'ultimotrucco dei due malviventi: le vittime erano nascoste in una"baracca dentro la baracca" alla quale si accedeva da unaporticina dissimulata da un ripostiglio, segregate in pessimecondizioni. (AGI).