(AGI) - Taranto, 24 gen. - Una tenda dei lavoratoridell'indotto Ilva in piazza Castello sotto Palazzo di Citta'.E' la decisione che hanno assunto per oggi e per domani glioperai delle imprese appaltatrici del siderurgico cheprotestano da alcuni giorni a seguito dell'ingresso dell'Ilvain amministrazione straordinaria, anche se non ancoraformalmente ammessa. Con la tenda sotto il municipio diTaranto, i lavoratori, sottolineano i sindacati, voglionorafforzare l'alleanza con l'istituzione comunale dopo che ilsindaco, Ezio Stefano, e' stato in corteo nei giorni scorsi,messo a disposizione degli operai la sala del Consigliocomunale, fatto apporre uno striscione di solidarieta' dellacitta' all'esterno del palazzo e attivato un costante contattocon la presidenza del Consiglio. Oggi, quindi, non dovrebberoesserci presidi e blocchi stradali, avvenuti invece ieri sullestatali per Bari e per Reggio Calabria, bloccate dagli operai edai trasportatori dalla mattinata sino alle 18 circa, mentremercoledi' e giovedi' c'erano stati cortei dal siderurgico allaPrefettura e al Comune. Un rilancio della mobilitazione e'previsto pero' per lunedi', specie se da Palazzo Chigi, dalMinistero dlelo Sviluppo Economico e dall'amministrazionestraordinaria non dovessero arrivare a stretto giro le garanzieche i sindacati chiedono da giorni in ordine ai creditidell'indotto. In sostanza si chiede - ed e' anche quantosollecitano le imprese attraverso Confindustria Taranto - chel'amministrazione straordinaria dell'Ilva non penalizzi icrediti maturati essendo una procedura concorsuale. L'indottotarantino, secondo fonti industriali, dichiara di essere incredito complessivamente di circa 150 milioni dall'Ilva e sequeste risorse non dovessero piu' arrivare o fossero decurtateper effetto dell'amministrazione straordinaria, le imprese,gia' in crisi e molto esposte con le banche, salterebbero.Elemento che indica la crisi dell'indotto e' anche il mancatopagamento ai dipendenti, in diversi casi, di retribuzioni cherisalgono a sei-sette mesi fa. Nessuna manifestazione, oggi, da parte di ConfindustriaTaranto che aveva cominciato lunedi' mattina andando a Roma con200 imprenditori in pullman e manifestando in piazzaMontecitorio. Ma Confindustria Taranto, che lunedi' sera haincontrato anche il ministro Federica Guidi, lunedi' prossimosi autoconvochera' con gli imprenditori sotto la Prefettura diTaranto e una delegazione sara' poi ricevuta dal prefetto diTaranto, Umberto Guidato. In definitiva, da fronti diversi, siaConfindustria Taranto che i sindacati vogliono tenere alto inqueste ore il pressing sul Governo. Da parte dei sindacatipotrebbe anche esserci una richiesta al viceministro delloSviluppo economico, Claudio De Vincenti, affinche' renda inqualche modo piu' esplicite e certe le garanzie che il Governoe il Parlamento si sono impegnati a fornire per l'indotto - insede di emendamenti al decreto legge sull'Ilva - ma non siesclude che la stessa amministrazione straordinaria con icommissari Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi facciaun passo ulteriore dopo la dichiarazione dei giorni scorsi. Tuttavia, anche se dovessero arrivare le rassicurazionisulla tenuta dell'indotto - 3mila i posti di lavoro di Taranto- comunque non calera' la preoccupazione per le vicendedell'Ilva specie ora che l'azienda ha annunciato l'avvio dellacassa integrazione dopo la scadenza dei contratti disolidarieta' durati due anni. Un incontro ci sara' al Misemartedi' sera tra amministrazione straordinaria, ministero esindacati e i numeri della cassa potrebbero essere piu' altirispetto alla solidarieta' (per Taranto fu sottoscritta per3500 addetti ma non ha mai effettivamente superato i1500-1800). Fiom Cgil e Usb di Taranto hanno gia' chiesto chela solidarieta', che ha ripercussioni economiche meno pesantiper i lavoratori, sia prorogata anche con l'Ilva inamministrazione straordinaria. Nessuna posizione ufficiale e'stata ancora assunta sul punto da Fim Cisl e Uilm Uil. La Fiomtuttavia, al contrario di Fim e Uilm, non firmo' allora conl'Ilva il ricorso ai contratti di solidarieta' perche'contesto' all'azienda la mancanza di un piano industriale e diun quadro prospettico sui carichi di lavoro di ciascun sitoproduttivo.(AGI).