(AGI) - Bologna, 24 gen. - "Le cose sono rimastesostanzialmente quelle di prima" ed e' cambiato "solo il metodoche e' diventato mediaticamente piu' sottile e dunque dimaggiore suggestivita'": questo il pensiero del presidentedella Corte di Appello di Bologna, Giuliano Lucentini, chedurante l'inaugurazione dell'anno giudiziario ha affrontato iltema sul rischio di delegittimazione dei giudici da parte dellapolitica. "Ogni inaugurazione dell'anno giudiziario - osservail magistrato - e' stata per me utile occasione per mettere inguardia dall'enorme pericolo che corre il Paese se i suoigiudici sono delegittimati". "Da ultimo - ha detto ancoraLucentini - pensavo che, finito un certo periodo di tempo, lecose potessero cambiare. Non siamo piu' additati comedisturbati mentali, non si dice piu' che taluni di noi, quellistessi impegnati in ben noti processi, sono mafiosi, criminali,irresponsabili. Peraltro tali epiteti - continua - non citoccavano piu' di tanto perche', per la loro grossolanita', sisconfessavano da se' stessi. E pero' mi sbagliavo, le cose sonosostanzialmente rimaste quelle di prima. Quello che e' cambiatoe' solo il metodo che e' diventato mediaticamente piu' sottilee dunque di maggiore suggestivita'". "Mi fu detto tempoaddietro - sottolinea Lucentini - che sul sito web del governoera scritto che, se la giustizia era lenta, era conseguenzadiretta delle ferie troppo lunghe dei magistrati. Mi sembro'incredibile e volli verificare di persona. Con mia enormesorpresa constatai che, effettivamente, sul sito governativo'passodopopasso', recentemente istituito, vi era la testualescritta: 'Meno ferie dei magistrati: giustizia piu' veloce'".Il presidente della Corte d'appello felsinea ha poi parlato diuno "sconsolante accostamento delle due proposizioni". "Ilconcetto che ne sta alla base - osserva ancora il magistrato -come se non bastasse e' stato di recente ribadito proprio dalcapo del Governo allorche' ha pubblicamente detto che preferivaai magistrati che facevano comunicati quelli che facevanosentenze che e' quanto dire, in sostanza, che i magistratipensassero a fare meno chiacchere e a lavorare di piu'". Lucentini aveva in precedenza rilevato il giudizio positivoarrivato dalla Commissione europea per l'efficacia dellagiustizia (Cepej) sulla produttivita' dei giudici italiani equanto detto dal capo dipartimento dell'organizzazionegiudiziaria del ministero della Giustizia che ha riconosciuto"l'assoluta laboriosita' - ha detto il presidente della Corted'appello bolognese - dei magistrati italiani". "Voglio solopensare - ha concluso Lucentini - anche se mi e' difficile, chenemmeno il capo del governo conoscesse ne' quanto aveva dettoil capo dipartimento di un suo dicastero ne' quanto avevarilevato la Cepej. Non voglio pensare che la politica, perfarsi bella, non volendo e non potendo metter mano ad una seriariforma della giustizia, debba ricorrere a mezzucci di talgenere che per le Istituzioni possono essere mortali". (AGI)