(AGI) - Milano, 24 gen. - Il presidente della Corte d'Appellodi Milano, Giovanni Canzio, ha dedicato un ampio capitolo allapenetrazione della 'ndrangheta in Lombardia nella sua relazioneinaugurale dell'anno giudiziario, sottolineando come vi sia, daparte della mafia una "interazione-occupazione". "Da unaattenta lettura delle vicende giudiziarie emerge - constatal'alto magistrato - che la presenza mafiosa al nord debbaessere ormai letta in termini non gia' di mera 'infiltrazione',quanto piuttosto di 'interazione-occupazione'. E cio' in forzadi un diffuso controllo di intere aree del territorio,esercitato col metodo intimidatorio e in un clima d'omerta',che ne consente la penetrazione negli interstizi dellasocieta', delle istituzioni, delle amministrazioni locali,dell'economia, dell'impresa e della finanza, secondo unastrategia che ruota intorno al nucleo dei flussi deifinanziamenti pubblici e delle vicende corruttive perl'aggiudicazione delle relative opere, forniture e servizi".Canzio ha ricordato le "centinaia di condanne a secoli dicarcere" pronunciate nel distretto che presiede nei processi'infinito' e in altri. Canzio nella sua relazione per l'apertra dell'anno giudiziarioha voltuto ricordare anche l'appuntamento di Expo 2015. Canzioha quindi sottolineao la necessita'di rafforzare le risorseumane e materiali. "Nel distretto milanese e in vista di Expo 2015, lo Statoe' presente e contrasta con tutte le istituzioni l'urtosopraffattorio della criminalita' mafiosa, garantendo,nonostante la denunciata carenza di risorse nel settoregiudiziario, la legalita' dell'agire e del vivere civile". "Ilfiorire di iniziative imprenditoriali collegate allostraordinario evento di Expo 2015 - sottolinea Canzio -lasciano presagire che per la criminalita' organizzata siaprano, insieme con nuove e piu' ricche opportunita',impreviste criticita', a causa del conflitto latente fra leoriginarie regole delle 'ndrine e i piu' ampi orizzonti diprofitto". Allo stesso tempo, pero', "si assiste al progressivorafforzamento delle strategie investigative e degli strumentidi prevenzione". Canzio evidenzia che "non si fermano leindagini e gli arresti, si applicano misure di prevenzionepatrimoniali su immobili e aziende, si annoverano circa 70interdittive antimafia del prefetto di Milano a carico disocieta' impegnate in lavori per l'Expo". "L'opinione pubblica ha espresso sentimenti di diffusaindignazione per le recenti decisioni di proscioglimento,pronunciate in taluni casi dalle Corti di appello e dalla Cortedi Cassazione (Cucchi, Berlusconi, gli scienziati e il sismaaquilano, Eternit)". E rimarca anche "il comprensibile, umanosconcerto per i pur gravi eventi contestati e rimastiimpuniti".Canzio evidenzia che questi processi, che si sono conclusi conassoluzioni, hanno "suscitato clamore" e "occupato le primepagine dei media, essendosi comunque ravvivata una frattura fragli esiti dell'attivita' giudiziaria e la sete di giustiziadelle vittime, rimasta inappagata, a prescindere da ognivalutazione di merito circa la correttezza, o non, dellesoluzioni adottate". Secondo Canzio, "la credibilita' complessiva del sistema e'stata messa in discussione per il solo fatto che le decisioniapparivano 'impopolari', senza che si avviasse, come puresarebbe stato necessario, una riflessione sulla complessita'dei fatti e delle prove, sui principi del diritto penale, sulleregole di garanzia del processo e sulla funzione di controllodelle impugnazioni".Nella sua relazione sull'amministrazione della giustizia neldistretto della Corte d'Appello di Milano, il presidenteGiovanni Canzio riserva un accenno all'indagine sulla presuntatrattativa tra Stato e mafia che ha portato all'audizionedell'ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano. "Sento il doveredi rendere onore alla Sua persona per avere, con equilibrio esaggezza, saputo salvaguardare la tenuta delle prerogativepresidenziali insieme con i valori di indipendenza e autonomiadella magistratura, tenendo la barra dritta sul crinale davveroimpervio della sua recente audizione, nel palazzo delQuirinale, da parte dei giudici della Corte di Assise diPalermo". "E' mia ferma e personale opinione, tuttavia -sottolinea Canzio - che questa dura prova si poteva risparmiareal capo dello Stato, alla magistratura stessa e alla Repubblicaitaliana". Nella relazione, Canzio rivolge "un saluto e unaugurio deferente e affettuoso" a Napolitano "al quale siamoriconoscenti e del quale abbiamo ammirato, nell'esercizio delsuo difficile mandato, il rigore morale e intellettuale, adifesa dei valori costituzionali della Repubblica italiana".(AGI)