(AGI) - Roma, 7 gen. - "A Roma operava da anni unaorganizzazione strutturale di uomini e mezzi funzionale allarealizzazione di una serie indeterminata di delitti conattivita' che si estendevano in diversi campi: propriamentecriminale, economico e della pubblica amministrazione". Eccoche cosa e', per i giudici del tribunale del riesame di Roma,quella che la procura ha chiamato 'Mafia Capitale', e cioe'"una ramificata organizzazione della quale Massimo Carminati(ex estremista nero, ndr) e' il capo e il riconosciuto punto diriferimento degli altri sodali". Nelle 87 pagine di motivazioni, il collegio, presieduto daBruno Azzolini, fa proprio il concetto di associazione di tipomafioso (che si avvale della forza intimidatrice del vincoloassociativo e della conseguente condizioni di assoggettamento edi omerta'), cosi' come configurato dal gip Flavia Costantinisecondo le indicazioni della procura. Un'associazione "in cuitutti i singoli sono perfettamente consapevoli di far parte diun sodalizio durevole e di operare per l'attuazione delprogramma criminoso comune". Spiegano i giudici del riesame:Carminati "gestisce i vari settori operatividell'organizzazione cosi' da una parte controlla il settorepropriamente criminale avvalendosi della collaborazione diRoberto Lacopo, formale gestore di un distributore di benzina aCorso Francia, di Riccardo Brugia e Matteo Calvio, personeaduse alla violenza". Sul versante economico, l'ex esponente dei Nar "si avvaledella partecipazione criminale di quelli che sono statidefiniti imprenditori collusi e cioe' di quegli operatorieconomici che, perfettamente consapevoli della naturadell'organizzazione che fa capo a Carminati e della sua forzadi intimidazione e penetrazione anche negli ambientipolitico-amministrativi, decidono scientemente di entrare a farparte del suo gruppo per ottenere vantaggi economici". Ma "e'nel settore della pubblica amministrazione - si legge nelprovvedimento del riesame - che l'organizzazione criminale simanifesta al proprio meglio. In questo campo l'organizzazioneopera attraverso le cooperative che fanno capo a SalvatoreBuzzi e che detengono una posizione assolutamente dominantenegli appalti, in numerosi settori dell'attivita' del Comune diRoma e di altri minori enti pubblici territoriali, cheottengono attraverso l'opera di corruzione dei pubblicifunzionari e/o attraverso la loro intimidazione". In questosettore Carminati e Buzzi "lavorano in continuo contatto fraloro e con una sinergia di intenti efficiente e funzionale cheporta a risultati ottimi per l'organizzazione in termini dicommesse e guadagni".
RIESAME, CARMINATI FIGURA MITICA E PERICOLOSA
A Roma c'era il 'mito' Carminati. Un personaggio "la cui storiacriminale ha certamente contribuito ad accrescerne la 'fama'".Un soggetto "pericoloso e violento per la societa' a tutti ilivelli che deve essere posto in condizione di non nuocere".Per il tribunale del riesame, che ha confermato l'ordinanza dicustodia cautelare in carcere firmata dal gip FlaviaCostantini, "e' certo che la figura di Carminati sia fulcroindiscusso del sistema di tipo mafioso che operava soprattuttonella Capitale". Carminati era cosi' temuto che unimprenditore, intenzionato a richiedere la protezione dellamalavita per non dare soldi al gruppo legato all'ex Nar, fucostretto a cambiare idea quando lo stesso malvivente al qualesi era rivolto (un tal 'Curto' di Montespaccato), informatodell'identita' degli estortori, gli suggeri' di lasciareperdere dicendogli 'daje i soldi'". La "contiguita' con la Banda della Magliana, l'appartenenzaai Nar, il coinvolgimento in processi di straordinariaimportanza mediatica", come quello sulla strage alla stazionedi Bologna, dell'omicidio Pecorelli e quello del furto alcaveau della banca interna al palazzo di giustizia di Roma"sono indubitabilmente circostanze che hanno reso Carminatipersonaggio criminale di eccezionale notorieta'". L'assoluzionedal depistaggio sulla strage e dal delitto Pecorelli e la nonpesante condanna inflitta a Carminati per il furto del caveau"hanno contribuito - scrivono i giudici - ad accrescere talenotorieta' valorizzando la nomea di 'intoccabile', di soggettoin grado di uscire indenne da ogni situazione in ragione dioscuri collegamenti con centri di poteri ai massimi livelli".Sull'ex terrorista nero, i giudici del riesame non sembranoavere dubbi: e' una persona spregiudicata e violenta, dispostaa fare uso di armi o a nutrire propositi "di tortura di coloroche si oppongono ai suoi programmi". La sua capacita' diinfiltrazione "nel settore politico-imprenditorial-economicoanche con metodi corruttivi e' palese e costituisce unaconcreta minaccia per le istituzioni. Il cinismo e l'estremogrado di determinazione nel delinquere di Carminati - concludeil tribunale - portano, in definitiva, a ritenere che esista unattuale piu' che concreto pericolo di recidiva". (AGI).