(AGI) - Caserta, 22 dic. - L'esecuzione di un decreto disequestro preventivo emesso dal gip di Napoli per societa'riconducibili all'ex sottosegretario all'Economia, NicolaCosentino e ai suoi fratelli (Aversana Petroli, Aversana Gas ela IP Service) e circa 142 distributori dislocati un varieregioni d'Italia, e' un corso da parte dei carabinieri diCaserta. Il provvedimento scaturisce dall'indagine che loscorso 3 aprile ha portato all'arresto di Giovanni e AntonioCosentino e dello stesso ex parlamentare del Pdl con le accusedi estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalita'mafiosa. Nella stessa operazione furono arrestati anche ifratelli del boss dei Casalesi Michele Zagaria. L'inchiestadella Dda di Napoli parti' nel 2011, e ricostruisce per i pmnapoletani l'illecita arrivita' di gestione delle aziende difamiglia, 'monopoliste' nel settore della distribuzionecarburanti anche grazie alla pressione del clan dei Casalesisulla concorrenza. I reati contestati ai 13 destinatari del provvedimentorestrittivo ad aprile, tra cui i 3 fratelli Cosentino, sonoquelli di estorsione, concussione, illecita concorrenza ericiclaggio con l'aggravante del metodo mafioso. L'impiantoaccusatorio e' stato confermato dalla Cassazione che lo scorso31 ottobre ha rigettato le istanze di alcuni indagati relativola misura cautelare. Il sequestro preventivo di beni hainteressato 12 province italiane, con sigilli apposti anche adistributori di carburanti in provincia di Siena che evidenzia"una ramificata penetrazione del gruppo Cosentino nel mercatonazionale - scrive in una nota la procura di Napoli - inparticolare nel Mezzogiorno, in Campania e Calabria". C'era un rapporto di "mutua utilita'" tra i fratelliCosentino e i gruppi camorristici dei Russo e degli Schiavoni,entrambi facenti capo alla consorteria dei Casalesi. A dirlo ilprocuratore Capo, Giovanni Colangelo, nel corso dellaconferenza stampa. Il sequestro ha interessato 12 provinceitaliane e testimonia, secondo la Procura, una "ramificatapenetrazione del gruppo Cosentino nel mercato dei carburanti,in particolare nel Mezzogiorno d'Italia ma anche in Campania,Calabria". Dalle indagini, cosi' com'e' stato spiegato daColangelo, accertato che gli indagati, attraverso un sistema dicoercizioni in danno di amministratori e funzionari pubblicilocali, avevano "costretto le pubbliche amministrazionicompetenti ad adottare atti amministrativi illegittimi perimpedire o rallentare la creazioni di altri impianti da partedi societa' concorrenti". "Nicola Cosentino riusciva a esercitare pressioni sullepubbliche amministrazioni per ottenere il rilascio diautorizzazioni e concessioni per le pompe di benzina grazie adalcune complicita' che aveva con l'ex prefetto Elena Stasi". ha detto il pm Francesco Curcio. "La presenza di fatto diNicola Cosentino nella compagina societaria della Ip Petroli edella Aversana Petroli poteva condizionare le amministrazionipubbliche anche se l'ex parlamentare non figurava come socio,lo era comunque". (AGI).