(AGI) - Roma, 3 nov. - Dopo due gradi di giudizio, e in attesadelle motivazioni della sentenza di secondo grado, apparepiuttosto improbabile che dalla rilettura "serena e senzapregiudizio" di tutti gli atti dell'inchiesta sulla morte diStefano Cucchi possano emergere fatti nuovi o nuovi spuntiinvestigativi, che non siano stati gia' esaminati dai pm MariaFrancesca Loy e Vincenzo Barba. I magistrati che hanno condottol'istruttoria non vogliono e non possono fare dichiarazioni mala loro irritazione e' evidente. Basta andarsi a leggere l'attodi appello con il quale hanno impugnato l'assoluzione in primogrado dei tre agenti di polizia penitenziaria e la condanna apene piuttosto miti dei medici e del personale sanitariodell'ospedale Sandro Pertini dove poi e' morto Cucchi. Daldibattimento in assise - si fa notare - "non sono emersi fattio responsabilita' diverse da quelle gia' configurate. Nessungiudice ha mai segnalato lacune nell'operato della procura ne'ha mai trasmesso gli atti all'ufficio per approfondire questa oquella posizione". Una ventina di carabinieri, tanto per fareun esempio, ha gestito Cucchi al momento del suo arresto: tuttisono stati sentiti al processo e niente e' emerso conriferimento a condotte illecite attribuibili agli uominidell'Arma. E' vero: come riportato da un quotidiano, in un paiodi atti (la comunicazione alla procura della notizia di reato eil verbale di arresto di Cucchi per detenzione di 54 dosi dihashish, di alcune di cocaina, oltre ad alcune pastiglie), ilgeometra 31enne risulta nato in Albania e senza fissa dimora.Ma quell'errore, dovuto all'utilizzo di un modulo prestampatoriferito probabilmente a un albanese arrestato qualche oraprima di Cucchi, e' poi stato ininfluente nell'evoluzione dellavicenda visto che nel certificato del casellario e in quelloanagrafico, nel verbale di sequestro dello stupefacente e inquello di perquisizione domiciliare, utilizzati per formare ilfascicolo da dare al giudice del dibattimento, e' riportato ildato corretto: Stefano Cucchi, nato a Roma il primo ottobre '78e residente a Roma in via Ciro da Urbino 55. E lo stessoCucchi, sentito nell'interrogatorio di convalida dell'arresto,ha fornito correttamente al giudice le sue generalita' e il suoindirizzo. "Non e' quello insomma l'errore che ha dato il via auna serie di errori ed omissioni sul caso Cucchi", spiegano apalazzo di giustizia. I pm Loy e Barba, sempre nell'atto diimpugnazione, se la sono presa con la corte di assise quando"in via del tutto congetturale" ha ipotizzato che Cucchi possaessere stato picchiato da alcuni operanti (carabinieri) almomento di rientrare dalla perquisizione domiciliare. Unacongettura che resta tale soprattutto quando la corte non haritenuto di trasmettere alcun atto alla procura ne' spuntidiversi sono arrivati dalla parte civile (famiglia Cucchi) odalle difese degli agenti di polizia penitenziaria. A piazzaleClodio si sottolinea come sia prematuro ogni commento, speciequando non si conoscono le motivazioni della sentenza disecondo grado, e che tutto deve poi superare l'eventuale vagliodella Cassazione. Cassazione che, va ricordato, ha annullato erimandato in appello la sentenza con la quale venne assolto ilfunzionario del Prap Claudio Marchiandi, condannato dal gup peraver fatto in modo che Cucchi venisse ospitato al Pertini,struttura inidonea rispetto alle patologie manifestato dopo ilpestaggio subito in una cella di sicurezza del tribunale. Inquel caso il giudice aveva recepito l'intera impostazioneaccusatoria. .