(AGI) - Roma, 31 ott. - Nessuno ha ucciso o provocato inqualche modo la morte di Stefano Cucchi, il trentunenne romanocon problemi di droga e anoressia, arrestato la notte del 15ottobre del 2009 e deceduto dopo una settimana nel reparto dimedicina dell'ospedale 'Sandro Pertini'. Lo ha sentenziato oggila prima Corte d'assise d'appello di Roma, presieduta da MarioLucio D'Andria, che ha assolto tutti gli imputati. Non ci sonocolpevoli perche' non ci sono prove a sufficienza perconfermare la sentenza che invece in primo grado, il 5 giugno2013, aveva visto condannati cinque medici, mentre gia' alloraerano stati assolti tre infermieri e tre agenti della poliziapenitenziaria. La formula assolutoria generale di oggi recita"perche' il fatto non sussiste", ai sensi dell'articolo 530,secondo comma del codice di procedura penale, che richiama lavecchia formula dell'insufficienza di prove. E cosi' sonoassolti dall'imputazione Aldo Fierro, il primario del repartodetenuti del 'Pertini', condannato invece a due anni in primogrado; i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Silvia Di Carloe Luigi De Marchis Preite, che in primo grado erano staticondannati a un anno e quattro mesi ciascuno. Assolto anche ilmedico Rosita Caponnetti, che era stata condannata a 8 mesi.Confermata la sentenza assolutoria di primo grado per gliagenti della polizia penitenziaria Nicola Minichini, CorradoSantantonio e Antonio Domenici, come pure per i tre infermieriGiuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe. Lemotivazioni della sentenza di oggi saranno depositate tranovanta giorni. "Non ci arrenderemo mai finche' non avremogiustizia", la prima dichiarazione di Giovanni e Rita Calore, igenitori di Stefano Cucchi, i quali sono scoppiati in lacrimedopo la lettura della sentenza di appello che ha assolto tuttigli imputati. "Allora per quale motivo e' morto Stefano? - hadetto il padre - Era sano, non e' possibile quello che e'successo". E Ilaria Cucchi ha commentato a sua volta "miofratello Stefano e' morto di giustizia, una giustizia che e'malata. La giustizia ha ucciso Stefano, e' morto cinque anni fain questo stesso tribunale dove in un'udienza direttissima deimagistrati non hanno visto le sue condizioni, quelle di unragazzo che dopo sei giorni si e' spento tra dolori atroci solocome un cane. Aspetteremo le motivazioni - ha aggiunto Ilaria -andro' avanti non mi faro' fermare e continuero' a pretenderegiustizia". La nuda cronaca della vicenda dice che pochi giornidopo la morte di Stefano, i genitori diffusero le foto shockdel suo cadavere, scattate in obitorio. Erano ben visibili,oltre alla magrezza scheletrica (Cucchi pesava 43 kg al momentodella morte), delle lesioni diffuse la cui origine non e' maistata del tutto chiarita. Il volto era tumefatto: una mascheraviolacea attorno agli occhi, uno dei quali schiacciatonell'orbita, un ematoma bluastro sulla palpebra e la mandibolaspezzata. E poi la schiena, fratturata all'altezza del coccige.L'inchiesta avviata dalla Procura diede il via ad unlunghissimo processo, iniziato con il rinvio a giudizio deidodici imputati (gennaio 2011). Da allora, 45 udienze, 120testimoni sentiti, decine di consulenti tecnici nominati daaccusa, parti civili, difesa, e anche una maxi-perizia dispostadalla stessa Corte. Fino alla sentenza di primo grado concondanne ed assoluzioni. In primo grado, per la III Corted'assise Cucchi non fu picchiato nelle celle di sicurezza deltribunale, ma mori' in ospedale per malnutrizione e l'attivita'dei medici fu segnata da omissione e noncuranza. Le penecomminate furono pero' molto inferiori alle richiestedell'accusa: un anno e quattro mesi per i quattro mediciaccusati di abbandono di persona incapace, favoreggiamento eomissione di referto. Le richieste, per tutti e quattro,superavano i cinque anni di detenzione. Per il quinto condanntoall'epoca - otto mesi per falso e abuso di ufficio - larichiesta iniziale era di due anni di reclusione. Dopo il primogrado, il procuratore generale Mario Remus chiese la revisionedella sentenza, continuando a sostenere la tesi della morte perpestaggio e poi per abbandono in ospedale. Prima dellariapertura del processo, fu anche disposto un maxi-risarcimentodi un milione e 340mila euro alla famiglia Cucchi da partedell'ospedale Pertini. La famiglia Cucchi annuncia ancorabattaglia: la prossima tappa dovrebbe essere il ricorso inCassazione. .