(AGI) - Roma, 14 ott. - Arresti domiciliari per l'exresponsabile unico del Padiglione Italia di Expo 2015, AntonioAcerbo, per l'imprenditore Giandomenico Maltauro, cugino diEnrico gia' coinvolto nell'indagine sulla cosiddetta "cupoladegli appalti" e arrestato lo scorso maggio, e per il facilitymanager del Padiglione Italia Andrea Castellotti, gia'direttore commerciale della societa' Tagliabue. Sono glisviluppi di un secondo filone di indagine relativo all'appaltosulle 'vie d'acqua' e condotto dai pm di Milano, ClaudioGittardi e Antonio D'Alessio che ipotizzano i reati dicorruzione e turbativa d'asta in un arco temporale che va dal2012 al luglio 2013. Agli imprenditori Antonio Acerbo nonchiedeva denaro ma lavori per il figlio Livio, che opera nelcampo delle consulenze, in cambio della possibilita' di entrarenel business di Expo attraverso le gare d'appalto. Sono due, inparticolare, gli episodi finiti all'attenzione degliinquirenti: una consulenza da circa 30mila euro data dallaMaltauro al figlio di Acerbo e un altro lavoro promesso ma poinon assegnato. Duro il giudizio del presidente dell'Autorita'nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, che parla divicenda "preoccupante" e di "un danno che deriva da un soggettoche pero' e' gia' uscito da alcuni giorni dalla struttura diExpo". Questo nuovo sviluppo dell'indagine su Expo deriva daperquisizioni e interrogatori successivi all'avviso digaranzia, notificato ad Antonio Acerbo nelle settimane scorse,che aveva portato alle sue dimissioni dalla carica diresponsabile del Padiglione Italia e da quella di subcommissario Expo. Tra le intercettazioni piu' significative unariguarda la seconda consulenza che avrebbe dovuto essereassegnata al figlio Livio, indagato per riciclaggio, oltre aquello da 30mila euro ottenuta da Maltauro tempo prima. Aprometterla sarebbe stato Giuseppe Asti, ad della Tagliabue,ditta inserita nell'associazione temporanea delle imprese (Ati)che si aggiudico' la gara per le vie d'acqua, una delle operepiu' importanti legate all'Esposizione Universale di Milano. Laconsulenza alla fine non fu assegnata perche', questa e' laspiegazione di Asti in una telefonata agli atti dell'inchiesta,"non sapevamo che lavoro" fargli fare. Asti, che e' indagato,era stato sentito a settembre dai pm e le sue dichiarazionisono considerate cruciali per ricostruire il 'modus operandi'di Acerbo. I militari della Guardia di Finanza, oltre anotificare i provvedimenti cautelari, hanno eseguito una seriedi perquisizioni nelle sedi Maltauro e Tagliabue. Il gip FabioAntezza ha respinto la richiesta dei domiciliari avanzata dallaprocura nei confronti di Enrico Maltauro: l'imprenditore avevaconfermato in diversi interrogatori la presenza di una "cupoladegli appalti". (AGI)