(AGI) - Roma, 31 ago. - "Le minacce di Toto' Riina dal carceresono molto significative. Non sono infatti rivolte solo a LuigiCiotti, ma a tutte le persone che in vent'anni di Libera sisono impegnate per la giustizia e la dignita' del nostro Paese.Cittadini a tempo pieno, non a intermittenza. Solo un 'noi' -non mi stanchero' di dirlo - puo' opporsi alle mafie e allacorruzione. Libera e' cosciente dei suoi limiti, dei suoierrori, delle sue fragilita', per questo ha sempre creduto nelfare insieme, creduto che in tanti possiamo fare quello che dasoli e' impossibile". Lo afferma don Luigi Ciotti in una nota. "Le mafie - spiega il fondatore di Libera - sanno fiutareil pericolo. Sentono che l'insidia, oltre che dalle forze dipolizia e da gran parte della magistratura, viene dallaribellione delle coscienze, dalle comunita' che rialzano latesta e non accettano piu' il fatalismo, la sottomissione, ilsilenzio. Queste minacce sono la prova che questo impegno e'incisivo, graffiante, gli toglie la terra da sotto i piedi.Siamo al fianco dei famigliari delle vittime, di chi attendegiustizia e verita', ma anche di chi, caduto nelle reticriminali, vuole voltare pagina, collaborare con la giustizia,scegliere la via dell'onesta' e della dignita'".Don Luigi Ciotti non si riconosce nella figura di don Puglisi,citato dal boss della mafia Toto' Riina in una conversazioneintercettata: "Non oso paragonarmi a don Puglisi - spiega ilfondatore di Libera in una nota - perche' sono un uomo piccoloe fragile. Un mafioso divenuto collaboratore di giustiziaparlo' di "sacerdoti che interferiscono". Ecco, io mi riconoscoin questa Chiesa che "interferisce", che non smette diritornare - perche' e' li' che si rinnova la speranza - alVangelo, alla sua essenzialita' spirituale e alla suaintransigenza etica. Una Chiesa - chiarisce don Ciotti - cheaccoglie, che tiene la porta aperta a tutti, anche a chi,criminale mafioso, e' mosso da un sincero, profondo desideriodi cambiamento, di conversione. Una Chiesa che cerca di saldareil cielo alla terra, perche', come ha scritto il PapaFrancesco: 'Una fede autentica implica sempre un profondodesiderio di cambiare il mondo'".Per don Ciotti "la mafia non e' solo un fatto criminale, mal'effetto di un vuoto di democrazia, di giustizia sociale, dibene comune. Ci sono provvedimenti urgenti da intraprendere eapprovare senza troppe mediazioni e compromessi. Ad esempiosulla confisca dei beni, che e' un doppio affronto per lamafia, come anche le parole di Riina confermano. Quei benirestituiti a uso sociale segnano un meno nei bilanci dellemafie e un piu' in quelli della cultura, del lavoro, delladignita' che non si piega alle prepotenze e alle scorciatoie.Lo stesso vale per la corruzione, che e' l'incubatrice dellemafie. C'e' una mentalita' che dobbiamo sradicare, quella dellamafiosita', dei patti sottobanco, dall'intrallazzo in guantibianchi, dalla disonesta' condita da buone maniere. Lacorruzione - avverte il fondatore di Libera - sta mangiando ilnostro Paese, le nostre speranze. Corrotti e corruttori sidanno man forte per minimizzare o perfino negare il reato. Ailoro occhi e' un'azione senza colpevoli e dunque senza vittime,invece la vittima c'e', eccome: e' la societa', siamo tuttinoi. Per me - conclude don Ciotti - l'impegno contro la mafiae' da sempre un atto di fedelta' al Vangelo, alla sua denunciadelle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla partedelle vittime, dei poveri, degli esclusi. Al suo richiamarci auna "fame e sete di giustizia" che va vissuta a partire da qui,da questo mondo".