"Il sito Beppegrillo.it, gestito dalla Casaleggio Associati che ne curava anche la contabilità, è nato nel 2005 da un incontro tra me e Gianroberto Casaleggio per fare controinformazione. Inizialmente si finanziava con gli incassi delle videocassette dei miei spettacoli. Nel 2014 è subentrata la pubblicità come forma di finanziamento del blog, pubblicità con dei limiti perché la gestiva Google. Ma in quel periodo il blog era ormai alla fine perché c'erano i social network e i commenti non andavano più lì ma sui social. Da quella operazione lì abbiamo avuto tutti delle perdite. Basta vedere le mie denunce dei redditi dal 2005 in poi".
Lo ha testimoniato Beppe Grillo nel processo per diffamazione a carico dell'ex militante del M5S Giovanni Favia che in un articolo di stampa del 2015 aveva definito poco chiari i rapporti finanziari tra il blog che portava il nome del fondatore dei Cinque Stelle e la Casaleggio Associati.
"Io in 4-5 anni dal blog - ha aggiunto Grillo - avrò percepito 20-30 mila euro, ma quei soldi servivano per sostenere il server, proteggerlo e pagare gli stipendi alle persone che ci lavoravano. Non ero a conoscenza del flusso di denaro, non sapevo e non volevo sapere i numeri perché mi fidavo di Gianroberto. Mai parlato di soldi con lui con il quale c'era un rapporto di onestà, trasparenza e amicizia: ci eravamo messi assieme per migliorare questo Paese e non per guadagnare soldi. I bilanci sono pubblici, ma non me ne sono mai occupato. Io faccio il comico, non sono finanziere e neppure economista".
"Il fatto che girassero milioni di euro attorno al blog è una palla messa in giro da questi individui qua che hanno infangato persone perbene che ora non ci sono più. Quello che posso dire - ha concluso Grillo - è che non c'era fatturato dal blog, non circolavano soldi, non c'erano sponsorizzazioni né pubblicità, non c'erano introiti".
Favia condannato per diffamazione
Giovanni Favia, a processo per diffamazione, è stato condannato dal giudice di Roma Luca Ghedini Ferri al pagamento di 500 euro perché ritenuto responsabile di aver diffamato Gianroberto Casaleggio quando nel 2015, parlò di rapporti economici poco chiari tra il blog di Beppe Grillo e la Casaleggio Associati.
Il pm aveva sollecitato una condanna a sei mesi di reclusione. Il giudice ha anche disposto una provvisionale di 10 mila euro in favore della Casaleggio Associati e di 5 mila euro in favore di Davide Casaleggio, il figlio di Gianroberto. "è una vergogna - ha commentato Favia alla lettura della sentenza -, prenderò tutte le strade per segnalare questa vergogna. Io mi sono limitato a raccontare solo fatti".