(AGI) - Roma, 25 mag. - "Al neo Presidente Sergio Mattarellaripetiamo le stesse parole che Cosimo Lacava ha scritto alPresidente Napolitano: Vorremmo pero' poter decidere di farericerca nel nostro Paese ed essere capaci di attrarrericercatori dall'estero". Questo l'appello di un gruppo diricercatori dal CNR-IMAA di Potenza che fanno loro le parole diCosimo Lacava, ricercatore italiano all'estero, passato allaribalta delle cronache per la lettera scritta a fine 2014 alPresidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Riemerge cosi'la questione dei giovani ricercatori italiani costretti adandare all'estero per fare ricerca. Dopo l'appello di fineanno, infatti, nonostante l'invito del Capo dello Stato aprestare attenzione alla questione il problema e' tornatonell'oblio. "Dopo la buona scuola speriamo che si avviinoiniziative concrete per una buona ricerca e soprattutto siinvesta sui giovani ricercatori", ha spiegato il Direttoredell'IMAA-CNR, Vincenzo Lapenna, rilanciando la questione alCapo del Governo Matteo Renzi, raccogliendo le istanze emersenel corso del dibattito "La voce dei giovani ricercatori:esperienze a confronto", che si e' svolto oggi, nella SalaConvegni dell'Area della Ricerca di Potenza. All'incontro, cuiha partecipato lo stesso Cosimo Lacava, sono intervenutigiovani ricercatori che rigettano il luogo comune di "cervelliin fuga" perche' hanno sottolineato che "nel campo dellaricerca la mobilita' di cervelli e' la normalita'". In un'ottica di interscambio interculturale, si sono datiappuntamento al CNR-Imaa di Potenza giovani ricercatoriitaliani che operano all'estero, dalla Germania, alla Franciarivestendo anche ruoli di rilievo in prestigiosi istituti diricerca; giovani ricercatori stranieri sbarcati in Basilicataal Cnr-Imaa dalla Spagna, dalla Grecia e dalla Cina, oltre agiovani ricercatori italiani che hanno deciso di rimanere inBasilicata e in Italia nonostante tutte le difficolta' el'incertezza del loro futuro. "Il vero problema e' che l'Italia non e' un Paeseattrattivo per giovani ricercatori e non vi sono al momentoiniziative in grado di invertire o perlomeno contrastare questatendenza - ha sottolineato il Direttore dell'IMAA-CNR -.Questo aspetto e' ancor piu' rilevante per le regionimeridionali ed in particolare per la Basilicata. Vi e' unresearch divide tra Italia ed Europa e tra Sud e Nord delnostro Paese". Da una recente analisi del ERC Starting Grant2014 (programma dell'European Research Council) chedistribuisce 485 milioni di euro a progetti di ricerca dieccellenza proposti da chi ha ottenuto il dottorato da piu' di2 e meno di 7 anni, emerge un quadro desolante per l'Italia cherisulta incapace di attrarre giovani talenti. I ricercatorieducanti nelle universita' italiane si piazzano bene in questacompetizione (terzo posto dopo Francia e Germania) per numerodi Grants, ma solo il 36% dei vincitori italiani svolgeranno lapropria ricerca in Italia, cui va aggiunto un solo ricercatorestraniero. In sintesi , non solo l'Italia investe poco inricerca, ma regala fondi di ricerca ad altri Paesi Europei.(AGI)