Chi sono i terroristi latitanti ai quali l'Italia dà la caccia

Matteo Salvini ha assicurato che per gli estremisti di ogni colore non ci sarà tregua. Dove sono e cosa hanno fatto quelli che da anni sfuggono alla giustizia

Battisti terroristi latitanti
Vittorio La Verde / AGF 
Uno degli agenti della scorta di Aldo Moro, ucciso dalle Br nell'agguato di via Fani

Al lavoro per assicurare alla giustizia i terroristi latitanti di "qualsiasi colore: rossi, neri, bianchi, verdi". L'impegno assunto dal vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, nel giorno del ritorno in Italia di Cesare Battisti riguarda potenzialmente almeno una quarantina di nomi: uomini e donne che, dopo anni di militanza nella lotta armata, hanno cercato (e trovato) rifugio all'estero dopo aver partecipato a omicidi, rapine, sequestri, attentati.

Il caso probabilmente più eclatante è quello di Alessio Cassimirri, ex br, condannato all'ergastolo per la strage di via Fani costata la vita ad Aldo Moro e agli uomini della scorta: vive da anni in Nicaragua, dove gestisce un ristorante di pesce.

A Managua trovò rifugio anche Manlio Grillo, ex di Potere Operaio, condannato per il rogo di Primavalle insieme con Achille Lollo, scappato invece in Brasile: la loro condanna a 18 anni è caduta in prescrizione.

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In Sud America, forse in Perù, fuggì anni fa il militante di Prima Linea Oscar Tagliaferri, anche lui ricercato per omicidio e rapina ma la 'colonia' più nutrita resta sicuramente quella accolta in Francia, sotto l'ombrello protettivo della famosa, o famigerata - a seconda dei punti di vista - "dottrina Mitterrand".

Ne fanno parte, tra gli altri, Giorgio Pietrostefani, fondatore con Adriano Sofri, di Lotta Continua, condannato a 22 anni per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi; Sergio Tornaghi, della colonna milanese Walter Alasia, condannato all'ergastolo per partecipazione a banda armata; Marina Petrella, br accusata di concorso nell' omicidio di un agente; Enrico Villimburgo, condannato all'ergastolo nel processo Moro ter.

Oltralpe hanno trovato accoglienza anche due altre brigatisti di spicco come Simonetta Giorgieri e Carla Vendetti, della colonna toscana, condannate nel processo Moro ter.Un altro componente del commando entrato in azione in via Fani;, Alvaro Lojacono, accusato anche dell'uccisione di un giudice, e' diventato invece cittadino svizzero, dopo periodi di latitanza in Brasile e Algeria.

Diverso il caso di Delfo Zorzi, ex Ordine Nuovo, ricercato in relazione alle stragi di piazza Fontana a Milano e di piazza della Loggia a Brescia, accuse dalle quali poi è stato assolto. Vive in Giappone, con un nome nuovo, e lavora nell'import export nel campo della moda. Altri terroristi si troverebbero dispersi tra Argentina, Cuba, Libia, Angola e Algeria.



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