Roma - E' definitiva la condanna a 16 anni di reclusione inflitta ad Alberto Stasi per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto del 2007. La Cassazione ha infatti rigettato i ricorsi presentati dalla Procura generale di Milano e dall'imputato contro la sentenza emessa dalla Corte d'assise d'appello milanese il 17 dicembre dello scorso anno. La decisione e' arrivata dopo circa due ore di camera di consiglio. Il sostituto procuratore generale aveva chiesto l'annullamento della condanna sostenendo che non e' stato individuato un movente certo e che gli indici contro Stasi non sono sufficienti.
Alberto Stasi si e' costituito ed e' gia nel carcere milanese di Bollate. La decisione di consegnarsi subito dopo la sentenza definitiva, era gia' stata maturata da Stasi e dai suoi legali nei giorni scorsi. L'iter prevederebbe l'invio dell'ordine di esecuzione della pena dalla Cassazione ai magistrati competenti, in questo caso quelli di Milano dove si e' svolto l'appello, che poi la rendono esecutiva. E' previsto pero' anche che il condannato si presenti spontaneamente in carcere dove viene trattenuto in attesa dell'arrivo dell'ordine d'esecuzione.
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IL GIALLO DI GARLASCO - "Ho trovato una persona uccisa in via Pascoli, venite". Cosi' inizio' il 'giallo' di Garlasco, conclusosi oggi con la sentenza definitiva della Cassazione. A dire quelle parole fu Alberto Stasi, 24enne studente bocconiano, che il 13 agosto del 2007 chiamo' il 118 per chiedere i soccorsi. La sua fidanzata, Chiara, fu uccisa nella casa dove abitava con i genitori e il fratello, che in quel momento erano in vacanza.
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(AGI)
(12 dicembre 2015)