(AGI) - Perugia, 27 mag. - Ha preso il via stamani, davantialla Corte d'assise d'appello di Perugia, l'udienza per ilprocesso a Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell'Esercitoin carcere per l'omicidio della moglie, Melania Rea, uccisa il18 aprile del 2011 con 35 coltellate e il cui corpo venneritrovato nel boschetto delle Casermette, a Ripe di Civitelladel Tronto, in provincia di Teramo. Una udienza dal contenuto'tecnico', a porte chiuse, al termine della quale la Cortedovra' pronunciarsi dopo che,�il 10 febbraio�scorso, la SupremaCorte, pur riconoscendo la responsabilita' dell'imputatonell'omicidio, ha disposto un nuovo processo per rideterminareal ribasso la pena a 30 anni inflittagli in appello, eliminandola contestata aggravante della crudelta'. Parolisi, difeso dailegali Walter Biscotti e Nicodemo Gentile e recluso a Teramo,non e' presente in aula. Sono presenti, invece, il padre e ilfratello di Melania, Gennaro e Michele Rea, accompagnati dalloro legale di parte civile, Mauro Gionni. Nelle oltre 100pagine di motivazioni della sentenza, la prima sezione penalericonosce Salvatore Parolisi come unico responsabile deldelitto, maturato in una "esplosione di ira ricollegabile a unlitigio tra i due coniugi". Le ragioni fondanti del litigio,aggiunge la Suprema Corte nelle motivazioni "si apprezzanonella conclamata infedelta' coniugale" di Parolisi. Il "fattodelittuoso", sottolineano i supremi giudici, "si inserisce nelcontesto di una giornata 'apparentemente normale', i dueconiugi erano attesi di li' a poco a casa di amici", la figlia"era con loro" e "non e' risultato alcun particolare contatto,nella fascia oraria immediatamente precedente, con ulteriorisoggetti o terzi tale da far ipotizzare ulteriori e anomaliappuntamenti". La ricostruzione operata dagli inquirenti"colloca" Parolisi "sul luogo del delitto" e "costruisce ildelitto stesso in termini di 'occasionalita'" ossia legato al"dolo d'impeto" e non alla "premeditazione". Per i giudici "lamera reiterazione dei colpi", anche se "consistente", non puo'essere ritenuta "fonte di aggravamento di pena", in relazioneall'aggravante dell'aver agito con crudelta'. Ilcaporalmaggiore dell'Esercito, unico imputato per l'omicidiodella moglie, e' stato condannato dai giudici di primo grado almassimo della pena, con isolamento diurno. Il 30 settembre 2013la sentenza di secondo grado: Parolisi viene condannato a 30anni dalla Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila. Quindi ilricorso presentato dai suoi legali Walter Biscotti e NicodemoGentile, insieme al penalista Titta Madia, e il nuovo verdettodella Corte di Cassazione. A presiedere la Corte d'assised'appello di Perugia Maria Rita Belardi. A latere MassimoRicciarelli. Sostituto procuratore generale GiancarloCostagliola, lo stesso che si occupo' del processo perl'omicidio di Meredith Kercher.(AGI).