Anche i sondaggisti vanno in vacanza. Per questo, dall’ultimo aggiornamento della nostra Supermedia – risalente a due settimane fa – sono stati pubblicati solo due sondaggi nazionali. Anch’essi utili, a loro modo, a darci un’indicazione di massima su come stia messo il consenso ai partiti in queste torride giornate estive, prima di andare in vacanza anche noi e darci appuntamento a settembre.
Una lunga pausa per capire come cambiano le cose
La Supermedia di oggi è quindi particolarmente importante (nonostante si basi su un campione di sondaggi più ridotto del solito) perché costituirà il punto di riferimento per capire, tra un mese, se la pausa estiva avrà influito in qualche modo sugli orientamenti dell’opinione pubblica. In realtà, l’esperienza recente degli ultimi anni ci dice che quasi mai ciò si verifica. Non a caso, in agosto lo stesso dibattito politico di norma è ridotto ai minimi termini – per la gioia di chi è particolarmente insofferente all’esposizione mediatica dei politici. Fa eccezione giusto l’agosto 2011, mese nel quale (come molti ricorderanno) lo spread tra titoli italiani e tedeschi cominciò quell’impennata che avrebbe portato quasi al default e al conseguente insediamento del governo dei tecnici guidato da Mario Monti.
Vediamo quindi i dati di oggi e al consueto confronto con i dati di 4 settimane fa:
Il continuo testa a testa Pd-M5S
Partito Democratico e Movimento 5 Stelle continuano il loro testa-a-testa poco sopra il 27% dei consensi. Nell’ultimo mese non sembra cambiato molto: il PD perde qualche decimale, ma si tratta di uno scostamento irrilevante. Meno irrilevante è invece il dato della Lega Nord, che fa segnare un (nuovo) record con il 15%, in netta ascesa (+1,1) rispetto a un mese fa. Per correttezza, va sottolineato che il dato medio dei due istituti su cui è stata calcolata la Supermedia odierna (SWG ed Ixè) anche nelle settimane scorse oscillava tra il 14 e il 15 per cento: si tratta quindi di un aumento, ma anche in questo caso lieve.
Tutti gli altri partiti restano sorprendentemente stabili: Forza Italia al 13,4%, Fratelli d’Italia al 4,5%, Articolo 1 – MDP al 3,5%, e infine Alternativa Popolare (Alfano) al 2,7% e Sinistra Italiana al 2,2%.
Un settembre da tenere d'occhio. Non solo per l'Italia
Il mese di settembre sarà da tenere d’occhio per diversi motivi. In primo luogo, vi saranno le elezioni federali in Germania: il partito di Angela Merkel è in netto vantaggio dei sondaggi, e l’attuale cancelliera potrebbe così ottenere il suo quarto mandato consecutivo, stavolta senza nemmeno bisogno di un accordo di governo con i socialdemocratici.
Questo potrebbe avere delle conseguenze sul gioco politico in Italia: potrebbe, ad esempio, rafforzare gli argomenti di Berlusconi per cui il centrodestra italiano possa essere competitivo solo se prevale l’anima popolare e moderata – piuttosto che quella “radicale” incarnata da Salvini e Meloni; oppure, al contrario, potrebbe dare nuovo vigore a chi individua proprio nella Merkel il “nemico esterno” ideale a cui addebitare i problemi dell’Italia.
Quel che è certo è che il risultato di quelle elezioni avrà un’influenza quantomeno sull’agenda politico-mediatica italiana. Un po’ come già accaduto in primavera con le elezioni in Francia e in Olanda e la sconfitta dei candidati anti-euro Le Pen e Wilders: è vero che sui loro “omologhi” italiani non vi è stata finora una ripercussione negativa in termini di consensi (anzi); e tuttavia, non pochi hanno osservato che da allora le posizioni contrarie alla moneta unica sono state pronunciate con molta meno enfasi, e che l’accento è stato messo piuttosto (si pensi alle campagne della Lega e dell’estrema destra in generale) sul contrasto all’immigrazione e alla legge sulla riforma della cittadinanza (cd “ius soli”).
Non si tratta di dettagli: dal clima di opinione che ci attende alla ripresa delle ostilità, a settembre, dipenderà molto probabilmente se e in che modo determinati provvedimenti verranno ripresi o definitivamente accantonati, quale sarà la strategia del governo su certi temi e quali le strategie dei partiti, sempre alla caccia di un punto in più