“La definizione di quello che siamo e vogliamo diventare passa inevitabilmente attraverso l’errore, che è il momento in cui ci perdiamo per poi poi ritrovarci, in cui cadiamo per poi rialzarci un po’ più saldi”. Andrea Dusi, fondatore di Wish Days, conosciuta per i cofanetti regalo Emozione 3 venduta nel 2016 a Smartbox, ha deciso di raccontare la sua storia imprenditoriale in un libro pubblicato da Bompiani.
In “Come far fallire una startup ed essere felici”, ha raccontato la sua esperienza, di come prima di arrivare al successo (e vendere la propria azienda per una cifra milionaria, per chi fa startup, lo è) sia passato dal fallimento della sua prima startup. Spiega con un linguaggio semplice ciò che ha imparato, come ha reso un’esperienza drammatica (in Italia fino al 2006 c’era un registro degli imprenditori falliti, uno stigma che poteva essere tolto solo con la decisione della magistratura), un’occasione di formazione. Non è stato facile, racconta bene. Ma ci è riuscito.
Nel testo racconta questo percorso, insieme alle conoscenze maturate dal suo blog, startupover, dove fino al 2016 raccontava alcuni fallimenti di startup. E dà qualche consiglio a chi ha intenzione di mettersi in proprio, guadagnare l’indipendenza dai tempi di lavoro, e dal lavoro salariato, per diventare imprenditore.
“C’è una domanda che faccio a tutti gli aspiranti imprenditori che mi chiedono aiuto in qualità di mentir e business angel: ‘sei disposto a lavorare per tre o quattro anni di fila, per dodici ore o più al giorno, sette giorni su sette, senza mai prenderti una vacanza?’. Se la risposta non è un convinto sì, senza esitazioni, ho la certezza che il progetto sarà a rischio fallimento”.
Questa ‘ricetta’, non riassumibile in questa frase, ma dà un'idea, Dusi l'ha ricavata dalla sua esperienza diretta. È quello, spiega, che ha fatto con Wish Days agli inizi. Ma l'imprenditore spiega anche alcuni processi dell’innovazione, dal team all’analisi di mercato, dal piano strategico alla sua implementazione.
In sintesi, come inserirsi e non farsi schiacciare nei processi di ‘disruption’, di innovazione dirompente che travolge processi aziendali tradizionali e permette la nascita di nuovi modelli di business. Il fallimento è una palestra, per capire meglio mercato e tendenze dell’innovazione digitale. Non è una ricetta, ma uno schema di massima per chi è ancora indeciso se mettersi davvero a fare un’impresa innovativa.
La lettura del libello aiuterà ad avere le idee più chiare.