Dove può realisticamente arrivare la nazionale di basket

Oggi debutto degli azzurri di coach Messina agli Europei. Certezze e incertezze azzurre

Dove può realisticamente arrivare la nazionale di basket
 Afp
 coach Messina

Parte il campionato Europeo di basket, dove può arrivare l’Italia? Le assenze pesanti nella nostra e nelle altre squadre fanno entrare questa manifestazione tra quelle “dove tutto è possibile” che, tradotto dal 'banalese', significa che non essendoci formazioni assolutamente di un’altra categoria, come avrebbero potuto essere le favorite Spagna, Francia e Serbia alle quali mancano almeno 4-5 stelle a testa, ognuno è padrone del proprio destino, Italia compresa. Che potenzialmente, sulla carta (altro concetto pericolosissimo, soprattutto per gli azzurri) vorrebbe dire un logico cammino della nostra Nazionale fino ai quarti di finale, scoglio che non riusciamo a superare da 14 anni, per poi giocarcela contro chi, fortuna o sfortuna vorrà, avremo di fronte. L’obbiettivo è entrare nelle prime otto nonostante l’assenza ormai metabolizzata di Danilo Gallinari, quella da tempo preventivata di Alessandro Gentile e l’ultima, proprio alla vigilia del torneo, di “Dada” Pascolo. Andare più in là con il pronostico è come predire il tempo che farà tra otto giorni: tutti i meteorologi seri dicono che chi lo fa è solo uno stregone.

Una squadra senza certezze

Il problema, secondo me, è che l’Italia non ha finora dimostrato in campo di giocare come deve fare una squadra da primi 8 posti in Europa, con una punta Nba come Marco Belinelli e nucleo esperto al massimo livello e di vissuto comune come il nostro: Belinelli, Gigi Datome, Daniel Hackett, Nicolò Melli, Pietro Aradori, Andrea Cinciarini e Marco Cusin totalizzano più di 800 presenze, spesso assieme. Ma la preparazione, conclusasi con 4 sconfitte nelle ultime 6 partite, ha lasciato i grandi quesiti azzurri irrisolti. In parole povere, non abbiamo certezze, né in attacco né in difesa, di saper “fare bene” certe cose fondamentali o, meglio, non siamo mai riusciti a farle per 40’ (forse neanche per 20’…). Finora l’Italia in campo non ha pareggiato il valore che gli attribuiamo sulla carta. Può darsi che il clima della manifestazione e l’entrata in forma delle pedine base finora latitanti soprattutto in attacco, come Datome, Melli e Hackett, basti per spiccare il volo. Ma anche qui, fare previsioni prima di vedere le facce dei nostri giocatori alla palla a due con Israele di giovedì, è pura fantascienza.

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 Coach Messina

In teoria, tutto è possibile

Dalla nostra abbiamo un girone abbordabile dopo passano 4 squadre su 6. I rischi arrivano se gli azzurri non saranno in grado di imporre il loro gioco e il fisico. Si dice sempre che nel basket di oggi “tutti possono vincere o perdere con tutti” che è il parallelo cestistico del “non ci sono più le mezze stagioni”. Significa che ogni squadra ha delle qualità che, lasciate esprimere, se non vengono subito mortificate, possono far perdere anche le squadre più forti. Se l’Italia non segnerà i “rigori” costruiti col lavoro di tutta la squadra per i suoi tiratori e non terrà gli uno contro uno avversari, due grandi problemi visti nella preparazione, è chiaro che rischiamo anche con Israele padrone di casa, che ripresenta gli 8/12 della squadra che gli azzurri hanno battuto di 30 punti due anni fa ma, anche, un gruppo consolidato da quasi un decennio.

E anche con l’impetuosa e giovane Germania guidata da Dennis Schroeder, la Georgia che ha tre giocatori, tutte ali-pivot, come Pachulia, Shermadini e Shengelia di alto livello internazionale e persino la debole Ucraina che, però, fisicamente può mettere sotto chiunque se la si lascia fare a sportellate (così ci privò di una qualificazione mondiale 4 anni fa). Resta la Lituania, medaglia d’argento nel 2015, che per due edizioni consecutive ci ha cacciato fuori ai quarti di finale. E’ il classico esempio di squadra che, sulla carta, vale meno che in campo, per questo la onoriamo e la diamo favorita nel nostro girone. Ma l’Italia più batterla.

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 Marco Belinelli

Poi, dipende da come va il girone, avremo uno scontro diretto negli ottavi con una tra Francia, Slovenia, Grecia, Polonia o Finlandia. Ovvio che, per evitare le prime due squadre nettamente più forti delle altre, sia importante per noi qualificarci come primi o secondi. Ma a quel punto, tutto mi preoccupa molto meno. Se l’Italia sarà stata in grado di arrivare bene fin lì, poi saprà essere competitiva contro tutti. Sono le prime partite quelle dove saremo più insicuri e basterà un canestro fatto o sbagliato, una stoppata fatta o subita, una partita vinta o persa allo scadere a scrivere il nostro destino. A dirci, in altri termini, in che modo passeremo il turno, come una squadra gasata con certezze e ambizioni o un’incompiuta che andrà a sbattere contro la prima, vera, grande difficoltà. Che l’Italia non raggiunga gli ottavi, non voglio neppure pensarlo.

Luca Chiabotti
SportSenators.it



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