Il suono di un 'martemoto' (registrato per la prima volta)
- Illustrazione: simulazione fotografica del suolo di Marte
Oltre a essere brullo e gelido, Marte è un pianeta molto quieto. Il sensibilissimo sismografo della sonda InSight (qui fotografato mentre il braccio robotico lo deposita dolcemente sul suolo) ha dovuto aspettare mesi per rivelare il primo timido tremore del nostro vicino planetario.
La vibrazione registrata il 6 aprile è veramente minima e sulla Terra non sarebbe emersa dal rumore di fondo dal nostro turbolento pianeta. Tuttavia, si tratta pur sempre di una prima importante anche se gli esperti non sono in grado di dire se abbia avuto origine all’interno del pianeta o sia piuttosto la conseguenza dell’impatto di un meteorite.
Se volete rendervi conto di cosa sia il primo martemoto, la NASA ve lo offre in versione audio e video.
Il confronto tra la vibrazione sismica e quella dovuta al movimento del braccio robotico della missione vi dà un’idea della debolezza del segnale, così debole che non è stato possibile vedere l’onda di ritorno dopo l’attraversamento del pianeta. È proprio studiando come le onde sismiche si propagano e si riflettono all’interno della Terra che si può capire la struttura interna del nostro pianeta ed è quello che si spera di riuscire a fare su Marte.
Gli esperti di sismologia spaziale, che hanno avuto modo di studiare i dati dei sismografi piazzati sulla Luna delle missioni Apollo mezzo secolo fa, sostengono che il segnale marziano sia simile a quelli lunari e si felicitano che la NASA sia tornata ad occuparsi di sismologia planetaria portando a tre il numero di corpi celesti sismicamente attivi.
I sismografi sulla Luna hanno rivelato l’impatto di meteoriti (oltre che dei Lunar Module, che venivano fatti schiantare sulla superficie una volta finite le missioni, e delle cariche piazzate appositamente per produrre vibrazioni e studiare la propagazione delle onde) ma anche l’espansione termica della crosta più o meno riscaldata dal Sole.
Tuttavia, la natura dei segnali non artificiali è stata chiarita solo quando sulla superficie del nostro satellite naturale è stata costruita una rete con tre sismografi che hanno permesso di capire che i segnali misteriosi visti dallo strumento di Apollo 11 provenivano dall’interno della Luna.
Il team di InSight sperava di vedere un martemoto al mese, ma per rivelare il primo tremore, ha dovuto pazientare per mesi, durante i quali ha percepito solo le microvibrazioni indotte dal vento marziano.
Oltre ad inseguire il prossimo martemoto, il sismografo di InSight deve cercare di dare una mano alla sonda per la misurazione del flusso di calore che sta avendo qualche problema. La sonda, che doveva penetrare per diversi metri nel suolo marziano, si è fermata e non si riesce a farla muovere. Gli ingegneri stanno cercando di capire la natura del suolo studiando le vibrazioni indotte dal martello di tungsteno che colpisce la sonda senza riuscire a farla avanzare. Che dire? Buona fortuna.