È partito il nuovo cacciatore di esopianeti della Nasa

Al via la missione di TESS, con l'aiuto del Falcon 9 messo a disposizione dalla Space X di Elon Musk

È partito il nuovo cacciatore di esopianeti della Nasa

Dopo essere stato chiuso per due giorni nell’ogiva del Falcon 9 per aspettare che venissero fatti test addizionali sul sistema di Guidance Navigation and Control, TESS, il nuovo cacciatore di esopianeti della NASA, è stato lanciato.

Era la prima volta che il Falcon 9 veniva utilizzato per il lancio di uno strumento NASA e si capisce che SPACE X non avesse voglia di correre rischi. Per una missione di questo genere il ritardo di qualche giorno non costituisce un grande problema. Meglio andare con i piedi di piombo, anche perché il telescopio TESS (per Transiting Exoplanet Survey Satellite) ha richieste molto particolari sull’orbita ,che deve essere molto ellittica per portarlo a distanza simile a quella della Luna per poi farlo tornare vicino a Terra, sotto le orbite dei satellite geostazionari. Ogni orbita sarà percorsa in 14 giorni durante i quali i quattro “occhi” del satellite guarderanno con continuità una fetta del cielo. L’osservazione continuerà per l’orbita successiva, poi il telescopio si sposterà a puntare la fetta vicina per realizzare, nel corso dei due anni di vita orbitale della missione, una mappatura completa del cielo.

Per capire meglio la tecnica della mappatura delle fette di cielo, guardate questo breve video.

A differenza di Kepler, la missione NASA che ha scoperto migliaia di nuovi pianeti concentrandosi in una piccola regione dei cielo nella costellazione del Cigno che è stata osservata per un tempo molto lungo, TESS coprirà tutto il cielo concentrandosi sui pianeti più vicini e brillanti.

Un bel video del NYTimes racconta in pochi minuti oltre 20 anni di ricerca di pianeti intorno ad altre stelle e spiega benissimo la differenza tra Kepler e TESS.

Quindi, non dobbiamo aspettarci che TESS scopra migliaia di nuovi pianeti. Lo scopo di TESS è diverso. Deve selezionare i pianeti più interessanti in orbita intorno a stelle relativamente vicine che saranno poi studiati in dettaglio (per quanto possibile) dagli strumenti a Terra e dal successore di Hubble, il grandioso James Webb Space Telescope ( JWST, così grande ed ambizioso da avere sempre qualche problema che ne ritarda il lancio). Con un solo obiettivo: scoprire la Terra 2.0.



Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it