L’epidemia di casi di polmonite che si sta verificando in provincia di Brescia sta preoccupando l’opinione pubblica. I casi segnalati dall’Azienda di tutela della salute (Ats) di Brescia sono in totale 150 e due i decessi sospetti, un uomo di 85 anni d’età di Carpenedolo e una donna di 69 anni d’età di Mezzane di Calvisano.
Al momento non è chiaro quale sia la causa dell'epidemia. Con molta probabilità si tratta di una polmonite batterica. I primi esami sembrerebbero escludere la presenza del batterio Legionella, quello che è stato responsabile di un cluster di casi registrati di recente in provincia di Milano. Ma sono necessari esami più approfonditi per escludere del tutto che non sia proprio questo batterio la possibile fonte di contagio.
Il sospetto sull'acqua
I sospetti per ora si concentrano su una possibile contaminazione batterica da una fonte idrica. Credo che difficilmente la fonte sia acqua potabile. Molto più probabile, invece, che si tratti di acqua che viene utilizzata in ambito domestico, o quella usata per innaffiare i giardini oppure quella che si trova negli impianti di condizionamento. In generale, una fonte non ancora identificata porta a consigliare prudenza nell’utilizzare l’acqua. Si raccomanda quindi di utilizzare filtri per disinfettarla ed eventualmente farla bollire.
Nel frattempo si cerca di rintracciare il prima possibile l’origine del contagio e il batterio responsabile. Verosimilmente nel giro di qualche giorno si avranno i risultati delle analisi che si stanno conducendo anche presso l’Istituto superiore di sanità (Iss) e si potrà avere un quadro più chiaro.
Niente psicosi
E’ importante evitare, tuttavia, la psicosi generalizzata e conseguenti comportamenti esagerati. Non è quindi necessario correre e fare incetta di acqua minerale in quanto le acque potabili della zona sono state testate e dichiarate sicure. E’ bene non preoccuparsi ai primi segni che possono far pensare alla polmonite. I sintomi della polmonite sono molto chiari ed evidenti, come ad esempio febbre e tosse insistente. Se il rischio non è reale è meglio evitare di sovraccaricare il sistema sanitario. Al momento il cluster sembra essere molto localizzato in un numero ristretto di comuni nella provincia di Brescia. Quindi, non c'è un allarme generale, ma un livello di attenzione alto. Anche perché al momento il numero di casi sembra non accennare a diminuire.