Guardatevi attorno. Se il vostro vicino ha uno smartphone in mano è molto probabile che negli ultimi giorni abbia scaricato CodyCross. È la app del momento in Italia. Numero uno assoluta. Altro che Instagram, Whatsapp, Netflix. La numero uno in Italia è Codycross. È un gioco, come l’eterno Candy Crash che non passa mai di moda, come Ruzzle, meteora di qualche tempo fa. Un gioco che più vai avanti e diventi bravo e più diventa difficile. Un classico, insomma.
In pratica quando la lanciate compare un pupazzetto alieno che dice di essere sbarcato sul pianeta terra e chiede il vostro aiuto per risolvere un puzzle rispondendo ad alcune domande. La soluzione è una parola e ogni lettera della parola va inserita in un quadrato fatto a sua volta di tanti quadrati più piccoli, ma alcuni sono neri e non ci si può scrivere.
Se tutto ciò vi sembra familiare, se anche voi sentite il profumo della carta, se vi fa tornare in mente certi pomeriggi infiniti con la matita in mano a leggere strani indovinelli da un menu diviso in orizzontali e verticali; e infine, se il “Bartezzaghi” anche per voi era la croce e la delizia di ogni settimana, il sacro graal dell’erudizione, da conquistare con l’aiuto di amici e parenti, allora avrete capito che Codycross non è affatto nuovo. È semplicemente il caro vecchio cruciverba che dopo oltre un secolo di onorata carriera, è stato reinventato.
Dietro questa app c’è una società di giovani sviluppatori mai sentita prima: si chiama Fanatee, stanno di base a San Paolo del Brasile e sono riusciti a lanciare Codycross in tutto il mondo grazie ad un meccanismo inedito e semplice: in pratica hanno dato in tempo reale i dati dei download e dell’utilizzo della app ad una società che, sempre in tempo reale, erogava prestiti da investire in marketing. Insomma, più la app veniva usata, più soldi i brasiliani avevano da investire.
Geniale, no? E adesso rispondiamo a questa domanda: perché con tanti sviluppatori di app in Italia non lo abbiamo fatto anche noi?