Avete più provato a scattare una foto con una Polaroid?
È come ascoltare un disco in vinile, come leggere un romanzo di mille pagine su un libro di carta. È la riscoperta della lentezza per ritrovare dentro di noi briciole di felicità

Oggi con mio figlio ho fatto una foto come non mi capitava da tempo. Avevo comprato una nuova versione della Polaroid, una storica macchina fotografica che quando ero un bambino ci faceva impazzire perchè le foto si sviluppavano in pochi minuti davanti ad i tuoi occhi.
La Polaroid nel frattempo è fallita, così come molti produttori di rullini per macchine fotografiche, travolti dalla meravigliosa possibilità che ci offrono i telefonini di fare foto senza fine ad altissima definizione; ma da qualche anno la Polaroid è tornata sul mercato.
Una scommessa, o forse solo nostalgia non lo so. Ma so che la foto di questa mattina è stata un momento di un film di altri tempi: invece di scattarci selfie e raffica, con mio figlio abbiamo infilato il rullino, che assomiglia alla cartuccia di una stampante, ci siamo messi in posa davanti alla macchina, abbiamo impostato l’autoscatto, sorriso al momento giusto e poi siamo rimasti a fissare il foglio di carta fotografica che la Polaroid ha sputato quasi subito: la foto si è composta davanti ai nostri occhi in un tempo, che misurato con la fretta odierna, deve sembrare eterno: quindici minuti. Ma adesso abbiamo una foto unica, speciale, voluta, preziosa, e diversa dalle decine di migliaia di scatti che giacciono nelle memorie dei nostri telefonini e che probabilmente non stamperemo mai.

Questo non vuol dire che fare le foto con il telefonino non sia fantastico, anche perchè non si può andare sempre in giro con una macchina fotografica al collo mentre abbiamo sempre con noi il telefonino che scatta con una definizione davvero stupefacente.
Ma farsi una foto con la Polaroid è come ascoltare un disco in vinile, come leggere un romanzo di mille pagine su un libro di carta. Tutti questi gesti sono come il gusto di un bicchiere di vino di una annata speciale versato in un bicchiere importante, rispetto ad una bibita in lattina in un bar qualunque. La seconda è comoda, per carità, e anche piacevole, e necessaria a volte; ma il primo è un piccolo piacere della vita che non va perduto. È la riscoperta della lentezza per ritrovare dentro di noi briciole di felicità.
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