Tra Italia e Cina un pareggio utile grazie ai gol di Mattarella

Al cospetto del presidente cinese, il capo dello Stato ha consolidato la collocazione italiana sullo scacchiere internazionale, dopo alcuni dubbi e tentennamenti del governo, esercitando ancora una volta in pochi mesi il ruolo di garante dei trattati internazionali

italia cina pareggio mattarella xi jinping
Afp
Xi Jinping e Mattarella

Una amicizia, e un nuovo accordo, che non minano la collocazione euroatlantica dell'Italia né l'integrità europea. Sergio Mattarella riceve il presidente cinese Xi Jinping, garantisce all'Italia un nuovo sbocco per merci e investimenti, tranquillizza gli alleati, a Bruxelles come a Washington, che Roma non ha individuato in Pechino un nuovo alleato strategico e mette ordine nelle scelte di fondo del governo sugli accordi per la Nuova via della seta.

In un faccia a faccia con Xi, Mattarella si prende tutta la scena, accogliendo per primo l'ospite cinese; un protagonismo reso plasticamente quando alla cena offerta al Quirinale non si presentano né Matteo Salvini, critico sui rapporti con la Cina, né Luigi Di Maio, che lasciano solo il premier Giuseppe Conte a rappresentare il governo.         

Dopo aver spalleggiato il governo sulla scelta di siglare un Memorandum of understanding con la potenza asiatica, nonostante l'allarme della Ue e degli Usa, il capo dello Stato pone, e ottiene, una serie di paletti che garantiscano gli alleati: l'Italia non intende rompere il patto europeo, perché l'Europa non è un menu a la carte da cui la Cina può scegliere i pezzi migliori. Quindi il presidente chiede pari dignità nella cooperazione con la Cina, ottiene una disponibilità a discutere il tema dei diritti umani ed esclude settori sensibili come le telecomunicazioni dal Memorandum of understanding, cornice degli accordi economici e commerciali.

Alla fine Mattarella incassa il plauso di Matteo Salvini, critico della prima ora rispetto agli accordi per la nuova Via della seta, mentre a Bruxelles Giuseppe Conte si scontra con il presidente francese Emmanuel Macron ma ottiene il via libera di Angela Merkel. Entrambi saranno protagonisti di un 'controvertice' convocato dalo stesso Macron martedì all'Eliseo con il presidente Xi, a cui parteciperà anche il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker. 

Nella mattinata di venerdì Mattarella e Xi parlano per un'ora e concordano sulla necessità di rafforzare la cooperazione. Ben vengano dunque gli accordi siglati tra Xi e Conte. Ma il presidente italiano pone una serie di limiti e di condizioni che il cinese pare accettare. Mattarella rassicura dunque Usa e Ue, ricordando anche loro che sarebbe utile riprendere il dialogo Cina-Usa sul commercio e che la stessa Europa, mentre molti paesi hanno già rapporti ben più forti di quelli italiani con la Cina, avrà solo benefici dal Mou firmato domani: "Nel rispetto dell'unità europea e dell'amicizia con gli Stati Uniti - ha detto - è interesse di tutti avere rapporti aperti e trasparenti" con tutte le altre nazioni.

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Xi Jinping e Mattarella

Proprio da capo di Stato europeo chiede e ottiene dalla Cina una "disponibilità ad un confronto" sul tema dei diritti umani nella prossima sessione del Dialogo Ue-Cina. E lo stesso Xi si lancia in una dichiarazione di sostegno al processo unitario europeo: "Guardiamo con favore a una Unione Europea unita, stabile, aperta e prospera". 

Ma il presidente della Repubblica mette anche ordine nell'approccio italiano al Memorandum. Chiede al presidente cinese trasparenza, concorrenza, equità, lotta alla contraffazione, fine delle barriere ai nostri prodotti; insomma, la Via della seta dovrà essere "una strada a doppio senso". E Xi promette che la Cina importerà "sempre più prodotti di qualità", garantendo un approccio paritario.

In particolare Xi non cita le telecomunicazioni tra i settori di cooperazione economico-commerciale strategica tra i due Paesi, che si limiteranno a infrastrutture portuali, logistiche e di trasporto marittimo. La possibile presenza di un accordo sul 5G nel Memorandum aveva infatti messo in fibrillazione Washington, ma il tema non è più sul tavolo.

"La Repubblica italiana, Paese dotato di un'importante industria manifatturiera e vocato al commercio internazionale, Stato fondatore dell'Unione Europea, intende, nelle relazioni con la Repubblica Popolare Cinese, rendere sempre più forte il fecondo legame che ci unisce", riassume Mattarella. Che riequilibra così in una frase la collocazione italiana sullo scacchiere internazionale, dopo alcuni dubbi e tentennamenti del governo, esercitando ancora una volta in pochi mesi il ruolo di garante dei trattati internazionali. 

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