I programmi sono noti e le promesse possibili, ma anche qualcuna impossibile, sono state tutte fatte. I candidati sono in pista, le loro vite sono state spulciate fin nei conti in banca. Le architetture di governo sono state ipotizzate, anche le più ardite e instabili. I potenziali premier sono stati evocati quasi in ordine alfabetico. Che cosa potrà risvegliare una campagna elettorale che, se continuasse così, potrebbe diventare persino noiosa?
Finora, esauriti in poco tempo dibattiti che in altre epoche duravano intere settimane, ci ha pensato la drammatica cronaca nera ad animare, forse anche con toni esagerati, la polemica politica. Passata la settimana soft dedicata a Sanremo, molti pronosticano che il tema migranti continuerà ad essere quello centrale. L’idea della flat tax unisce il centrodestra ma non si comprende quanta presa possa fare sull’elettorato. Il bonus figli proposto dal Pd può essere accattivante per il ceto medio, ma non si sa quale platea potrebbe interessare. Il reddito di cittadinanza cavallo di battaglia del M5s si rivolge ai più deboli ma potrebbe non piacere a tutti.
Eppure c’è ancora una forte quota di elettori indecisi da convincere. Nonostante le polemiche sul tema migranti dopo le due tragedie di Macerata, ad esempio, il peso dei quattro schieramenti non sembra essere cambiato di molto, i principali spostamenti sono soprattutto all’interno delle stesse coalizioni, con un fenomeno di ‘cannibalismo interno’ agli schieramenti. I flussi di voto, quindi non sembrano interessare le macroaree politiche, ma piuttosto i temi lanciati dai vari leader alleati.
Ecco allora che, scontata una affluenza di voto che non dovrebbe superare il 65%, il pacchetto di indecisi, che i sondaggi danno circa al 15% di chi ha intenzione di andare a votare, potrebbe spostare il consenso in modo abbastanza significativo. In un panorama di sostanziale stallo tra centrodestra, Pd e M5s, due punti in più o in meno potrebbero fare la differenza. Un minimo di influenza lo avranno sicuramente i candidati nei collegi uninominali, ma la gran parte degli elettori deciderà in base ad altri motivi e, storicamente, è molto elevato il numero di coloro che decidono addirittura nell’ultimo giorno di campagna elettorale a chi dare la preferenza. L’assenza di duelli televisivi tra i leader non aiuterà a scegliere chi ha ancora dubbi.
Saranno dunque gli slogan dell’ultimo momento quelli che potranno determinare la vittoria dell’uno o dell’altro partito. Per questo tutti studiano i sondaggi che indicano gli interessi degli elettori e non c’è dubbio che il tema migranti sia quello che più polarizza in queste settimane e che, non a caso, viene cavalcato con maggiore insistenza. Ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo e dal nulla, da un tema di cronaca o di politica estera, potrebbe sbucare la trovata inattesa che potrebbe far spostare l’ago della bilancia in un senso o nell’altro.