Le banche sono ancora una volta terreno di scontro in questa dura campagna elettorale. Questa volta non si tratta di uno scontro diretto, ma di due diverse prese di posizione, una di Matteo Renzi e una di Silvio Berlusconi, che messe a confronto mostrano due linee politiche molto diverse. Il Primo attacca le banche e soprattutto gli istituti di vigilanza che avrebbero dovuto evitare problemi ai risparmiatori e ai correntisti, il secondo difende il sistema creditizio e soprattutto Mario Draghi.
Ma quali sono le differenze e perché i due ex alleati del Nazareno sono ora così distanti su questo punto? Il segretario Pd in una lettera alla Stampa si difende dall’accusa di aver chiuso un rapporto positivo con il governatore di Bankitalia per colpa della vicenda Banca Etruria. E attacca via Nazionale e Consob, colpevoli di non aver vigilato.
Renzi vuole far dimenticare Banca Etruria, e inseguire i grillini
Renzi cerca con la battaglia sulle banche sia di far dimenticare le critiche al suo operato sulla banca toscana, sia di inseguire i grillini su un tema caro agli elettori e in chiave anti-casta. Quanto a Draghi, Renzi lo difende, assicura che il Pd non intende far risalire alla sua gestione di Bankitalia le colpe dei disastri delle banche venete, ma fa dire dai big del suo partito che il tempo dei tecnici al governo è finito.