Il primo vero terreno di scontro tra Renzi e Berlusconi sono le banche. E Draghi
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Il primo vero terreno di scontro tra Renzi e Berlusconi sono le banche. E Draghi

Le banche sono ancora una volta terreno di scontro in questa dura campagna elettorale. Questa volta non si tratta di uno scontro diretto, ma di due diverse prese di posizione, una di Matteo Renzi e una di Silvio Berlusconi, che messe a confronto mostrano due linee politiche molto diverse. Il Primo attacca le banche e soprattutto gli istituti di vigilanza che avrebbero dovuto evitare problemi ai risparmiatori e ai correntisti, il secondo difende il sistema creditizio e soprattutto Mario Draghi.

Ma quali sono le differenze e perché i due ex alleati del Nazareno sono ora così distanti su questo punto? Il segretario Pd in una lettera alla Stampa si difende dall’accusa di aver chiuso un rapporto positivo con il governatore di Bankitalia per colpa della vicenda Banca Etruria. E attacca via Nazionale e Consob, colpevoli di non aver vigilato.

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Renzi vuole far dimenticare Banca Etruria, e inseguire i grillini

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Insomma, per ora il leader dem se la gioca in una campagna elettorale su temi antisistema, e per il futuro cerca di esorcizzare l’ipotesi di un governo tecnico. Se proprio governo di larghe intese dovesse essere, par di capire, meglio che alla guida ci sia un politico.

Berlusconi difende il sistema delle banche, e chiede di vedere reponsabilità personali

Il leader di Forza Italia invece difende il sistema delle banche e chiede che non sia travolto dalle critiche nel suo insieme ma solo verificando responsabilità personali. E soprattutto chiede che la questione non venga utilizzata a scopi elettorali. Quanto a Draghi, lo difende, rivendica di averlo candidato alla guida della Bce e dimentica il ruolo dell’istituto di Francoforte nella fine del suo governo nel 2011.
Del resto già in estate Berlusconi aveva ipotizzato una guida Draghi per il centrodestra, pur sapendo che il governatore non ha nessuna intenzione di scendere in politica. La strategia del Cavaliere ormai è chiara: tranquillizzare moderati ed establishment in funzione antigrillina, tenere un profilo da uomo di Stato responsabile verso l’Italia e verso l’Europa, a cominciare da Angela Merkel. E per il futuro, sapendo di non poter guidare lui il governo, meglio non litigare con chi, un giorno, potrebbe avere incarichi politici di rilievo.
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