I test importanti dei cinesi sulla Luna sono quelli sui moscerini della frutta
L'Agenzia spaziale di Pechino stanno verificando gli effetti delle radiazioni sulla germinazione e sulla vita dei moscerini della frutta e lieviti. Che potranno fornire risposte decisive sulle reali condizioni di permanenza umana di lungo periodo sul nostro satellite

Ma esattamente cosa hanno fatto i cinesi sulla Luna con la loro missione Chang’e-4? Hanno davvero piantato il cotone sulla Luna o è stato un esperimento sugli effetti delle radiazioni e della gravità sugli organismi viventi? La Cina ha rivendicato di essere stata la prima superpotenza a far germogliare un seme sulla luna, ma cosa è avvenuto davvero?
L’esperimento di cd agricoltura spaziale, è nato secondo l’agenzia Xinhuanet e dalle dichiarazioni dello scienziato responsabile da un concorso di idee tra gli studenti cinesi ma anche no, direbbero a Roma. L’idea di costruire una camera di crescita sigillata (è vietato contaminare la luna con batteri o materiale biologico quindi è impossibile, legalmente, coltivare direttamente su suolo lunare), non è originale, la NASA e Google avevano anche lanciato un concorso tra studenti per progettare l’esperimento, ma i primi a realizzarlo sono stati, indipendentemente i cinesi.
A giudicare dalle foto dei prototipi NASA e cinesi, sarebbe facile immaginare chi ha copiato cosa, ma nella scienza spesso conta solo chi arriva per primo. E questa volta i primi a portare una camera di crescita sulla luna sono stati i cinesi.
(fonte foto INAF)
Si è detto che oggetto della missione era far germogliare delle piante sulla luna, questo è vero ma è forse la parte meno interessante dell’esperimento avvenuto a bordo del lander della Chang’e-4 sulla superfice della luna. In realtà analizzando le poche e sfocate immagini diffuse, quelle del contenitore (la buffa simil pentola a pressione), le dichiarazioni diffuse dalle agenzie cinesi proviamo a ricostruire più in dettaglio l’oggetto dell’esperimento.
(fonte foto INAF)
La “camera di crescita cinese” di circa 2,6 kg di peso, conteneva un terriccio di crescita ( probabilmente una riproduzione di quello lunare o comunque sterilizzato), semi di patata, rapa, arabidopsis (arabetta comune) e cotone. Uova di moscerino della frutta acqua e ossigeno.
Si parla poi di un “tubo” che convoglierà la luce della superficie lunare all’interno. Il tutto progettato per resistere senza apparentemente, batterie, agli incredibili sbalzi di temperatura lunari che possono raggiungere i 120 gradi Celsius.
La sostanza bianca che si vede ricoprire la parte destra della foto è sembrata agli osservatori meno attenti ghiaccio, ma allora i germogli di sinistra sarebbero già dovuti essere morti allora, forse, è una gelatina che si forma tra acqua e composti inseriti nella stuoia preseminata, per far mantenere umidità e acqua biodisponibile intorno ai semi.
Tutti questi “ingredienti” segnalano la volontà dichiarata nel comunicato dell’agenzia Xinhua di indagare non la sola germinazione, ma le più ben importanti e mai verificati in situ, effetti delle radiazioni sulla germinazione e sulla vita dei moscerini della frutta e lieviti.
Sia l’arabidopsis, una delle prime piante di cui è stato descritto l’intero genoma, che i moscerini della frutta, usati negli esperimenti di genetica per la loro rapidità di riproduttiva, sono poi entrambi organismi usati in tutti i laboratori del mondo per esperimenti sulle modifiche del genoma indotte ad esempio dalle radiazioni.

(fonte foto INAF)
Altro grande protagonista di questo esperimento è stata la gravità lunare, infatti esperimenti di crescita in microgravità sono stati fatti sulla base spaziale internazionale, su quella Russa MIR ed anche dai giapponesi qui per la prima volta si è potuto studiare l’effetto della gravità lunare su un ecosistema completo di tipo terrestre.
L’esperimento, progettato per durare, nella sua prima fase diciamo “vitale” 9 giorni, sembra avere avuto pieno successo, anche se probabilmente le foto diffuse sono relative alla camera di controllo sulla Terra, in quanto in 9 giorni nessuna delle piante citate dai cinesi avrebbe potuto produrre un germoglio gigante come quello visto sulla sinistra della foto.
Una volta atterrata sulla superfice lunare, è stata diffusa acqua nella camera di crescita, probabilmente usando un tessuto con semi visibile a dx nella foto (in Italia qualcosa di simile è svilluppato dal mio team) come substrato, e non la sopravvalutata idroponica, tanto popolare tra le nostre università e centri di ricerca ma considerata superata da NASA (per l’esperimento sulla base spaziale VEGGIE3 hanno usato uno speciale terriccio) e Taikonauti cinesi per l’ovvia considerazione che ad oggi di acqua sulla Luna o Marte ce ne è pochissima ( e la cui esistenza non è mai stata ancora osservata direttamente) e di tecnologie per estrarla ancora di meno.

Quindi hanno voluto riprodurre un ecosistema terrestre completo o come si dice nel settore, biorigenerativo, capace di mantenere l’umidità per verificare gli effetti delle radiazioni e della gravità lunare sulla germinazione e crescita delle piante e delle forme viventi, moscerini e lieviti.
Perché solo 9 Giorni? Perché poi è arrivata la notte lunare che dura circa 2 settimane ed ha congelato a temperature inferiori ai -120 gradi celsius tutto il sistema. All’arrivo del giorno, il ghiaccio si scioglierà, il sistema inizierà a decomporsi e i raffinati sensori inseriti raccoglieranno altri preziosi dati.
Questo non è un esperimento di sola germinazione ma è la riproduzione di una mini base spaziale permanente in cui uomini, piante e animali dovranno convivere in un futuro più vicino di quanto pensiamo. I cinesi sono sbarcati sulla Luna per restarci, e con questi esperimenti stanno verificando le condizioni per permettere una permanenza umana di lungo periodo sul nostro satellite, come in Spazio1999, ma vent’anni dopo.
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