La campanella a scuola sembra suonare troppo presto la mattina e i ragazzi, obiettivamente, sono sempre più assonnati, stanchi e nervosi con ripercussioni importanti sull’apprendimento, sul rendimento scolastico e sul tono dell’umore.
E’ veramente tutta colpa della sveglia troppo presto o ci sono altri fattori per cui i ragazzi non dormono? Per questa ragione è già diversi anni che fisiologici, pediatri, psicologi ed educatori dibattono se sia il caso di far alzare i ragazzi più tardi e traslare l’ingresso a scuola di qualche ora. È indubbio che si debba tener conto dell’orologio biologico dei ragazzi in fase adolescenziale e che oggi, i ragazzi, vivano in un contesto differente rispetto a prima, dove i ritmi legati al loro stile di vita li conducono in un certo qual modo a diminuire la qualità e la quantità del sonno, mentre i ragazzi avrebbero bisogno non solo di dormire di più e meglio.
C’è una scarsissima igiene del sonno, a partire dagli adulti che dormono poco e male. Il vero problema è questo non ci parla a sufficienza dell’importanza del dormire bene, soprattutto del suo legame con l’umore e con il benessere psicofisico. Se non si dorme adeguatamente con un numero di ore sufficienti, senza interruzioni e in maniera profonda, si rischia che la macchina non recuperi e riparta sempre carica dal giorno prima creando una condizione di stress, che influenza sia gli aspetti cognitivi, come per esempio l’attenzione, la concentrazione, la memoria e quindi il rendimento lavorativo e scolastico, che l’umore. Rischiamo di essere più tesi, più nervosi, più irascibili e condizionabili.
In Italia è pronta la sperimentazione in un Liceo di Brindisi in cui alcune classi prime dell’Istituto, l’inizio delle lezioni sarà posticipato alle 10 per poi verificarne gli effetti e i possibili benefici.
Le abbuffate tecnologiche notturne
Il vero problema che preoccupa seriamente noi psicoterapeuti dell’età evolutiva è che i bambini e soprattutto gli adolescenti dormono veramente troppo poco e male. La verità è che per un padre e una madre, stremati dai ritmi imposti dalla nostra società, diventa estremamente difficile monitorare adeguatamente l'igiene del sonno dei figli, catturati da attività notturne in rete tra social, chat, "abbuffate" di video su YouTube, serie tv in streaming e sfide ai videogiochi.
Partiamo da alcuni dati su cui riflettere: secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza 6 adolescenti su 10 dichiarano di rimanere spesso svegli fino all’alba a chattare, parlare e giocare con gli amici o con la/il fidanzata/o, mentre nella fascia dei preadolescenti sono 4 su 10.
Dopo cena i ragazzi, impegnati durante la giornata tra scuola a tempo pieno, compiti, attività extrascolastiche e sportive, spostano le loro attività online, tra social network, giochi e chat. Si parla e si sta connessi finché gli occhi non si chiudono da soli e si rimane spesso con il telefono o il tablet in mano ancora accesi, che non vengono neanche spenti per poter controllare l'eventuale arrivo di notifiche durante la notte, andando così a gravare ancora di più sul riposo.
Non è solo questione di tecnologia
La fatica a svegliarsi presto al mattino, tuttavia, non è legata solo all'utilizzo della tecnologia o al fatto di non andare a letto presto, e anche se una soluzione sembrerebbe quella di andare a dormire prima, anche limitando l'uso dei dispositivi tecnologici, non ci si riesce o non si ottengono gli effetti sperati.
Bisogna considerare, infatti, che l'orologio biologico degli adolescenti funziona diversamente rispetto a quello degli adulti: in questa fase evolutiva i ritmi circadiani cambiano, per cui si tende ad andare a letto più tardi, perché più tardi viene rilasciata la melatonina, ormone che regola il ciclo sonno-veglia, rendendo i ragazzi più attivi di notte e disconnessi nelle prime ore della mattina.
Ritardare l'orario dell'entrata a scuola, e quindi della sveglia mattutina, non deve rappresentare però un ulteriore pretesto per restare sempre connessi o andare a dormire sempre più tardi: la quantità e la qualità delle ore di sonno, infatti, è fondamentale e deve restare invariata, a prescindere dall'orario di ingresso a scuola, creandosi una routine serale e mantenendo sempre un equilibrio tra ore di sonno e attività diurne.
Il rischio sarebbe proprio quello, di non risolvere il problema alla radice, per cui se da un lato entrare alle 10 sarebbe una soluzione per far esprimere al meglio le abilità cognitive, dall’altro si rischia che comunque, per via delle loro cattive abitudini, non dormano ugualmente.
Sarebbe importante uscire più tardi da scuola, fare i compiti dentro le mura scolastiche con gli altri compagni e i professori senza sovraccaricarsi a casa per avere del tempo anche per fare sport o altri hobby e per non stare troppe ore buttati per strada. Sarebbe un contenerli maggiormente, fattore che oggi è assente, di cui hanno fortemente bisogno.
Il benessere al centro
Sicuramente, nella società in cui viviamo, dove le famiglie italiane hanno già numerosi problemi da gestire nel quotidiano, tra gli impegni lavorativi e l'organizzazione giornaliera di tutte le attività svolte dai figli, non è così facile posticipare di due ore tutta la routine quotidiana. Infatti, soprattutto per chi abita lontano dalla scuola, si rischia di andare a gravare sull’assetto familiare e di creare problemi logistici, spese extra, necessità di richiedere permessi di lavoro anche quando non sono strettamente necessari o chiedere favori agli altri genitori.
Le famiglie italiane sono settate su orario di inizio legato alle 8 o 8.30, bisognerebbe fare dei cambiamenti radicali importanti. Sicuramente l’aspetto positivo di questi cambiamenti e dell’attenzione che si ripone su queste tematiche anche nelle scuole italiane è quello di mettere al centro il benessere degli adolescenti, dove le istituzioni siano anche in grado di andare incontro alle esigenze e ai bisogni dei ragazzi, senza perdere di vista però gli aspetti complessivi e valutare con molta attenzione tutti i fattori in gioco.