Ci sarà un grande contributo della ricerca italiana nei lavori e nei rapporti che saranno elaborate per supportare la Fao nei suoi progetti di sviluppo. Nei giorni scorsi l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) si è unito alla collaborazione tra FAO e i tre principali centri di ricerca italiani - Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria (CREA) e l'Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA) - volta a promuovere la produzione alimentare sostenibile e la nutrizione nei paesi in via di sviluppo. Per l’Ispra è un importante risultato e riconoscimento.
L’Istituto ambientale ISPRA si unisce alla rinnovata collaborazione tra la @FAO e i principali centri di ricerca italiani - CNR, CREA ed ENEA - per promuovere l’agricoltura sostenibile.
— FAO Newsroom (@FAOnews) 10 luglio 2018
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Il Presidente di Ispra, Stefano Laporta, ha accolto con grande soddisfazione il fatto che, “per il primo anno, Ispra firma un Memorandum di Intesa con la FAO insieme ad altri 3 enti di ricerca italiani di primo piano. Con Ispra è rappresentato tutto il Sistema Nazionale a rete per la protezione dell’Ambiente (SNPA). Ciò significa coniugare il quadro internazionale e nazionale con quello locale delle nostre Agenzie regionali. L’entrata di Ispra ed SNPA in questo accordo offre a FAO nuove competenze legate ai temi ambientali. In collaborazione con l’Organizzazione, approfondiremo i legami tra agricoltura e cambiamenti climatici, nutrizione e qualità del cibo, prodotti agricoli ed economia circolare, gestione delle acque e del suolo, protezione degli ecosistemi. Questo accordo ci porterà a condividere con FAO l’esperienza maturata da Ispra e da tutto il Sistema Nazionale in 25 anni di lavoro in campo ambientale”.
"Il mondo si confronta oggi con sfide globali senza precedenti, che colpiscono la sostenibilità a lungo termine dei sistemi alimentari e dell'agricoltura, con un impatto sulla sicurezza alimentare globale e sui mezzi di sostentamento di milioni di piccoli agricoltori in tutto il mondo" ha affermato Maria Helena Semedo, Vice Direttore Generale della FAO e Coordinatrice per le Risorse Naturali.
Con una popolazione mondiale che raggiungerà i 10 miliardi di persone nel 2050, la FAO stima che la produzione agricola dovrà aumentare di circa il 50 per cento rispetto ai valori del 2012 per venire incontro alla maggiore domanda di cibo. La ricerca avrà un ruolo cruciale per aiutare i paesi a trovare il giusto equilibrio tra aumentare la produttività agricola, gestire in modo sostenibile le preziose risorse naturali e conservare gli ecosistemi.
"Le principali istituzioni di ricerca italiane possono fornire esperienza, informazioni e scienza di cruciale importanza per progredire verso sistemi alimentari sostenibili e per raggiungere Fame Zero entro il 2030" ha sottolineato Semedo.
"Con questo accordo di ampio raggio, l'Italia può fornire un contributo ancora più importante alla FAO nel campo dell'innovazione agricola a favore dei produttori a livello familiare e dei piccoli proprietari. Assieme possiamo veramente trasformare i sistemi agricoli e alimentari e trovare soluzioni innovative per renderli sostenibili" ha affermato Pierfrancesco Sacco, Ambasciatore d'Italia e Rappresentante Permanente presso le Agenzie ONU in Roma, alla cerimonia della firma.
Rinnovo di una collaborazione di successo
Attraverso questa collaborazione, negli ultimi tre anni, la FAO e gli istituti di ricerca italiani hanno organizzato una serie di seminari su un'ampia gamma di temi, incluso i suoli, i legumi, l'acqua e la gestione dell'energia per sistemi alimentari sostenibili. La collaborazione si è inoltre cimentata su temi come la salubrità alimentare, fornendo evidenze scientifiche per il Codex Alimentarius.
Nei prossimi tre anni, la rinnovata collaborazione si concentrerà sulla condivisione delle conoscenze e sullo sviluppo di nuove iniziative basate su un approccio olistico alla sostenibilità. Le aree principali di collaborazione includono: l'innovazione agricola, i cambiamenti climatici, lo sviluppo di nuove tecnologie e di protocolli per la qualità del cibo e la nutrizione umana, lo sviluppo della catena del valore attraverso un approccio sistemico per l'innovazione locale, la gestione del suolo e delle risorse idriche e la qualità degli ecosistemi.