"Non ci sono confini tra chi soffre". Bergoglio ci ricorda che la misericordia non è un optional
- Papa Francesco stringe le mani dei fedeli
Nel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la Divina Misericordia, il Papa della Misericordia ricorda al mondo che, nelle nostre relazioni, anche in quelle economiche, la misericordia non è un optional. Il Covid-19 "ricorda a tutti che non ci sono differenze e confini tra chi soffre. Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi". La spiegazione del cambiamento sta proprio in quella frasetta: “non ci sono confini”.
Chi di noi era sano pensava di poter rimanere tale in un mondo malato ma il Coronavirus ci ha mostrato che non è possibile. Il mondo globalizzato ci ha messo tutti assieme. Siamo tutti sullo stesso volo e se l'aereo cade moriamo tutti: non importa se siamo in First, in Business o in Economy Class.
Dobbiamo venirci incontro convincendoci che le relazioni costruite sulla mera giustizia alla lunga procurano solo ingiustizie. Gli eticisti senza bontà - un'efficacissima espressione coniata da Bergoglio e da lui usata parecchie volte lungo il pontificato - sono il vero problema, il vero virus, perché l'etica che prescinde dall'incontro tra le persone non trova soluzioni efficaci e durature.
Pensiamo a quella app che, pare certo, dovremo usare nei prossimi mesi. Quella che, tracciando i nostri spostamenti, ci avviserà se rischiamo di avvicinarci a qualcuno che è stato positivo. Sarà qualcosa che ci obbligherà a ridefinire uno dei tanti falsi dualismi con i quali siamo abituati a strutturare il nostro modo di ragionare: quello della assoluta e netta separazione tra pubblico e privato. Per affrontare l'uscita dalla Fase 1 dovremo tante volte fermarci ad aspettare chi è rimasto indietro per aiutarlo a rientrare nel gruppo. Il convoglio viaggia con la velocità della nave più lenta e siamo tutti parte dello stesso convoglio, quella del mondo.
"Mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua proprio questo pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me." (Papa Francesco, Omelia Divina Misericordia, 19 aprile 2020).
Pensare che le cose vanno bene se vanno bene a me non è "eticamente sbagliato": è una menzogna. Se, per esempio, decido di non rispettare le norme prudenziali perché credo che il mio sistema immunitario sia a prova di Coronavirus, quand'anche fosse vero, se mi espongo, rischio di contagiare i miei genitori, gli amici, una persona che amo. Magari sopravvivo ma muore chi mi sta vicino. Ecco cosa significa un mondo senza più perimetri: vuol dire non confinare l'idea di giustizia dentro gli angusti parametri di ciò che è visibile qui ed ora per capire che la vita di ciascuno di noi ormai, dopo il Coronavirus, è aperta, senza limiti.