Pare che l'uomo di Neanderthal usasse i fiori per onorare i suoi morti. Se ne sono trovati i resti di polline in una scoperta avvenuta nello Shanidar in Iraq.
Significa che gli archeologi, quando si sono chiesti che parametri usare per definire ciò che umano da ciò che non lo è, hanno pensato di trovare una cartina di tornasole nel gesto che significa rispettare il corpo, l'essenza di ciò che è umano: lì c'è un discrimine tra l'uomo e l'animale. Questa reminiscenza scolastica mi è tornata in mente nel guardare inorridito il video del killer che spara tra la folla e poi scavalca per due volte il corpo di Noemi, la piccola che aveva ferito e che era riversa sull'asfalto di Napoli.
Le immagini choc arrivano come un pugno al nostro stomaco perché colpiscono il fondamento di ciò che è umano, vanno a toccare e a destrutturare ciò che definisce la natura dell'uomo nelle sue radici, qualcosa che costruiva il crinale tra l'umano e il non ancora umano già in un periodo compreso tra i 200.000 e i 40.000 anni fa, e cioè il paleolitico medio.
Quelle immagini sono di una violenza inaudita non perché grondano sangue o mostrano visceri ma perché gettano a terra con un solo gesto, con il passo ripetuto due volte dello scavalcare come se non esistesse la bimba che il killer stesso ha quasi ammazzato, lo sforzo che l'uomo sta costruendo da duecentomila anni per essere "umano".
L'uomo non aveva ancora inventato la ruota ma da decine di millenni sapeva che noi siamo il nostro corpo. Pare che il controllo del fuoco (la cosiddetta "scoperta del fuoco") sia precedente al culto dei morti ma forse è così solo perché è più facile che si conservino resti di argilla cotta che pollini di fiori vicino a delle ossa.
Noemi tuttora combatte tra la morte e la vita a causa di un proiettile più grande del suo cuore e chi ha esploso quei colpi le passa sopra due volte; e in tal modo spiega involontariamente nel modo più evidente possibile cosa significhi passare da uomini a "bestie".
Scesi dal treno dell’umanità
È tecnicamente così se tu, in pochi secondi, ripercorri a ritroso la strada costruita dall'uomo in millenni per dire "io non sono una bestia".
L'uomo dovrebbe sapere che il corpo è sacro ma la malavita organizzata ha insegnato da tempo, da quando Brusca scioglieva i bambini nell'acido, che il camorrista, il mafioso, lo 'ndranghetista, quando è arrivato l'uomo di Neanderthal, erano già da tempo scesi dal treno dell'umanità.
Se non fossero orribili più di cento film sugli Zombie, quelle immagini andrebbero riproposte ai nostri giovani ai minimi segni di violenza, a quando il bullismo comincia a farsi largo fra le loro fila.
Teniamoci questo video tra i preferiti del nostro smartphone e, quando serve, usiamolo nei modi dovuti.