A certi cattolici, a un certo mondo cattolico, Greta Thunberg non piace. Mentre mi è chiaro l'utilizzo politico che si fa della ragazzina svedese, quello per cui chi è pro o contro Salvini è contro o pro Greta, non mi erano del tutto chiari i motivi profondi di tale posizione. Questi interrogativi hanno trovato risposta dentro di me quando sulla timeline dei miei social, è arrivato l'ennesimo Tweet "cattolico" contro Greta Thunberg.
Era quello di Jacopo Coghe e scandiva: "A #GRETA ... MA SCANZATE UN PO' La vera #ecologia è quella umana integrale che deve proteggere l'uomo da ogni colonizzazione ideologica: #gender, pornografia, #uteroinaffitto etc. Se prima non salviamo l'uomo che senso ha salvare la terra?"
Dietro quella frase un sofisma illuminante
Il vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie - quello che si è tenuto a Verona poche settimane fa - ha il merito, nella sua rudezza, di svelarmi l'arcano. L'affermazione "se prima non salviamo l'uomo che senso ha salvare la terra" contiene un sofisma illuminante, un ragionamento cioè apparentemente logico ma sostanzialmente fallace. Infatti non esiste alcuna possibilità di salvare l'uomo senza salvare la terra, perché la Terra, la casa comune dell'umanità, è parte della definizione di uomo. Salvare "prima" l'uomo e "poi" salvare la terra è come volersi prendere in braccio da soli; è come dire, per rimanere sui temi di Verona, "se prima non custodisci il tuo matrimonio che senso ha essere fedele a tua moglie?". Forse che la fedeltà coniugale non è una componente fondamentale della vita matrimoniale?
Quando uscì la Laudato Si, Barack Obama disse di ammirare profondamente la decisione del Papa e capisco che ad alcuni cattolici dia fastidio essere avvicinati all'ex Presidente ma bisognerebbe riuscire a capire che se c’è un filo rosso che ci tiene legati tutti, in ogni angolo di terra, in ogni lingua, in ogni fede, in ogni cultura, è la questione ecologica. Che non è una questione di terra, di natura, di globo, ma è proprio la questione dell'uomo di cui parla Coghe. La terra siamo "noi". È questione della realtà della nostra vita, quella quotidiana perché noi siamo quello che mangiamo, che respiriamo e che guardiamo.
Non è vero che se una cosa è mia ci faccio tutto quello che voglio, non è vero che se un cane è mio faccio quello che dico io e nessuno mi può dire nulla. Se una cosa è tua non la puoi rovinare. È lo stesso principio per cui c'è un modo di avvicinarsi a tua moglie che è stuprarla anche se quella donna è tua moglie. Non c'è molto da aggiungere.
La questione ambientale deve diventare 'mia'
Bisognerebbe capire che ciò di cui parla Greta, prima che un argomento politico, è un argomento umano e per questo il Papa ne parla. L’ecologia non va ridotta a un argomento da elezioni europee: è un profondo discorso sull’uomo e nessuno può tacere.
O la questione ambientale diventa una mia questione personale oppure ogni discorso sul tema ecologia sarà politico, di una parte o di un'altra. Rispettare la terra è rispettare la casa, la vita, perché non esiste una vita senza una casa. Come non esiste una vita senza un corpo, non c'è vita senza casa. La preoccupazione della casa comune non è un argomento elitario di chi può permettersi una vita bio.
La preoccupazione della casa comune è il comandamento dell'amore senza i discorsi: è vivere rispettando tutto ciò che vive. Il resto sì che è ecologia da week end. La terra - il nostro pianeta - non è la casa che stiamo pagando: finito il mutuo possiamo rivenderla e prenderne una più bella. No. È come il corpo: finito quello finisce la vita, la vita senza corpo si chiama morte. Il mondo senza terra si chiama morte. Uguale. Quindi non puoi "prima" salvare l'uomo e "poi" salvare la terra. Essere i custodi dell'uomo significa che l'uomo non è l'uomo "da solo" ma è "l'uomo e la terra".