Europei, l'unica possibilità per gli azzurri del basket è giocare come... le azzurre
Parte l'avventura della nazionale di Ettore Messina. Che dovrebbe riuscire ad assomigliare alla selezione femminile. Ecco perché

A Tel Aviv la palla a due scatta all'ora di cena. Gli azzurri del basket inizieranno la loro avventura all'Europeo contro Israele, uno dei 4 paesi ospitanti dell'edizione 2017, con Finlandia, Romania e Turchia. Quello che comincia oggi è un torneo strano, piena di defezioni illustri, dove la Spagna, campione uscente, cercherà di difendere il titolo dagli assalti di squadre ambiziose come Serbia e Francia e dalle possibili outsider di turno, come Grecia, Lituania e Croazia. E l'Italia? Oggi, più che mai, è difficile immaginare dove la squadra di Ettore Messina, giunto all'ultima panchina (già pronto coach Sacchetti a prenderne le veci), e di Belinelli (anche lui vicino all'addio) possa arrivare. Ma se andiamo indietro agli ultimi due anni, tra un altro europeo in controluce, quello del 2015, e una qualificazione a Rio miseramente fallita, forse un pronostico è meglio non provare neanche a farlo. Quella di quest'anno, infatti, non è di certo la nazionale "più talentuosa di sempre", com'era definita quella di Pianigiani con 3 giocatori NBA a disposizione, ma ha delle qualità che autorizzano, se non di sognare, almeno di sperare in qualcosa di positivo.

Ripartire dall'esempio delle donne
Nel mese di giugno sono state le donne a inaugurare la grande stagione del basket europeo. Le azzurre, guidate da Andrea Capobianco in panchina e da Cecilia Zandalisini in campo (la 21enne ha esordito stanotte in WNBA!), hanno saputo regalare emozioni e avvicinare moltissime persone a un movimento che ne aveva estremamente bisogno. Una squadra giovane e volenterosa che è riuscita a creare un legame particolarmente empatico con i propri, vecchi e nuovi, tifosi. In che modo? Giocando insieme e dando sempre la sensazione di non risparmiarsi mai. Di dare tutto e di soccombere, non per volontà, ma solamente per dei limiti tecnici. Ai 12 "bravi ragazzi", come li ha definiti recentemente Ettore Messina, non resta che ripartire da questo ottimo esempio. Anche perché tra le due compagini azzurre ci sono moltissimi punti di contatto.

Gli infortuni e le caratteristiche
- Entrambe hanno perso troppo presto la loro principale guida, nello spogliatoio e fuori, a causa di una frattura. La mano di Gallinari, per averle inopinatamente date a un olandese in un'amichevole e la mandibola di Laura "Chicca" Macchi, per averle sfortunatamente prese durante il match d'esordio con la Repubblica Ceca.
- Entrambe hanno un problema sotto canestro per colpa dei pochi centimetri dei propri lunghi. Niccolò Melli è atteso ad un ulteriore salto di qualità, dopo quelli fatti negli ultimi 12 mesi, ma le incognite per Messina si chiamano Cusin (prima escluso e poi richiamato vista l'impalpabile presenza di Cervi nelle amichevoli) Biligha e Burns. Se i tre riusciranno a comportarsi come Formica, Penna e Cinili, uscite dalla panchina per dare riposo a Kathrin Ress, con il giusto piglio avremo molte più possibilità di andare avanti.
- Entrambe hanno nelle guardie-ali tiratrici la migliore carta da giocare. Belinelli-Datome da una parte, Sottana-Zandalasini dall'altra. Toccherà a loro provare non solo ad accendersi ma anche ad accendere l'intera squadra, senza eccedere in troppi isolamenti e forzature.
- Entrambe hanno in regia due giocatori che non si sono mai risparmiati, buoni difensori, ottimi esecutori. Daniel Hackett e Francesca Dotto. Manca del genio puro, quello che molte altre squadre, anche grazie ai giocatori passaportati (spesso americani) hanno nel ruolo di playmaker.
- Entrambe sono arrivate in quest'estate con la sensazione della fine di un ciclo. Allenatori in partenza e la consapevolezza, da settembre, di iniziare una nuova fase. Le donne si sono prese delle ottime soddisfazioni dando indicazioni al nuovo allenatore, Marco Crespi, gli uomini sono attesi alla stessa reazione d'orgoglio.
- Entrambe sono partite senza nessun obiettivo se non quello di provare a superare il girone e, da lì, giocarsela con tutti. Le ragazze ci sono riuscite, i ragazzi non possono essere da meno visto anche il girone abbordabile: Lituania in pole, poi bagarre con Germania, Georgia, Israele e Ucraina per altri tre posti.
Una questione di atteggiamento
Che siano due squadre limitate è evidente a tutti. Cos'è, allora, che farà la differenza? L'atteggiamento. L'unica vero modo per dimenticare i propri limiti e non avere rimpianti. L'Italia avrà la possibilità di candidarsi come outsider se la difesa, l'attenzione e il gioco, davvero, "di squadra" diventeranno i suoi punti di forza. Il risultato finale passerà allora in secondo piano. Le donne sono arrivate settime ma nessuno, e ripeto, nessuno ha un ricordo negativo del loro splendido europeo.
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