Cara Aurora Ramazzotti, ho letto la tua intervista su Corriere.it e mi permetto di darti qualche consiglio non richiesto.
Il primo: quando parli di hater o di gente che ce l’ha con te cerca sempre di ricordare che un conto sono le critiche (sempre legittime) e un altro gli insulti. I quali legittimi non lo sono mai, ma fanno parte del pacchetto quando si diventa personaggi pubblici. Il che non significa accettarli passivamente. Significa imparare a convivere con uno sgradevole rumore di fondo che generalmente è abbondantemente compensato dagli agi del successo e della popolarità.
E in quel rumore di fondo bisogna avere anche la lucidità di riconoscere chi va oltre, chi diffama, chi istiga alla violenza, chi minaccia e passa il segno, avviando azioni legali che ricordino agli odiatori seriali che la rete non è un luogo sospeso dalla legalità. Oggi troppo spesso le persone in vista si raccontano come vittime travisando, nella percezione di sé e del proprio vittimismo, la critica (anche feroce) con l’offesa vera e propria. Visto che sei giovane e che i social li conosci bene, cerca di non cadere mai in questo errore.
Il secondo: fra le critiche che mi sembra ti infastidiscano di più c’è quella di passare per raccomandata. Ecco, mettiti l’animo in pace perché a quella critica potrai rispondere - se ne avrai le capacità - soltanto con i fatti. Apprezzo la tua onestà e la tua consapevolezza nell’ammettere che il tuo nome ti abbia aiutata, ma questo non rende meno sgradevole il sistema di un paese in cui non si va avanti per il merito ma per merito del cognome. E ricorda al tuo orgoglio ferito che il dispiacere che provi quando ti danno della raccomandata è niente rispetto al dolore e alla disperazione di tante ragazze che studiano, che hanno talento e che sgomitano nell’ombra ma alle quali non viene mai dato uno straccio di opportunità solo perché invece di essere figlie di un cantante e di una showgirl sono figlie di un meccanico e di una maestra elementare.
So bene che non è colpa tua e che non dipende da te se il sistema è marcio. Ma cerca sempre di tenere le cose nella giusta prospettiva senza illuderti di essere il centro dell’universo perché i tuoi piccoli dispiaceri causati da piccole critiche sono nulla di fronte a quei muri impenetrabili contro i quali si infrangono le carriere e i sogni di ragazze che non hanno santi in paradiso.
Infine un terzo e ultimo consiglio: quando parli di talento e quando ti dici sicura di averne, puoi essere un po’ più precisa? A quale forma di talento ti riferisci esattamente. Io credo che al pubblico oggi non sia così chiaro. E non vorrei che, mantenendosi genericamente ambigui, si finisca per ritenere un talento avere una mamma famosa e una vagonata di follower su Instagram.
PS ti prego di non serbarmi rancore per questi consigli crudi che mi sono permesso di darti. Anzi, già che ci sono mi permetto di dartene un altro. Se un giorno venisse mai fuori il nome del codardo che ha ricattato tua madre minacciando di sfigurarti con l’acido, dopo che lo avranno processato e condannato, guardalo dritto negli occhi e rifilagli un calcio lì dove fa più male anche da parte mia.