Pil in costante crescita, quest’anno vicina all’8%; un miliardo 300 milioni di abitanti, per il 46% con meno di 25 anni: l’India è un mercato di estremo interesse. Dal punto di vista culturale e politico, l’Italia può proporsi all’India come partner con solide competenze nei settori tecnologici più avanzati, quelli al cuore dello sviluppo di un grande sistema-paese, e per di più senza particolari vincoli geopolitici. L’India presenta per l’Italia un enorme potenziale di collaborazione tecnica ed economica.
C’è però, molto da fare. L’interscambio è in forte crescita ma, a parte il saldo per noi negativo, è ancora al di sotto del suo reale potenziale. Nel 2017 l’Italia è stata l’11° paese cliente con una quota del 1,9% dell’interscambio e il 27° paese fornitore con una quota dell’1%, solo il 4° tra i paesi UE.
È stata quindi un’ottima iniziativa quella di porre una grande attenzione al settantennale delle relazioni diplomatiche India-Italia, organizzando come paese partner il Tech Summit 2018. La missione, organizzata da MAECI, MISE, MIUR, ICE e Confindustria, ha coinvolto oltre 150 esponenti di rilievo tra operatori industriali, rappresentanti di centri di ricerca e di istituzioni e ha approfondito sette aree di possibile maggior collaborazione, sia industriale che di ricerca: energie rinnovabili, cleantech, ict, salute, aerospazio, educazione, cultural heritage. È anche stata molto apprezzata da entrambe le rappresentanze, italiana e indiana, la presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Presidente Indiano Narendra Modi all’incontro di chiusura. Il nostro Presidente del Consiglio ha poi incontrato la delegazione italiana, sottolineando l’attenzione che il Governo mette sul commercio internazionale e rispondendo ad alcune domande dei presenti.
Si tratterà ora di cogliere questo importante momento positivo nelle relazioni e di costruire concrete opportunità di business, superando e gestendo con pazienza, ove necessario, le difficoltà e i tempi spesso lunghi richiesti dalle prassi tipiche di un paese con tradizioni radicate.
Passando più specificamente alle tematiche affrontate nei due panel ICT, che ho coordinato per la parte italiana a nome di Anitec-Assinform Confindustria, sono emerse alcune evidenze. Prima fra tutte quelle riguardanti gli spazi di collaborazione che possono venire da un settore, quello indiano dell’ICT, che conta 16000 aziende e 3,9 milioni di addetti, contribuisce al PIL locale per l’8%, è al secondo posto nel paese per attrazione degli investimenti e che anima il terzo maggiore hub tecnologico al mondo per le start-up.
Altra evidenza è la spinta delle istituzioni alla modernizzazione. Il Presidente Narendra Modi è un grande fautore della digitalizzazione del paese e negli ultimi anni sono stati lanciati progetti molto ambiziosi, ora in corso. Fra questi sono il National Optical Fibre Network, per garantire la connessione a 200 mila amministrazioni locali; il programma Digital India, per la connessione ultra broadband delle aree rurali e la distribuzione dei servizi digitali; il progetto 100 Smart Cities. L’ICE stima che queste iniziative attrarranno investimenti per 2000 miliardi di dollari.
Nelle raccomandazioni finali sviluppate nei due panel ICT e presentate ai Presidenti Conte e Modi, si è sottolineata l’opportunità di collaborare già a breve su temi ben definiti e segnalati alcuni punti di attenzione.
L’Italia è in una situazione più avanzata sul 5G, anche grazie ai progetti pilota in corso. Le aziende italiane potrebbero svolgere un ruolo importante nella realizzazione del 5G in India, in particolare nello sviluppo delle use cases dedicate a cittadini e alle attività di business. È inoltre molto apprezzato da parte indiana il know-how italiano nell’applicazione del digitale ai temi di e-health, manufacturing, infrastrutture e mobilità, agricoltura ed e-commerce; e, più in generale, in tutti quei settori dove il digitale permette di incidere in profondità nel miglioramento e nella qualità dei servizi. In tutti questi ambiti sussistono dunque grandi possibilità di collaborazione tra industrie e nella creazione e sviluppo di startup, in questo caso stabilendo se possibile anche forti collaborazioni nell’ambito fintech.
Si è quindi segnalato ai due governi l’opportunità di facilitare la mobilità tra i due paesi di persone con alto livello di competenze nel settore, come anche di incrementare la collaborazione tra le università. La rappresentanza italiana ha poi anche chiesto che per la protezione dell’IP e il “cross-border data flows” vengano raggiunti accordi in linea con i protocolli internazionali, così come per la protezione della privacy; richiesta presentata poi congiuntamente ai due Presidenti.
Esiste dunque ora un momento molto favorevole per dare impulso alle relazioni commerciali Italia-India, e per creare grandi opportunità di business per le aziende italiane. Vi sono naturalmente difficoltà, ma si tratta di conquistare una quota almeno all’altezza del nostro rango nel commercio mondiale, in un paese già grande oggi e che conterà sempre più in futuro.