Kim Jong-Un è un genio che ha a che fare con un pazzo. Quest’ultimo mentre mostra con orgoglio la sua forza per umiliare il genio, perde l’occasione di confonderlo e quindi prendere il sopravvento sul terreno del gioco. L’altro riapre la linea transfrontaliera con la Corea del Sud, gesto senza precedenti di Kim verso il Sud che nelle attuali circostanze di crescenti tensioni tra le due nazioni, sorprende tutti.
Così facendo, Kim Jong-Un sta ridisegnando le alleanze dell'intera Asia a suo vantaggio senza sparare un proiettile. Lo scenario è il seguente: Kim incontra il presidente Moon Jae-in, la sua controparte nel Sud e negozia un nuovo accordo. Nord e Sud non sono più nemici, uniscono le forze. Ciascun Paese mette a disposizione le proprie abilità, completandosi a vicenda.
Faccio un esempio semplice: il Sud non ha un esercito, il Nord si propone quale protettore. D’altro canto il Nord ha bisogno di un po’ di crescita economia per aiutare i suoi cittadini affamati ed infine Kim Jong-UN chiede solo di far in modo che gli amici del Sud allentino le sanzioni. Il pretesto di ridurre le tensioni globali induce il Sud ad accettare l'accordo. I confini tra i due paesi sono ormai aperti anche se sotto sorveglianza. Tra i tanti possibili scambi il più prezioso è lasciar ricongiungere le famiglie che rivendicano da decenni di poter abbracciare i loro parenti dall’altro lato del confine. Non parlo d’ideologia, evidentemente, ma di semplice business.
Il Nord vince sul versante dell’economia ed anche sull’allentamento dei legami con la Cina. La Cina certo non festeggia, ma non può farci molto. Dal canto suo il Sud guadagna l'indipendenza dagli Stati Uniti. Anche gli Stati Uniti non festeggiano perché perdono credibilità in Asia, in Europa ed in patria.
Infine il pazzo è costretto a ritirarsi nel suo recinto e mostra al mondo quello che è: solo un altro perdente travestito da vincitore.