di Alessandra Spalletta
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Roma, 19 nov. - La Sardegna "ha fatto innamorare" il presidente cinese, Xi Jinping, rimasto "colpito dalla sua bellezza e storia", e il caloroso incontro con il premier Matteo Renzi ha confermato che "c'e' molta chimica tra i due leader". Lo racconta ad AgiChina l'ambasciatore italiano in Cina, Ettore Sequi, il quale era tra i 12 invitati della riservatissima cena di mercoledi' sera al Forte Village di Pula a base di tempura. I due leader si erano gia' visti all'inizio di settembre in Cina a margine del G20 nella citta' della Cina orientale di Hangzhou e mercoledi', per la prima volta da quando ha assunto la carica di presidente cinese, Xi ha toccato il suolo italiano per un transito tecnico. "L'incontro di Pula ha confermato che tra i due esiste una buona chimica", ha detto Sequi. Era quindi un'atmosfera positiva quella che si respirava a Cagliari: "la Sardegna - ha detto Sequi - ha fatto innamorare Xi, il quale e' rimasto colpito dalla sua bellezza e storia". "Un colloquio di mezz'ora e poi la cena che si e' protratta piu' a lungo del previsto" quasi a sottolineare il carattere "personale e caloroso" dell'incontro, cui erano presenti anche le due mogli, Peng Liyuan e Agnese Renzi. Ma al di la' della cornice informale e calorosa, secondo Sequi il vertice sardo ha avuto un doppio merito politico: "Da un lato ha rinsaldato il rapporto tra i due Paesi, dall'altro e' stata l'occasione per parlare sia di temi di attualita' internazionale sia di opportunita' nei rapporti bilaterali nel solco dei colloqui avviati a margine del G20. Non a caso il messaggio che traspariva dai media cinesi all'indomani della visita in Sardegna di Xi Jinping, era di intensificare la cooperazione tra Italia e Cina e puntare su un ruolo piu' importante dell'Italia nell'iniziativa di sviluppo infrastrutturale tra Asia ed Europa "One Belt, One Road", lanciata dal presidente cinese nel 2013.
Lo stesso premier Matteo Renzi, intervistato giovedi' dal direttore dell'emittente sarda Emanuele Dessi', ha definito "Una scelta importante quella del presidente Xi Jinping di venire in Sardegna: si apre una 'nuova via della seta' che vuol dire tante cose, vuol dire scambi commerciali ed economici, scambi di innovazione tecnologica ma vuol dire anche turismo, e agroalimentare". Nuova via della seta, dunque, sinonimo di progetti concreti per il nostro paese che "fin dall'inizio ha manifestato interesse per questa iniziativa", ha sottolineato Sequi. "L'Italia e' stata uno dei membri fondatori della banca asiatica per gli investimenti nelle infrastrutture (Aiib, Asian Infrastructure Investment Bank) con una quota del 2% - ha ricordato l'ambasciatore - oltre al fatto di rappresentare potenzialmente il terminale della nuova via della seta, e mi riferisco in particolare alla cintura marittima, alla portualita' nazionale: i porti dell'Adriatico sono uno sbocco piu' facile al centro Europa rispetto ad altre vie alternative". E' evidente, dunque, l'interesse italiano a far parte di questo progetto, che oggi i cinesi riconoscono a pieno. Eppure, hanno sottolineato alcuni detrattori nei giorni scorsi, il presidente cinese non ha ancora scelto l'Italia per una visita di Stato e da parte italiana sembra mancare una strategia chiara verso la Cina. Sequi respinge queste accuse: il vertice di Pula conferma l'interesse reciproco, e strategico, tra i due paesi. Basta pessimismo: "C'e' un desiderio condiviso, emerso chiaramente nei recenti colloqui, di stringere le relazioni bilaterali con una proiezione internazionale, anche in ambito europeo per favorire il dialogo su tematiche di interesse comune (la Cina fatica a ottenere dalla Commissione europea lo status di economia di mercato, ndr)". Non solo. Se si parla di strategia, Sequi e' convinto che invece per la prima volta l'Italia sta esprimendo una visione chiara sul gigante asiatico, finalmente non frammentata, di medio e lungo periodo. "La strategia dell'Italia in Cina si concretizza nella formula del 'road to 50', il percorso lanciato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, di collaborazione tra i due Paesi in vista dei cinquanta anni di relazioni diplomatiche, che ricorrera' nel 2020, a compimento del Tredicesimo piano quinquennale di Pechino".
Proprio all'interno delle priorita' fissate dal piano quinquennale, esistono campi di collaborazione concreti e oggettivi: "I cinesi riconoscono che l'Italia e' uno dei paesi con il sistema sanitario tra i piu' efficienti al mondo a parita' di spesa (lo dicono anche le statistiche americane, come Bloomberg), e di salute Xi e Renzi hanno discusso sia ad Hangzhou sia a Pula". Ambiente e tecnologie verdi rappresentano un secondo campo di collaborazione: "L'Italia possiede tecnologie tra le piu' sviluppate al mondo, che fanno gola ai cinesi i quali stanno investendo massicciamente sull'efficienza energetica", ha sottolineato Sequi. Altro tema, legato a doppio filo alla sanita', e' la sicurezza alimentare, perche' "la prevenzione e' una delle priorita' sottolineate dal presidente cinese". Un altro fronte sul quale i cinesi vogliono collaborare con noi e' l'innovazione. "La prospettiva e' ampia, e lunga". Anche di continuita' tematica tra il G20 sotto la presidenza cinese e il G7 nel 2017 che sara' sotto la presidenza italiana, come lo sviluppo inclusivo. "Non dimentichiamo - ha aggiunto Sequi - la possibilita' di collaborazioni triangolari su alcune regioni, come l'Africa, da cui provengono molti flussi migratori e che sono per l'Italia, dunque, di interesse strategico". A fare fa collante, la cultura: dai gemellaggi tra siti Unesco alle cooperazioni nei settori audiovisivo e delle fiction. Di carne al fuoco ce n' e' parecchia e la prospettiva e' "organizzata e compiuta". La visita di stato di Xi in Italia a un certo punto ci sara'. "Il fatto che Xi abbia scelto l'Italia per un transito tecnico, e non un altro paese, a mio avviso e' significativo" sottolinea Sequi. Non era scontato. Oltretutto, fa notare Sequi, il protocollo della visita e' stato lungo: "Circa 18 ore sono significative". Per le prime settimane del 2017 e' prevista la visita in Cina del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E arrivera' il momento in cui tale visita verra' ricambiata. Una cosa e' certa: "Da circa un anno abbiamo un flusso di visite politiche, continuo, numeroso e autorevole". Lo stesso premier Matteo Renzi, alla vigilia del G20 ad Hangzhou, aveva detto che i rapporti tra Italia e Cina vivono un momento di "rafforzamento delle relazioni": a luglio c'e' stata la visita a Pechino del ministro peri Beni e le Attivita' Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, il quale ha incontrato il suo omologo cinese, Luo Shugang, dando vita al forum culturale Italia-Cina; a novembre il ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Stefania Giannini, ha incontrato il suo omologo cinese, Wan Gang, al G20 Sti (Scienza, Tecnologia e Innovazione) svoltosi presso lo Yanqi Lake, a nord di Pechino.
Il vertice di Pula, dunque, fa parte di un processo di avvicinamento che continua "con mutua soddisfazione". Oggi il rapporto tra Italia e Cina e' "sempre piu' maturo, solido, e si nutre di una percezione reciproca sempre piu' profonda, lontano dai pregiudizi." "Il rapporto con la Cina ci obbliga a diventare piu' moderni - ha spiegato Sequi -. Quando ricevo ospiti italiani a Pechino mostro sempre come funziona un trasferimento di 10 renminbi attraverso wechat (la piattaforma di messaggistica piu' diffusa in Cina); rimangono tutti colpiti dalla velocita' di questi sistemi di pagamento".
"Ovviamente, Xi e Renzi a cena hanno parlato anche di calcio", il maggiore protagonista degli investimenti cinesi in Italia. Da giugno scorso l'Inter e' in mani cinesi, e piu' precisamente in quelle di Zhang Jindong, presidente del gigante dell'elettronica Suning, mentre e' in dirittura d'arrivo il closing per l'acquisizione dell'altro club milanese, il Milan: la conclusione dell'accordo per il passaggio del 99,93% della proprieta' dalle mani di Silvio Berlusconi a quelle del consorzio cinese guidato da Li Han e Li Yonghong e' prevista nei prossimi giorni. Ancora, Marcello Lippi e' dal 22 ottobre scorso commissario tecnico della nazionale cinese che punta qualificarsi per i Mondiali in Russia del 2018, anche se dopo il pareggio a reti inviolate a Kunming contro il Qatar, la Cina rimane fanalino di coda del girone A, con due soli punti in classifica in cinque gare. Xi Jinping vuole ospitare (e magari un giorno, vincere) un Mondiale di calcio, sogno che fino ad oggi sembrava allontanarsi. Ma forse l'arrivo di Lippi in Cina permette ancora di sognare.
19 NOVEMBRE 2016
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