di Andrea Marcelloni*
Vivere!
Yu Hua
Feltrinelli, 2013 (Prima edizione: Donzelli, 1997)
Titolo originale: Huozhe
Traduzione dal cinese: Nicoletta Pesaro
€ 8,00
Roma, 13 giu. - Come seconda lettura da portare in vacanza vorrei proporre un “classico” della letteratura cinese contemporanea. A chi non lo avesse ancora letto, lo consiglio vivamente. “Vivere!” di Yu Hua, scritto nel 1993, è diventato in poco tempo un autentico bestseller non solo in Cina ma in tutto il mondo, tanto essere tradotto in moltissime lingue. Ha ispirato anche il film omonimo diretto nel 1994 da Zhang Yimou e vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 47º Festival di Cannes.
“Quand'ero dieci anni più giovane, ottenni un bel lavoro da scansafatiche, andar per le campagne a raccogliere ballate popolari.” Così comincia il libro. La storia infatti è raccontata da un narratore che, viaggiando nelle campagne della Cina popolare alla ricerca di storie e ballate, si imbatte in un vecchio contadino che sta arando la terra con il suo bufalo e che, all'ombra di un albero rigoglioso, decide di raccontargli la sua storia.
Fugui, questo il nome del contadino, da ragazzo era il figlio di un ricco proprietario terriero e viveva una vita agiata. Tuttavia una notte perde tutto il patrimonio familiare giocando d'azzardo e si ritrova a vivere insieme alla moglie ed ai due figli una vita completamente nuova, fatta di povertà, fame, fatica nei campi e umiliazioni.
Allo stesso tempo, la storia della Cina fa il suo corso e il povero Fugui non può sottrarsi agli avvenimenti che si susseguono nel corso del XX secolo: la guerra civile tra nazionalisti e comunisti, la vittoria di Mao e le nuove riforme, le carestie, la rivoluzione culturale e, soprattutto, una lunga serie di lutti. Rimasto solo, Fugui decide di comprare un vecchio bufalo per lavorare la terra. Eppure, nonostante tutto, non si arrende mai. In lui c'è sempre la voglia di vivere, di pensare che prima o poi le cose andranno meglio.
Con “Vivere!” Yu Hua racconta una splendida storia familiare e, allo stesso tempo, la storia recente del suo paese e di moltissimi cinesi che hanno subito le conseguenze di tanti tragici avvenimenti. Il romanzo è coinvolgente, ricco di una carica emotiva che non diminuisce mai, ma anzi accompagna il lettore pagina dopo pagina. Ogni volta che sembra arrivare la fine, quando tutto sembra diventare insopportabile anche per il protagonista, la storia non si ferma. Perché nonostante tutto, non si può rinunciare a vivere.
Dal mio personale punto di vista, non si può neanche rinunciare a leggere questo piccolo ma intenso capolavoro.
Vi aspetto in libreria.
L'autore
Hu Yua (Hangzhou, 1960), è considerato uno dei maggiori scrittori cinesi contemporanei. Cresciuto in Cina durante la Rivoluzione Culturale, ha fatto il dentista per diversi anni prima di dedicarsi completamente alla scrittura nel 1983 (“Perché non mi piaceva guardare nella bocca della gente per tutto il giorno”, ha dichiarato durante un'intervista). In Italia sono state pubblicate diverse sue opere, molte delle quali purtroppo andate esaurite o fuori catalogo, e pertanto non più reperibili.
Oltre a “Vivere!”, attualmente in commercio si possono acquistare, “Le cose del mondo sono fumo” (Einaudi, 2004), “Brothers” (Feltrinelli, 2008), “Arricchirsi è glorioso” (Feltrinelli, 2009), “La Cina in dieci parole” (Feltrinelli, 2012).
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
06 giugno 2014
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