di Andrea Marcelloni
Quella strana idea di bello
François Jullien
Il Mulino, 2012
€ 18,00
Titolo originale: Cette étrange idée du beau
Roma, 13 dic. - Che cos'è il bello, cosa significa per noi occidentali e, soprattutto, è un concetto che ha lo stesso significato in ogni cultura? Questa domanda ce la siamo posti più o meno tutti già a partire dall'antichità, e Platone è forse l'esempio più autorevole da citare.
Nel corso degli ultimi anni il filosofo e sinologo francese François Jullien ha condotto numerosi studi mettendo a confronto alcuni concetti della cultura occidentale con i corrispettivi presenti in quella cinese, così lontana e diversa da noi, analizzandone elementi in comune e, naturalmente, differenze. Uno degli ultimi lavori - edito in Francia nel 2011 – è stato pubblicato in Italia nel 2012 da Il Mulino con il titolo di “Quella strana idea di bello” ed è un bel saggio che va ad analizzare proprio il concetto di “bellezza”.
Va da sé che il primo problema affrontato è quello linguistico (la lingua cinese non distingue morfologicamente tra aggettivo e sostantivo), ma non è l'unico. Da Platone a Kant il pensiero europeo vede contrapposti visibile ed intelligibile, empirico e razionale, ed il concetto di bello si posiziona come elemento mediatore tra le due sfere. In Cina, invece, questo dualismo non esiste e le due sfere si espandono l'una nell'altra, perdendo la propria determinazione.
Il saggio di Jullien rappresenta, dunque, un interessantissimo tentativo di esplorare ciò che forse noi occidentali non siamo stati capaci di “conoscere” completamente e di capire quali alternative siano state adottate nella cultura cinese.
Non voglio dilungarmi oltre, togliendo così il piacere di scoprire il libro, ma permettetemi in chiusura di consigliarvene la lettura insieme ad un altro saggio – sempre di Jullien - di cui rappresenta la naturale continuazione e che s'intitola “L'ombra del male. Il negativo e la ricerca di senso nella filosofia europea e nel mondo cinese”.
Vi aspetto in libreria.
L'autore
François Jullien (1951-), filosofo e sinologo, è stato presidente dell'Association française des études chinoises (1988-1990), Presidente del Collegio Internazionale di Filosofia (1995-1998) e direttore dell'UFR Asie orientale Université Paris VII (1990–2000). Attualmente insegna Filosofia ed estetica della Cina classica presso l'Université Paris Diderot ed è direttore dell'Institut de la pensée contemporaine.
In Italia è possibile trovare: “L'invenzione dell'ideale e il destino dell'Europa” (Medusa, 2011), “L'Ansa e l'accesso. Strategie del senso in Cina, Grecia” (Mimesis, 2011), “Le trasformazioni silenziose” (Raffaello Cortina, 2010), “L'universale in comune. Il dialogo tra culture” (Laterza, 2010), “Pensare l'efficacia in Cina e in Occidente” (Laterza, 2008), “Parlare senza parole. Logos e Tao” (Laterza, 2008), “Nutrire la vita. Senza aspirare alla felicità” (Raffaello Cortina, 2006), “L'ombra del male. Il negativo e la ricerca di senso nella filosofia europea e nel mondo cinese” (Colla, 2005), “Figure dell'immanenza. Una lettura filosofica del I Ching” (Laterza, 2005), “Il saggio è senza idee o l'altro della filosofia” (Einaudi, 2002), “Trattato dell'efficacia” (Einaudi, 1996).
Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
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