di Andrea Marcelloni*
L'imperatrice Cixi
Jung Chang
Titolo originale: Empress Dowager Cixi (Globalfair, 2013)
Traduzione dall'inglese di Elisabetta Valdré
Longanesi, 2015
€ 20,00
Roma, 27 feb. - Quando studiavo storia della Cina, una delle figure che più mi colpì fu sicuramente l'imperatrice vedova Cixi (1835-1908), famosa per il suo temperamento forte ed autoritario. A quanto pare non fui l'unico a rimanerne colpito, del resto è uno dei personaggi più importanti nella storia della Cina della seconda metà del XIX secolo, ancora oggi molto conosciuta, spesso considerata come una vera e propria despota, sempre al centro di intrighi e complotti, anche se recentemente è stata positivamente rivalutata.
A presentarci una bella biografia di questa donna cinese che per circa quarant'anni anni governò la Cina in un periodo tutt'altro che facile è Jung Chang, già autrice delle biografie di Song Qingling (moglie di Sun Yatsen, mai pubblicata in Italia) e di Mao Dezong (Mao. La storia sconosciuta, Longanesi 2008), ma soprattutto autrice del bestseller “Cigni selvatici”.
Cixi - nome onorifico che le fu dato solo nel 1861, il suo nome di nascita è tutt'ora ignoto - nacque nella provincia dello Shanxi da una famiglia mancese e all'età di sedici anni partecipò, insieme ad altre decine di ragazze, alle selezioni per diventare consorte dell'imperatore Xianfeng. Da quanto ci racconta Jung Chang, Cixi non era una vera e propria bellezza, ma aveva un portamento così composto ed uno sguardo così penetrante che non passò inosservata agli occhi dell'imperatore (sembra che in futuro lo stesso generale Yuan Shikai confessò che lo sguardo di Cixi fosse l'unica cosa che lo intimidisse). Una volta entrata nella città proibita, anno 1852, non divenne imperatrice ma una semplice concubina ed anche di livello piuttosto basso, ma nel giro di pochi anni la sua condizione cambiò rapidamente. In primo luogo divenne amica dell'imperatrice Zhan, cosa non da poco, ma soprattutto nel 1856 diede alla luce il primo figlio maschio all'imperatore.
Successivamente, vari eventi, tra cui la morte dell'imperatore nel 1861 e, poco dopo, dello stesso figlio nel 1875, la portarono a salire sempre di più nella scala gerarchica all'interno della città proibita, fino ad essere nominata imperatrice vedova e reggente dell'impero in diversi periodi.
In realtà Jung Chang ci racconta, proprio come già successo nei suoi precedenti lavori, la storia di un periodo della Cina attraverso il resoconto della vita di uno dei principali personaggi che in quel periodo hanno vissuto. La scelta è caduta su una delle personalità più discusse e controverse della seconda metà dell'Ottocento cinese, una donna che da semplice concubina riuscì a diventare imperatrice ed a guidare, nel bene e nel male, il suo paese per circa quarant'anni. Ovviamente fu un percorso tutt'altro che indolore e, come già accennato, costellato da colpi di stato, congiure e cospirazioni, ma di sicuro la biografia di Jung Chang, che ha basato il suo libro sull'analisi di materiali fino a poco tempo fa inaccessibili presso vari archivi e biblioteche sia cinesi che estere, tra cui la Cambridge University Library e gli archivi storici di Pechino, ci fornisce una figura poco nota agli storiografi occidentali: quella di una donna energica e lungimirante che ebbe la forza di affrontare le rivolte dei Taiping prima e dei Boxer dopo, e di avviare una coraggiosa politica di modernizzazione della Cina, introducendo ad esempio il telegrafo e la ferrovia e abolendo la pratica della fasciatura dei piedi. Nel libro sono presenti anche diverse immagini dell'epoca.
Vi aspetto in libreria.
L'autrice
Zhang Rong, conosciuta come Jung Chang, (Yibin, Provincia del Sichuan 1952), è figlia di due funzionari del Partito Comunista Cinese. Sembra che in origine si chiamasse Er Hong, “secondo cigno”, ma dato che in cinese suona anche come “rosso appassito” all'età di 12 anni chiese al padre di cambiarle il nome con uno che avesse a che fare con la sfera militare, e lui la rinominò Rong, lett. “affari militari”. Nel 1966, all'età di 14 anni, entra a far parte delle Guardie Rosse per poi lasciarle a causa dell'eccessiva violenza esercitata dai suoi compagni. Dopo aver passato alcuni anni nelle campagne come controrivoluzionaria, inizia a studiare inglese all'Università del Sichuan e nel 1978 si reca in Inghilterra con una borsa di studio, a Londra prima e presso l'Università di York in seguito. Nel 1982 è stata la prima cittadina cinese a ricevere un Ph.D. da un'università inglese. Nel 1986 pubblica con il marito, lo storico Jon Halliday, Mme Sun Yat-sen (Soong Ching-ling), la biografia della moglie di Sun Yatsen, e nel 1991 Cigni selvatici (scritto direttamente in inglese). Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 2005 pubblica, sempre con il marito Jon Halliday, Mao. The Unknown Story.
In Italia sono in attualmente in commercio, “Cigni selvatici” (TEA 2014) e “Mao. La storia sconosciuta” (Longanesi 2008).
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
27 febbraio 2014
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