di Andrea Marcelloni*
Il totem del lupo
Jiang Rong
Mondadori, 2006
€ 12,00
Titolo originale: Lang tuteng
Traduzione di Maria Gottardo e Monica Morzenti
Roma, 13 set. - Durante uno dei miei primi soggiorni di studio in Cina ho avuto il piacere e la fortuna di poter effettuare un viaggio nella Mongolia Interna, una delle Regioni Autonome della Repubblica Popolare Cinese. Vi sono rimasto solo alcuni giorni, il tempo per fare un giro nella capitale Hohhot e per passare un po' di tempo nella famosa steppa mongola (con pernottamento in una tipica yurta), ma il paesaggio sconfinato, le grandi praterie, il cielo azzurro che sembrava essere vicinissimo e l'allegria dei mongoli (sempre pronti a cantare una canzone in compagnia) hanno lasciato in me un bellissimo ricordo.
Il libro di questa settimana, "il totem del lupo", si svolge proprio in quei luoghi anche se lo spazio temporale è quello della Rivoluzione Culturale. Scritto tra il 1997 ed il 2003 (anche se venne concepito già molti anni prima), il libro nasce dalla vera esperienza dell'autore che nel 1967 decise di recarsi volontariamente nella Mongolia Interna per riabilitarsi, rimanendovi per ben tredici anni.
Quando il libro uscì in Cina nel 2004 nessuno sapeva chi fosse realmente Jiang Rong, dato che si trattava di uno pseudonimo. Nonostante il grande successo ottenuto (16 settimane in testa alle classifiche cinesi, letture radiofoniche a puntate e numerosi premi vinti), il nostro Jiang Rong si è sempre rifiutato di diffondere le sue fotografie e di far sapere la sua vera identità fino al 2007, anno in cui vinse il primo "Man Asian Literary Prize", e la fotografia con il suo vero nome, che aveva inviato alla giuria, venne pubblicata su tutti i giornali.
Come dicevo, la storia ripercorre l'esperienza dell'autore e ci racconta le avventure del giovane Chen Zhen quando, all'inizio della Rivoluzione Culturale, lascia Pechino per andare ad "educarsi al lavoro" nella remota e lontana regione della Mongolia Interna. Qui si trova a contatto con la popolazione locale, dei nomadi molto legati alle loro tradizioni e poco inclini alle direttive che arrivano dal governo cinese. Il mondo con cui entra in contatto, tuttavia, nonostante sia molto duro si rivela più interessante del previsto e con il passare del tempo il protagonista si rende conto di come la vita dei nomadi sia indissolubilmente legata all'ambiente che li circonda e gli animali che lo popolano, dai cavalli, fedeli aiutanti degli uomini, ai lupi, protagonisti assoluti del territorio, temuti ma rispettati, e la cui caccia, voluta principalmente dal governo centrale per trasformare i terreni in aree da dedicare all'agricoltura, si rivelerà invece una gravissima perdita per tutto l'ambiente.
Utilizzando lo stile del romanzo avventuroso l'autore racconta una bellissima storia ma al tempo stesso, anche attraverso un'accurata selezione di citazioni storiche che aprono ogni capitolo, ci fa rivivere la storia del popolo mongolo, che dal lupo ha imparato le strategie di guerra, l'indole combattiva e la fierezza, e da cui molti altri popoli, cinesi inclusi, hanno imparato tanto.
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L'autore
Jiang Rong, pseudonimo di Lü Jiamin (Jiangsu 1946). Figlio di due combattenti della guerra sino-giapponese, allo scoppio della Rivoluzione Culturale entrò a far parte delle guardie rosse anche se, per sua stessa ammissione, quando iniziarono a venir bruciati i libri ne salvò diversi e creò una sua collezione privata. Sembra che lo stesso Lü Jiamin abbia ammesso di aver scelto di andare in rieducazione in Mongolia Interna proprio per portare con se i suoi amati libri ed essere libero di leggerli senza troppi controlli. Nel giugno del 1989 venne arrestato durante gli scontri di piazza Tiananmen per poi essere rilasciato nel 1991. E' sposato con la scrittrice cinese Zhang Kangkang. Il totem del lupo ha avuto un successo straordinario in Cina, è stato tradotto in 26 lingue ed ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Non risultano altre pubblicazioni
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
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