Di Giovanna Tescione
Roma, 03 mar. – In Cina l’argomento gay è ancora tabù. Addiction (《上瘾》网络剧.), serie tv online di 15 episodi che tratta la storia dell’amore tra due teenager dello stesso sesso, da giorni risulta rimossa da v.qq.com e da altre piattaforme online. Nessun annuncio ufficiale che spieghi i motivi della rimozione dal Web, ma per molti è chiaro il collegamento con un tema ancora sensibile in Cina. La telenovela che ha debuttato online il 29 gennaio scorso sembra comunque ancora una volta far parlare dei diritti degli omosessuali. A provarci l’ultima volta erano stati due ragazzi, Sun Wenlin, 27 anni, e Hu Mingliang, 37, guardia giurata, che avevano deciso di citare in giudizio un funzionario dell’Ufficio Affari civili che si era rifiutato di unirli in matrimonio, un passo per loro importante deciso dopo un anno di fidanzamento.
Accettato il 5 gennaio scorso dal Tribunale di Changsha, nella provincia dello Hunan, il loro caso ha subito attirato l’attenzione dei media perché potrebbe essere il primo ad arrivare nelle mani di un giudice cinese, costringendo le istituzioni a parlare del tema, anche se, fissato inizialmente per il 26 gennaio, il processo è poi stato rimandato a data da destinarsi.“Ci siamo seduti e abbiamo presentato i documenti” – avevano spiegato i ragazzi – “il funzionario è rimasto interdetto, ha chiamato i colleghi, ha chiesto informazioni e poi alla fine ha detto ‘Mi dispiace, al momento non esiste questa procedura”. Ma con la legge sul matrimonio stampata su un foglio A4 e le idee chiare i ragazzi avevano risposto: “Qui si parla di libertà di matrimonio, perché gli omosessuali non possono sposarsi?”. Un caso difficile, aveva spiegato Sun, tanto da subire pressioni iniziali da parte della polizia locale che aveva cercato di dissuaderli e per la difficoltà di trovare un avvocato disposto a difenderli. Ma comunque un’occasione per non distogliere l’attenzione da un argomento che in Cina è sentito, ma anche molto dibattuto.
“Non solo vogliamo che ci vedano, ma vogliamo avere la possibilità di avere amore e matrimonio proprio come gli eterosessuali”. “Anche se fossimo l’unica coppia omosessuale al mondo, avremmo comunque il diritto di sposarci”, continua. Poi spiega: “il matrimonio in Cina è basato sulla monogamia, libertà di scelta del partner e uguaglianza tra uomo e donna”, “la legge non dice che il matrimonio tra persone dello stesso sesso è illegale”.Sun Wenlin, che aveva capito di essere omosessuale all’età di 12 anni, ha raccontato al Nanfang Dushibao di aver fatto outing a 14 anni, quando una sera, durante la festa di compleanno per i 70 anni della nonna, mentre i parenti insistevano per sapere se avesse una fidanzata, Sun rispose: «Mi piacciono i ragazzi». Dura la reazione del padre, ha raccontato il ragazzo, figlio unico come molti suoi coetanei nati negli anni ’80, che lo prese a calci, interrompendo un rapporto che non si è più ricucito.
Come lui sono tanti i ragazzi e ragazze che devono fare i conti con una società ancora legata all’idea della famiglia confuciana e il cui unico pensiero è la possibilità di avere discendenti.Secondo Li Yinhe, nota sociologa e sessuologa, in Cina solo il 43% della popolazione accetta l’omosessualità, e con un 4% di omosessuali è difficile far valere i propri diritti. Mentre secondo uno studio del gruppo di ricerca americano Pew del 2015, per il 61% della popolazione cinese l’omosessualità è inaccettabile.Reato fino al 1997 e considerata una malattia fino al 2001 quando la Chinese Society of Psychiatry l’ha tolta dalla lista delle malattie mentali, si è dovuto aspettare il 2015 affinché un tribunale stabilisse ufficialmente che l'omosessualità non è una malattia da curare, esprimendosi a favore di un ragazzo costretto a subire violenze e torture in un “centro di cura” per ‘guarire’ gli omosessuali. Un atteggiamento che fa aumentare il fenomeno dei finti matrimoni. Secondo alcuni media locali sarebbero 16 milioni le donne sposate con uomini gay.
In un editoriale a sua firma, Li Yanhe già a giugno scorso, in occasione dell’approvazione dei matrimoni gay in America, spiegava i suoi motivi per cui è necessaria una proposta di legge sui matrimoni gay:
1. Perché sulla base della legge attuale gli omosessuali non violano nessuna legge e hanno diritti come ogni altro cittadino.
2. Perché se consideriamo gli omosessuali una minoranza, molti Paesi hanno stabilito delle leggi di tutela contro la discriminazione. Attualmente molti Paesi occidentali uno dopo l'altro hanno ammesso i matrimoni gay e le unioni, prima l'Australia e l'Europa del Nord, poi il Canada, la Francia, la Germania e alcuni Stati americani. Se la Cina permettesse i matrimoni omosessuali apparterrebbe a quei Paesi che difendono i diritti delle minoranza e combattono la discriminazione e dal punto di vista dei diritti umani questo permetterebbe alla Cina di essere in prima fila tra i paesi più all'avanguardia.
3. Consentire i matrimoni omosessuali garantirebbe rapporti più duraturi, diminuendo le possibilità di rapporti più brevi e la contrazione di malattie sessualmente trasmissibili.
Ma sono pochi quelli a cui importa realmente il risultato finale: “il caso in sé ha più significato del risultato”, commenta Li Tingting, attivista gay che lo scorso luglio ha sposato pubblicamente e non ufficialmente la sua partner Teresa Xu, “è un passo verso l’apertura e il dialogo con le autorità con mezzi legali”.
03 MARZO 2017
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