L’INTERNAZIONALIZZIONE DEL RMB,
A cura dell’Italian Desk di Dezan Shira & Associates
Tratto da Asia Briefing
Numero 1 • Giugno - Settembre 2014
Introduzione
Nel 2013, il Cancelliere britannico George Osbourne prevedeva entusiasta che il Renminbi (letteralmente moneta del popolo, RMB) - anche noto come Yuan - entro la fine della sua vita, sarebbe “diventato familiare tanto quanto il dollaro”. Oggi il RMB è considerata l’ottava/nona moneta più scambiata a livello mondiale, ed è stata utilizzata per un totale di 120 miliardi di USD in transazioni nel 2013. Il crescente utilizzo della valuta a livello internazionale è stato alimentato dal progressivo aumento di transazioni commerciali (depositi off-shore, scambi di valuta ed emissioni di obbligazioni denominate in RMB da parte delle banche centrali. Le recenti notizie riguardanti il rallentamento della crescita dell’economia cinese, la prevalenza di fenomeni di shadow banking al suo interno e l’enorme debito accumulato dalle amministrazioni locali, hanno turbato la fiducia che gli investitori riponevano nel RMB. Questo articolo intende affrontare le principali tematiche riguardanti il panorama globale degli investimenti in RMB, incluse le nuove normative vigenti nella Free Trade Zone di Shanghai.
Background
La campagna per la promozione del RMB a livello internazionale ebbe inizio alla fine del 2000, quando la Cina, al risveglio dalla crisi finanziaria degli anni Novanta, si trovava vittima della “trappola del dollaro”. La prima grande pietra miliare in questo processo è stata l’introduzione delle obbligazioni Dim Sum - obbligazioni in RMB emesse al di fuori della Cina continentale dalla China Development Bank nel 2007. Questo ha permesso la creazione di una sorta di “dual track system”, con una valuta RMB onshore rinominata CNY, soggetta alle disposizioni della Cina continentale e RMB offshore rinominato CNH, assoggettato alle dinamiche del libero mercato.
Ne fece seguito, nel 2010, la realizzazione di un sistema che consentisse transazioni commerciali in RMB tra imprese cinesi e straniere. Tale sistema, tuttavia, era fortemente sbilanciato verso le transazioni commerciali in entrata – dunque laddove gli esportatori stranieri ricevono pagamenti in RMB per beni venduti in Cina - piuttosto che verso quelle in uscita. Nel 2011, il governo cinese ha permesso per la prima volta gli Investimenti Diretti all’Estero (Outward Direct Investment - ODI) in RMB, rendendo chiarezza e trasparenza al settore degli Investimenti Diretti Esteri (Foreign Direct Investment - FDI) in valuta Cinese. Conseguentemente, l’utilizzo di entrambi questi canali di investimento si è fortemente ampliato sulla scia delle riforme implementate.
L’anno scorso, in media, più di 150 diversi Paesi registravano operazioni in RMB e 23 territori avevano in essere accordi di scambio valutario con la Cina.
Situazione attuale
Il contesto normativo cinese attuale permette una piena convertibilità del conto corrente (current account) e una convertibilità parziale del conto capitale (capital account). Mentre le aziende possono realizzare investimenti diretti transfrontalieri, gli individui possono effettuare questo genere di operazioni esclusivamente attraverso QDII (Qualified Domestic Institutional Investor) e QFII (Qualified Foreign Institutional Investor). Nelle circostanze attuali, gli investitori stranieri acquistano RMB per tre motivazioni principali:
(i) aumento di capitale; (ii) prestito ai clienti; (iii) trasferimento dei capitali in Cina. Le operazioni transfrontaliere in valuta, invece, vengono utilizzate nelle seguenti casistiche: regolazione di scambi di beni e prestazioni di servizi per mezzo del conto corrente; investimenti diretti esteri in Cina; investimenti diretti in uscita dalla Cina e investimenti indiretti transfrontalieri attraverso RQFII (Renminbi Qualified Foreign Institutional Investors) e RQII (RMB Qualified Foreign Institutional Investor).
Oggi i centri di RMB offshore si trovano a Hong Kong, Singapore, Taiwan, Londra, Parigi, Francoforte e Lussemburgo. Tra questi, Londra nel 2013 rappresentava oltre il 60 percento del commercio totale in RMB al di fuori dei confini cinesi, con un volume giornaliero di 3,1 miliardi di Sterline. Nonostante la recente istituzione di una RMB clearing house, il Lussemburgo ha raggiunto il primato rispetto alle altre nazioni europee in termini di depositi e prestiti offerti in questa moneta, che a giugno 2013 ammontava rispettivamente a 39,9 miliardi di RMB e a 61,9 miliardi.
Sono almeno 40 le banche centrali di tutto il mondo che possiedono riserve parziali di RMB attraverso contratti Currency Swap a medio termine. Poche settimane dopo il lancio della Shanghai FTZ, la People Bank of China (PBOC), banca centrale cinese, ha firmato con la controparte europea, la European Central Bank, un contratto di currency swap fino a un massimo di 350 miliardi di RMB.
Grazie alla sua forte espansione, il monopolio di Hong Kong sulle emissioni di RMB, seppur di recente costituzione, continua a godere di un notevole vantaggio sugli altri centri offshore. A partire da questo aprile, oltre l’80 percento di tutte le transazioni commerciali in RMB sono state effettuate a Hong Kong. Ad oggi, del totale di transazioni effettuate a Hong Kong, quelle che utilizzano il RMB superano quelle che utilizzano l’ HKD di circa l’80 percento. Da febbraio 2014, la città è sede di 201 istituti autorizzati e di 62 uffici di rappresentanza attivi nelle transazioni in RMB.
L’internalizzazione del RMB nella Shanghai FTZ
La Shanghai FTZ, nell’ambito dell’internazionalizzazione del RMB, rappresenta una novità in grado, potenzialmente, di trasformare radicalmente il mercato offshore della valuta cinese, abolendo il ruolo di intermediario svolto in precedenza da Hong Kong. Un funzionario commerciale,proprio di Hong Kong, ha evidenziato come la concorrenza tra la Shanghai FTZ e Hong Kong possa essere evitata in quanto la clientela di Hong Kong è costituita principalmente da investitori internazionali mentre la Shanghai FTZ serve essenzialmente le aziende domestiche. Resta da vedere se questa differenziazione dei ruoli rimarrà effettivamente tale nel corso del tempo.
Le banche internazionali si sono affrettate a cogliere l’opportunità suggerita dal peculiare contesto normativo della Shanghai FTZ; ne è un esempio, la recente istituzione di una filiale della Deutsche Bank AG in loco. L’obiettivo di trasformare Shanghai in un centro finanziario internazionale entro il 2020, è il principale incentivo per il compimento delle successive riforme.
Le regolamentazioni finanziarie nella Shanghai FTZ, differenti da quelle in vigore nel resto della Cina continentale, si sono progressivamente accumulate in una serie di circolari emanate dalla PBOC e dalla State Administration of Foreign Exchange (SAFE). Queste misure hanno portato alla parziale liberalizzazione dei conti capitali in valuta estera, come di seguito andiamo ad illustrare in dettaglio:
• Una società ad investimento estero (FIE) costituita nella Shanghai FTZ può liberamente rimpatriare profitti (< US$ 50.000) anche senza la previa approvazione da parte della banca, come accade invece normalmente nel resto della Cina. Al fine di ottenere maggiori profitti, alle imprese costituite nella Shanghai FTZ, non viene applicata la regola secondo la quale il totale dei profitti non debba eccedere l’importo totale dei “dividendi pagabili” e degli “utili non distribuiti”, con riferimento al più recente bilancio aziendale.
• Allo stesso modo, il capitale sociale può essere liberamente convertito in RMB da una FIE costituita nella Shanghai FTZ, senza dover ottenere l’approvazione della banca come invece era d’obbligo in precedenza. Il capitale convertito dovrà essere versato in un conto RMB predefinito e dovrà essere utilizzato solo nell’ambito dell’attività imprenditoriale.
• La zona di libero scambio consente di sfruttare l’accordo di cash pooling, strumento grazie al quale le banche facilitano il rimpatrio dei profitti delle multi-nazionali alle rispettive sedi amministrative, regionali o globali, tramite prestiti infra-aziendali. Requisiti necessari sono il fatto che l’impresa sia registrata nella Shanghai FTZ e che sussista un rapporto economico o di proprietà con il destinatario del prestito all’estero. Le aziende costituite nella Shanghai FTZ possono inviare, sotto forma di prestito, fino al 50 per cento del loro patrimonio totale. Al di fuori della Shanghai FTZ il limite massimo è il 30 per cento.
• Le aziende costituite nella Shanghai FTZ possono ricevere prestiti in RMB offshore per un importo massimo pari al proprio capitale registrato moltiplicato per un coefficiente prestabilito e determinato dalla PBOC. I fondi ricevuti in prestito a titolo di finanziamento devono essere utilizzati all’interno della Shanghai FTZ e non possono essere utilizzati per investimenti in titoli o come parte di prestiti.
• Le FIE specificatamente autorizzate ad effettuare equity investment possono convertire il loro capitale sociale in RMB e trasferirlo direttamente alle loro società in portafoglio, invece di passare per il mercato valutario (Foreign exchange market - FOREX) come avveniva in precedenza. Tutte le FIE nella Shanghai FTZ sono autorizzate a utilizzare il loro capitale sociale convertito per investimenti azionari onshore.
• Le società di leasing finanziario, comprese le società di leasing finanziario a partecipazione straniera, non sono soggette a restrizioni quantitative sui prestiti esteri e possono aprire conti speciali per i prestiti esteri presso banche locali. Questo tipo di conto può essere utilizzato per ricevere da oltreoceano ricavi derivanti dai leasing ed è soggetto ad una procedura di regolazione semplificata.
• Le multinazionali possono aprire conti internazionali per il diretto trasferimento di capitale straniero tra i conti Shanghai FTZ e offshore. L’ammontare del capitale trasferibile dipende dal debito estero complessivo detenuto dall’azienda e dalle entità ad essa correlate. Le aziende possono inoltre, nella zona di libero scambio, creare dei conti “domestici” (domestic accounts) per l’invio e la ricezione di pagamenti tra le proprie controllate domestiche. I fondi possono essere trasferiti tra i due tipi di conti a una quota predefinita.
Le operazioni in conto capitale nella Shanghai FTZ, non necessitano di una previa approvazione da parte del SAFE: alla società in questione è solo richiesta la presentazione di una notifica ad avvenuta transazione.
Ostacoli
Il RMB ha vissuto sicuramente una svolta decisiva in termini di accettazione a livello internazionale; nonostante i buoni risultati ottenuti, tuttavia, rimangono significativi ostacoli, quali le barriere quantitative e le restrizioni normative, che il renminbi deve superare prima di ottenere lo status di moneta globale.
Osservando le statistiche globali è difficile affermare con sicurezza che l’utilizzazione del RMB non sia solo un mezzo per attuare manovre speculative. I depositi offshore in RMB, per esempio, rappresentano meno dell’1 percento dei depositi globali in RMB. Nel 2013 sono stati utilizzati RMB solo nel 10 per cento delle transazioni realizzate dalle aziende cinesi con imprese straniere, e nel 17 percento del totale del commercio estero della Cina. L’uso limitato della valuta cinese a livello internazionale ha portato la stessa ad avere un mercato ridotto che, a sua volta, influisce sulla volontà degli investitori ad effettuare transazioni utilizzando RMB.
Un’altra barriera all’internazionalizzazione della moneta cinese deriva dal contesto normativo: ne sono un esempio le restrizioni ai conti capitale tutt’ora vigenti. La rimozione di queste restrizioni potrebbe ampliare notevolmente le opportunità di investimento all’estero a disposizione degli investitori cinesi, e a loro volta le banche centrali straniere sarebbero incentivate a detenere più attività denominate in RMB.
La PBOC continua a influenzare indirettamente i tassi di deposito e di prestito per fondi offshore in RMB, in quanto quest’ultimi sono legati alle loro controparti onshore. Recentemente, il segretario del ministero del Tesoro statunitense, Jacob J. Lew, ha pubblicamente invitato la Cina a lasciare che le forze di mercato giochino un ruolo più rilevante nel tasso di cambio del RMB. A marzo 2014, il volume degli scambi giornalieri RMB-USD è stato esteso dall’1 al 2 per cento, al di sopra o al di sotto del tasso di riferimento giornaliero fissato dalla PBOC - aumentando efficacemente la forbice di oscillazione in cui si può muovere giornalmente il renminbi.
Proiezioni
Un possibile sviluppo futuro, potenzialmente significativo per l’internazionalizzazione del RMB, potrebbe essere la creazione di una RMB clearing house offshore nel Nord America (in una località a scelta tra New York, Toronto, Chicago e San Francisco) in risposta all’alta domanda di prodotti di investimento in RMB da parte degli USA.
Dalle recenti statistiche si può notare come le due valute in RMB stiano convergendo sia in termini di rendimenti che di compensazioni. I fattori che influenzano questo orientamento comprendono gli scambi incrociati tra Shanghai e HK insieme alle strategie degli investitori stranieri nei confronti del renminbi stesso.
La liberalizzazione dei tassi di interesse, intanto, procede a ritmo costante. Mentre la piena convertibilità dei conti capitale rimane in cima alla lista delle riforme auspicate, il governatore della PBOC, Zhou Xiaochuan, ha recentemente annunciato che i tassi di deposito saranno completamente liberalizzati nel giro di 1-2 anni.
I recenti sondaggi riportano che gli investitori hanno aspettative ottimistiche nei confronti del futuro ruolo del RMB nel commercio transfrontaliero e, in generale, una rinnovata fiducia nella sua stabilità. Stando alle previsioni della HSBC, entro il 2015 gli scambi commerciali in RMB rappresenteranno un terzo del totale degli scambi cinesi e il RMB sarà la terza valuta più scambiata al mondo.
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